Home Daspo di 5 anni per un calciatore di Polverara dopo aggressione all’arbitro in partita di seconda categoria

Daspo di 5 anni per un calciatore di Polverara dopo aggressione all’arbitro in partita di seconda categoria

Un calciatore di 37 anni della squadra San Fidenzio di Polverara è stato squalificato per cinque anni dopo aver aggredito l’arbitro durante una partita, evidenziando la severità delle misure contro la violenza sportiva.

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Un calciatore di 37 anni della squadra San Fidenzio di Polverara è stato sanzionato con un Daspo di cinque anni dopo aver aggredito con una testata l’arbitro durante una partita amatoriale, causando la sospensione del match e conseguenze giudiziarie. - Unita.tv

Un episodio di violenza durante una partita di calcio amatoriale ha portato all’emissione di un provvedimento Daspo della durata di cinque anni nei confronti di un calciatore di 37 anni tesserato con la squadra San Fidenzio di Polverara, in provincia di Padova. I fatti risalgono al 18 maggio scorso e si sono verificati durante una gara di seconda categoria contro il Due Stelle. L’atleta aveva prima ricevuto un’espulsione per un intervento scorretto e, nel reagire, ha colpito l’arbitro con una testata al volto, causando la sospensione del match.

La dinamica dell’aggressione durante la partita di calcio

Il 18 maggio 2025, sul campo di calcio di seconda categoria tra San Fidenzio di Polverara e Due Stelle, è scoppiato un episodio di violenza. Il calciatore, poco dopo essere stato ammonito per un intervento falloso sulla caviglia di un avversario, ha mostrato segni di insofferenza che sono degenerati. Nei minuti di recupero del secondo tempo, il direttore di gara, un giovane arbitro di 25 anni, ha deciso di espellerlo per il fallo commesso.

Non accettando la decisione, il giocatore ha colpito il direttore di gara con una testata al naso. Questo gesto ha causato un’immediata reazione da parte dell’arbitro e dei presenti. L’arbitro ha riportato una frattura alle ossa nasali, giudicata guaribile in circa 15 giorni. A seguito dell’aggressione il direttore di gara è stato costretto a sospendere la partita in rispetto delle norme e delle condizioni mediche.

Al termine del confronto, mentre rientrava negli spogliatoi, il tesserato si è avvicinato di nuovo alla terna arbitrale, minacciandoli verbalmente. Solo grazie all’intervento di alcuni compagni di squadra e del presidente della sezione arbitri di Venezia, accorso per soccorrere il giovane arbitro, la situazione è stata contenuta ed evitato ulteriori episodi di violenza.

Le conseguenze giudiziarie e sportive per il calciatore

Dopo l’episodio, la questura di Padova ha immediatamente avviato le procedure per l’adozione di provvedimenti restrittivi. Il questore Marco Odorisio ha disposto un Daspo sportivo di cinque anni contro il calciatore. Questo divieto è valido per tutte le manifestazioni sportive in Italia e all’estero, indipendentemente dalla società o dalla categoria coinvolta.

Parallelamente alle misure amministrative, la Digos ha raccolto prove e testimonianze sul caso, collaborando con il giudice sportivo che ha inflitto al calciatore una squalifica della stessa durata. A livello penale, l’uomo è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Padova per lesioni personali e minacce aggravate. La denuncia comprende anche l’accusa di violazione delle norme che regolano il regolare svolgimento delle manifestazioni sportive.

Il Daspo emesso impedisce al calciatore non solo di assistere alle partite, ma anche di frequentare le aree adiacenti ai luoghi degli eventi sportivi, in modo da prevenire eventuali recrudescenze di condotte violente. Si tratta di un provvedimento che sottolinea la severità delle istituzioni verso chi mette a rischio la sicurezza delle manifestazioni sportive e dei loro protagonisti, in particolare degli arbitri.

Il ruolo delle istituzioni nello scontro tra calciatore e arbitro

L’intervento della questura e delle autorità sportive ha avuto un ruolo determinante per ristabilire ordine dopo i fatti di Polverara. Il questore Marco Odorisio ha incaricato la Digos di approfondire quanto accaduto, verificando l’entità delle violazioni e disponendo il Daspo.

Dal punto di vista sportivo, la Federazione ha reagito sospendendo il tesserato per cinque anni, considerandolo responsabile di atti di violenza gravi ai danni di un arbitro in servizio. Allo stesso tempo, il presidente della sezione arbitri di Venezia si è mobilitato per garantire il sostegno all’arbitro ferito e assicurare la tutela dei direttori di gara durante le competizioni.

Questo caso sottolinea ancora una volta le difficoltà legate alla gestione dell’ordine in gare di calcio a livello amatoriale e dilettantistico. Si evidenzia l’importanza della presenza delle forze dell’ordine e delle organizzazioni sportive per intervenire in modo rapido e misurato, evitando che comportamenti violenti compromettano l’integrità delle manifestazioni sportive.

Le ripercussioni sulla norma daspo e gli eventi sportivi in italia

L’episodio ha riportato al centro del dibattito pubblico le misure che regolano la sicurezza negli stadi e negli impianti sportivi. Il Daspo si conferma uno strumento fondamentale per prevenire la presenza di persone che possano rappresentare un pericolo per l’incolumità di altri partecipanti o spettatori.

In Italia, il Daspo sportivo è applicato non solo per tifosi violenti, ma anche nei confronti di protagonisti di fatti accaduti sul campo, come giocatori o tecnici. Queste misure tutelano gli arbitri e tutti coloro che garantiscono il regolare svolgimento delle gare e contribuiscono a mantenere un clima di rispetto all’interno delle competizioni.

L’episodio di Polverara dimostra come, anche in categorie minori, le violenze non vengano tollerate dalle autorità e che la legge si fa carico di interventi rapidi per contenere situazioni esplosive. Le istituzioni sportive e civili continuano a lavorare insieme per garantire che ogni evento si svolga in sicurezza e senza incidenti.