Daniele Rezza, accusato di aver ucciso Manuel Mastrapasqua lo scorso ottobre a Rozzano, ha chiesto scusa alla famiglia della vittima durante il processo che si svolge presso la Corte di Assise di Milano. Le sue dichiarazioni spontanee hanno suscitato reazioni forti e contrastanti in aula.
Rezza ha spiegato il suo gesto, affermando che non voleva uccidere Manuel. “Volevo solo rapinarlo”, ha detto. Ha raccontato di essersi avvicinato alla vittima con un coltello per ottenere ciò che aveva, ma la situazione è degenerata. “Lui si è innervosito e mi è saltato addosso”, ha aggiunto.
La madre di Manuel, presente in aula, ha reagito immediatamente alle parole dell’imputato. “Non è vero”, ha esclamato ad alta voce, esprimendo il suo dolore e la sua incredulità.
Un gesto istintivo
Rezza ha continuato la sua testimonianza spiegando come sia avvenuto il colpo fatale. “D’istinto ho alzato il coltello e gliel’ho puntato”, ha detto. Ha affermato di non aver visto tracce di sangue e di essere scappato senza rendersi conto della gravità della situazione. “Non pensavo nemmeno di avergli fatto del male”, ha dichiarato.
Un amico ricorda la vittima
Oggi in aula è stato ascoltato anche un amico di Manuel, che lo conosceva da quasi 18 anni. Ha descritto la vittima come una persona gentile e premurosa: “Era come un fratello per me”. Le sue parole hanno messo in luce l’impatto emotivo della tragedia sulla comunità.
L’amico ha confermato quanto fosse importante Manuel nella vita delle persone che lo circondavano, sottolineando la perdita devastante subita dalla famiglia e dagli amici.
La posizione legale della famiglia
L’avvocato Roberta Minotti, che rappresenta i familiari della vittima, sta seguendo attentamente il processo. Le sue domande mirano a chiarire ulteriormente le circostanze dell’omicidio e a garantire giustizia per Manuel Mastrapasqua.
Il processo continua mentre la comunità attende risposte su questa tragica vicenda che ha scosso Rozzano e oltre.