Daniel d’alessandro non risponde al gip nel caso dell’omicidio vittorio boiocchi a milano

Daniel d’Alessandro, arrestato in Bulgaria per l’omicidio di Vittorio Boiocchi, ha scelto di non rispondere durante l’interrogatorio. L’inchiesta coinvolge tensioni tra gruppi ultrà e affari illeciti.
Daniel d'Alessandro è stato arrestato in Bulgaria e accusato dell'omicidio di Vittorio Boiocchi, storico capo ultrà interista, avvenuto a Milano nel 2022; l'indagine coinvolge diverse persone legate alle curve di San Siro e ruota attorno a conflitti economici interni agli ultras. - Unita.tv

Il 29enne Daniel d’Alessandro, arrestato in Bulgaria e accusato dell’omicidio di vittorio boiocchi, storico capo ultrà interista, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al giudice. L’uccisione, avvenuta nel 2022 sotto casa della vittima a Milano, ha aperto un’inchiesta che coinvolge anche altre persone legate agli ambienti delle curve di San Siro.

Fermo e interrogatorio di daniel d’alessandro dopo l’arresto europeo in bulgaria

Daniel d’Alessandro, noto come Bellebuono, è stato bloccato in Bulgaria su mandato d’arresto europeo dopo mesi di ricerche. Consegnato alle autorità italiane pochi giorni fa, è stato portato nel carcere di San Vittore a Milano, dove stamani ha affrontato l’interrogatorio davanti al gip Daniela Cardamone.

Assistito dall’avvocato Daniele Barelli, d’alessandro si è limitato a non rispondere alle domande riguardo l’omicidio di vittorio boiocchi, avvenuto il 29 ottobre 2022. L’uomo, di 29 anni, è considerato il presunto esecutore materiale dell’assassinio, accusato di aver esploso i colpi di pistola sotto l’abitazione di boiocchi.

La scelta di non rispondere arriva dopo un lungo iter investigativo e il suo arresto in un paese estero, che aveva acceso i riflettori sull’inchiesta in corso da tempo, gestita dalla polizia milanese. La strategia difensiva, per ora, prevede il silenzio in attesa della visione completa degli atti da parte della difesa.

Il contesto dell’inchiesta: la maxi operazione sulle curve di san siro e le tensioni negli ultrà

L’omicidio di vittorio boiocchi si inserisce in un filone più ampio, derivante da una maxi operazione contro i gruppi ultrà legati alle curve di San Siro. Tra gli arrestati spicca Andrea Beretta, ex collaboratore e leader della curva nord dell’Inter, che avrebbe ammesso di essere il mandante.

Beretta, infatti, è accusato di aver ordinato l’omicidio per motivi legati a questioni economiche sul merchandising e altri affari illeciti all’interno della curva. Questa confessione emerge da verbali che la polizia ha potuto acquisire, confermati da riscontri nelle indagini della squadra mobile.

Parallelamente a d’alessandro, è coinvolto anche Pietro Andrea Simoncini, ritenuto legato alla ‘ndrangheta e sospettato di aver partecipato materialmente all’esecuzione. Tutti gli arrestati finora hanno scelto di non rispondere durante gli interrogatori, iscritti in un quadro di tensioni e scontri per il controllo delle attività della curva nord.

I protagonisti e gli intrecci economici che hanno portato allo scontro fatale

Il caso ruota intorno a rapporti incrinati tra figure di spicco della curva nord interista. Vittorio Boiocchi e Andrea Beretta erano “soci” in affari che si occupavano della gestione degli ambienti ultrà, ma la relazione si è deteriorata fino a diventare conflitto aperto per la spartizione del denaro proveniente dalle attività di merchandising.

Tra le persone indagate ci sono Marco Ferdico, membro del direttivo della curva, e suo padre Gianfranco. Proprio a Gianfranco Beretta avrebbe versato una somma di 50mila euro, secondo quanto riportato nei verbali, per finanziare l’omicidio di Boiocchi.

Nel contesto compare anche Cristian Ferrario, accusato di aver intestato uno scooter utilizzato dagli esecutori materiali, strumento chiave nelle fasi dell’omicidio. La complessità delle relazioni coinvolge interessi criminali e dinamiche interne agli ultras, caratterizzate da scontri violenti e strategie per mantenere il controllo.

Le autorità non escludono che alcuni degli indagati possano decidere di collaborare prossimamente con i pm. Al momento, però, il silenzio predomina tra gli imputati, lasciando la questione aperta su nuovi sviluppi.

La posizione della difesa e futuri sviluppi nel procedimento giudiziario

Il legale di Daniel d’Alessandro ha chiarito che al momento il proprio assistito mantiene la linea del silenzio. Lo studio legale si riserva di esaminare a fondo l’intero fascicolo processuale per definire le strategie successive.

Sono previsti sviluppi nelle prossime settimane, con possibili nuovi interrogatori o richieste di collaborazione da parte degli altri coinvolti. La complessità del procedimento spinge la difesa a muoversi con cautela, in attesa di elementi certi da parte della procura.

Intanto, l’indagine continua a scandagliare i legami tra le figure degli ultrà, i loro affari economici e le responsabilità dirette per la morte di vittorio boiocchi, mentre la magistratura cerca di dare un volto definitivo a chi ha orchestrato e messo in atto il delitto.