L’accordo tra la casa circondariale di santa maria maggiore e la procuratoria di san marco a venezia apre nuove opportunità per i detenuti. Grazie a questa collaborazione, i reclusi potranno svolgere attività lavorative all’interno della basilica, partecipare a visite guidate e fruire di iniziative culturali pensate per favorire il loro reinserimento sociale.
Un accordo tra carcere e procuratoria per offrire lavoro ai detenuti
Il 2025 segna una nuova fase nel rapporto tra la casa circondariale santa maria maggiore e la procuratoria di san marco. L’intesa firmata nella città lagunare consente ai detenuti del carcere veneziano di lavorare direttamente presso la basilica, uno dei simboli più noti della città. Il progetto prevede che i reclusi possano impegnarsi in mansioni legate alla manutenzione e gestione degli spazi sacri, sotto il coordinamento degli operatori della procuratoria.
Questo tipo d’impegno rappresenta un’occasione concreta per chi è ristretto dietro le sbarre: permette infatti non solo un’attività lavorativa ma anche l’accesso a contesti culturali stimolanti. La collaborazione si estende inoltre al personale carcerario, che avrà accesso a visite guidate organizzate nella basilica stessa. Parallelamente, volontari della procuratoria visiteranno il carcere con proiezioni video dedicate all’arte e alla storia del luogo sacro.
Le figure coinvolte nella firma dell’intesa a venezia
La cerimonia ufficiale si è tenuta oggi nella sede veneziana con la presenza delle principali autorità coinvolte nell’iniziativa. Il patriarca Francesco Moraglia ha sottolineato l’importanza religiosa del progetto mentre i procuratori Bruno Barel e Renato Brunetta hanno evidenziato l’aspetto gestionale dell’accordo.
Tra gli altri presenti anche Enrico Farina, direttore del carcere santa maria maggiore; Ermelinda Damiano presidente del consiglio comunale; rappresentanti sindacali come Daniele Giordano della Cgil locale hanno espresso apprezzamento per questa iniziativa che promuove inclusione sociale attraverso il lavoro dignitoso.
Questa sinergia istituzionale punta ad ampliare le possibilità offerte ai detenuti oltre quelle già attive sul territorio veneziano dove collaborazioni con enti culturali come la Biennale sono già operative da tempo.
Impatto sociale ed educativo dell’iniziativa sulle vite dei detenuti
Per molti reclusi questo progetto costituisce una via concreta verso il reinserimento sociale previsto dalla Costituzione italiana. L’opportunità offerta dalla procura riguarda infatti non solo lo svolgimento delle attività manuali ma anche momenti formativi legati all’arte presente in basilica san marco.
Secondo quanto dichiarato da Ermelinda Damiano questa esperienza può contribuire ad accrescere nei detenuti senso di responsabilità ed educazione civica attraverso contatti diretti con opere artistiche riconosciute nel mondo intero come patrimonio storico-culturale italiano.
Dal punto vista sindacale invece Daniele Giordano ha messo in rilievo come dare un contratto parificato agli operatori carcerari sia una scelta importante contro lo sfruttamento sul lavoro soprattutto nelle realtà urbane difficili come quella veneziana dove spesso chi vive situazioni svantaggiate subisce condizioni irregolari o precarie senza tutele adeguate.
L’iniziativa dimostra quindi attenzione verso diritti fondamentali quali dignità personale attraverso occupazione regolare garantita da norme contrattuali simili al resto dei lavoratori pubblici o privati coinvolti nell’amministrazione storica cittadina.