
Cristina Comencini, regista e scrittrice, partecipa al Milano Film Fest per parlare della presenza femminile nel cinema italiano, della maternità come fonte di creatività e dell’eredità di Suso Cecchi d’Amico, evidenziando le sfide ancora aperte per le donne nel settore. - Unita.tv
Cristina Comencini, regista e scrittrice, è attesa al Milano Film Fest per partecipare all’evento “Dalla pagina allo schermo: What a Woman!”, dedicato a Suso Cecchi d’Amico, una delle figure più importanti della sceneggiatura italiana. Nel 2025, Comencini parla della condizione delle donne nel cinema italiano, dell’importanza della maternità e della lunga strada verso l’equilibrio di genere nel settore, tra premi, difficoltà e prospettive future.
La presenza femminile nei ruoli chiave del cinema italiano
Cristina Comencini sottolinea come la marcia delle donne nel cinema italiano sia stata lunga ma ancora incompleta. Nonostante alcuni progressi, soprattutto nel campo della scrittura e della regia, molte figure femminili rimangono invisibili nei ruoli di maggiore responsabilità, in particolare tra i produttori e i decisori economici.
Il principale ostacolo resta il legame diretto con la finanza, poiché anche un film piccolo necessita di un significativo investimento economico. Comencini evidenzia come la fiducia nei confronti delle donne sia arrivata in ritardo: il dominio maschile nelle giurie dei festival e tra i produttori è ancora evidente. Citando nomi come Piera Detassis e Paola Malanga, fa notare che la componente femminile in questi organi sta crescendo, ma la parità dista ancora.
Questo ritardo si manifesta in una distribuzione dei ruoli di potere, dove il denaro conta più del talento o della creatività. La sfida per le donne resta quindi quella di ottenere un accesso più diretto ai finanziamenti e alle posizioni decisionali, per poter incidere maggiormente nel panorama cinematografico italiano.
Il nastro d’argento alla carriera e la sfida della continuità
Nel 2025 Comencini ha ricevuto il Nastro d’Argento alla carriera, un riconoscimento che celebra tutta la sua produzione artistica. Lei racconta che ricevere un premio simile lascia un senso di sorpresa, soprattutto quando ci si sente ancora attivi e in piena attività. La sua carriera ha attraversato alti e bassi, e il vero nodo resta mantenere una continuità nei progetti, una sfida non semplice in un settore duro come il cinema.
Tra i film che considera più importanti, “La bestia nel cuore” spicca come una vera sorpresa personale e professionale. Il film, presentato a Venezia e candidato ai premi Oscar negli Stati Uniti, ha aperto molte porte, anche fuori dall’Italia. Comencini confessa di non aspettarsi mai nulla e di aver lasciato che il successo arrivasse da solo.
Di contro, segnala “Quando la notte” come una delusione importante. Il film, che parla di maternità e solitudine femminile, non ha ricevuto il riconoscimento sperato, forse anche a causa dei tabù ancora forti su questi temi. Comencini ribadisce come nel cinema gli alti e bassi siano normali, ma serva sempre ripartire con fiducia.
Maternità e creatività: un intreccio complesso
Cristina Comencini ha avuto una lunga esperienza di maternità, che racconta come una fonte di fatica e ricchezza insieme. Ha cresciuto tre figli e una nipote, portando avanti il lavoro di regista e scrittrice. Per lei, la maternità alimenta la creatività, offrendo stimoli continui di tipo fisico e relazionale, anche se non mancano le difficoltà da superare.
Ricorda come anche Suso Cecchi d’Amico, sceneggiatrice iconica a cui è dedicato il festival, abbia vissuto la maternità contemporaneamente a una brillante carriera, rappresentando un modello a cui ispirarsi.
In tempi in cui in Italia si registra un calo delle nascite, Comencini propone una lettura della maternità come parte integrante del processo creativo e non come un ostacolo. La sua esperienza personale testimonia che questi due aspetti possono convivere, anche se serve un equilibrio complesso e faticoso.
L’omaggio a suso cecchi d’amico e la sua eredità nel cinema italiano
Il Milano Film Fest rende omaggio a Suso Cecchi d’Amico, sceneggiatrice scomparsa quindici anni fa, con un evento speciale e la presentazione della sua enciclopedia intitolata “La fortuna di essere donna”. Comencini ha regalato questa opera anche a sua figlia Giulia Calenda, sceneggiatrice, sottolineando l’importanza di conoscere il mestiere della sceneggiatura attraverso il suo esempio.
Il libro contiene anche una prefazione di Francesco Piccolo che racconta il modo di lavorare di Suso Cecchi d’Amico, legato al team working e alla passione per il cinema. Comencini invita i giovani, gli appassionati e chi vuole entrare nel mondo del cinema a leggere questo testo, che offre un ritratto dettagliato di un mestiere spesso poco conosciuto.
L’eredità di Cecchi d’Amico pesa ancora sulla scena italiana, diventando simbolo della strada percorsa dalle donne nella scrittura cinematografica e della necessità di valorizzarne il lavoro sotto ogni punto di vista.
Una famiglia tra cinema, politica e musica: l’esperienza di cristina comencini
Cristina Comencini proviene da una famiglia legata al mondo artistico e culturale. Suo padre, Luigi Comencini, è stato un regista di rilievo, mentre la sorella Francesca e la figlia Giulia si sono dedicate al cinema, soprattutto come registe e sceneggiatrici. Nella stessa famiglia, altri membri hanno scelto strade diverse: Carlo Calenda ha indirizzato la sua carriera verso la politica, Luigi Tozzi verso la musica.
Comencini racconta come le donne abbiano assorbito l’eredità artistica della famiglia con una certa intensità, forse anche a causa dell’imponenza della figura di suo padre. Lei stessa, all’inizio, ha scelto un percorso diverso, laureandosi in economia, prima di ritornare al cinema. Questa consapevolezza ha portato a un rapporto familiare improntato a un confronto rispettoso e affettuoso, in cui le donne hanno trovato uno spazio specifico per esprimersi.
Il futuro del cinema italiano tra festival, politica e nuove sfide
Nel 2025, il cinema italiano si confronta con momenti di dialogo e confronto tra istituzioni, attori, registi e maestranze, specie dopo alcune polemiche che hanno animato il dibattito pubblico. Comencini segue con interesse l’incontro promosso dal Ministero della Cultura, auspicando che porti a risultati concreti per sostenere il cinema nazionale.
L’obiettivo è mantenere un cinema forte, capace di competere fuori dai confini italiani, preservando la qualità e la capacità di raccontare storie vicine al pubblico. La sfida resta quella di individuare forme di sostegno efficaci, che valorizzino sia la tradizione sia l’innovazione.
Comencini evidenzia come il cinema italiano vada verso una maggiore vicinanza agli spettatori, offrendo film che possano essere popolari ma anche impegnati. Respinge la definizione di cinema d’élite, sottolineando che la settima arte deve interpretare e rappresentare il presente, senza rinunciare alla complessità.