Cucciolo di orso recuperato in zona pizzone nel parco nazionale abruzzo: tra rischi e reinserimento in natura

Un cucciolo di orso femmina è stato salvato a Pizzone, nel Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Attualmente riceve cure al Centro di Pescasseroli prima del possibile ritorno in natura.
Un cucciolo di orso femmina è stato recuperato nel Parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise per essere curato e preparato al ritorno in natura, seguendo un protocollo specifico per garantirne la sopravvivenza. - Unita.tv

Nel cuore del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, un cucciolo di orso femmina di pochi mesi è stato avvistato da alcuni residenti nella zona di Pizzone. L’animale, che pesa circa tre chili, è stato recuperato dai guardiaparco per proteggerlo dai pericoli presenti nell’area. Ora il parco ha avviato le procedure per nutrirlo e prepararlo al ritorno in ambiente naturale.

Il recupero del cucciolo e la situazione sul territorio

È stata una segnalazione dei cittadini di Pizzone a mettere in allerta il personale del Parco nazionale. I guardiaparco, attraverso un monitoraggio attento, hanno individuato una piccola orsetta a bordo strada, lontana da qualsiasi traccia della madre. A quattro o cinque mesi di vita un cucciolo dipende totalmente dall’adulto, per questo l’assenza della madre rappresentava un serio rischio.

Il fatto che il cucciolo si trovasse su una strada pubblica implicava un pericolo immediato. Inoltre, la zona è frequentata sia da lupi che da cani da guardiania appartenenti agli allevamenti locali. Questi possono rappresentare una minaccia evidente per un animale giovane e indifeso. Proprio per evitare incidenti o attacchi, il Parco ha deciso di intervenire con tempestività e spostare l’orsetta dal suo ambiente estemporaneo.

La rimozione dell’orso dal bosco non è stata una scelta facile ma dettata dalla necessità di preservare la vita del cucciolo sino a quando potrà affrontare la selvaticità più autonomamente. La sicurezza nell’immediato ha prevalso sul mantenimento nella natura, almeno per questa fase.

Il ricovero al centro del parco a pescasseroli e il protocollo adottato

Una volta prelevato, il cucciolo è stato portato al Centro del Parco di Pescasseroli, dove sono iniziate le cure e l’alimentazione adatta. Il parco ha attivato il protocollo tecnico impostato nel 2015 per il caso dell’orsetta Morena. Quel documento prevede ogni passaggio per la gestione di orsi giovani ritrovati in difficoltà, inclusi il periodo di svezzamento e le cure veterinarie.

Il centro si occupa di nutrire il cucciolo con un’alimentazione bilanciata e prepararlo gradualmente alla sopravvivenza in natura. Le condizioni di salute vengono costantemente monitorate, prestando attenzione a ogni dettaglio e segnale. Il personale specializzato interviene anche per una socializzazione limitata, evitando la dipendenza umana prolungata.

Il percorso in questo centro rappresenta un momento fondamentale. Il cucciolo deve ricevere tutto ciò che gli serve per poter tornare nella sua specie originaria, anche senza il supporto della madre. Qui ha la possibilità di crescere sotto controllo, senza perdere il contatto con la natura circostante.

La fase di svezzamento e l’allestimento nell’area protetta del feudo intramonti

Terminata la prima parte al Centro di Pescasseroli, l’orsetta sarà trasferita in una struttura più idonea alla sua età e al suo sviluppo. I Carabinieri forestali della Riserva naturale del Feudo Intramonti hanno predisposto un’area attrezzata dove il giovane esemplare potrà abituarsi a vivere in uno spazio meno condizionato dall’esposizione all’uomo.

In questa fase, il cucciolo viene progressivamente stimolato a acquisire capacità di caccia, movimento e adattamento. Il luogo è pensato per garantire sicurezza e un contatto più diretto con l’habitat naturale, così da prepararla agli ambienti selvatici ma sorvegliati.

Questa seconda fase è indispensabile per recuperare l’indipendenza necessaria a vivere da sola nel bosco e per ridurre il rischio di ricadute in situazioni di pericolo. L’area di Feudo Intramonti permette un periodo di ambientamento senza stress e con un aiuto guidato.

La possibile reintegrazione in natura e le condizioni per il rilascio

Quando il cucciolo avrà completato la crescita e raggiunto una buona autonomia, il Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise prenderà in considerazione la reintegrazione nell’ambiente naturale. La riuscita del rilascio dipenderà dalle condizioni dell’orsetta e dalla situazione dell’habitat circostante.

Gli esperti valuteranno la capacità di affrontare il territorio, di cercare cibo e di evitare i pericoli. Se le condizioni saranno favorevoli, il cucciolo sarà liberato, con un programma di monitoraggio successivo per accertare il suo adattamento.

Questa iniziativa si inserisce nel quadro degli interventi volti a preservare la specie, soprattutto nelle zone in cui gli orsi rischiano di imbattersi in minacce umane o animali. La storia recente di simili recuperi dimostra quanto siano delicati questi passaggi e quanto la collaborazione tra enti e professionisti sia fondamentale.

Il caso del cucciolo di Pizzone evidenzia le difficoltà di gestione della fauna selvatica in territori abitati e di come ogni segnalazione e intervento possa fare la differenza per la sopravvivenza di un esemplare giovane. Restano ora attesi i prossimi sviluppi e l’evoluzione del percorso di recupero.