Home Corte d’assise d’appello di Catania dispone perizia psichiatrica collegiale su martina patti, condannata per omicidio della figlia

Corte d’assise d’appello di Catania dispone perizia psichiatrica collegiale su martina patti, condannata per omicidio della figlia

La corte d’assise d’appello di Catania ordina una perizia psichiatrica su Martina Patti, condannata a 30 anni per l’omicidio della figlia Elena, per valutare il suo stato mentale al momento del delitto.

Corte_d%27assise_d%27appello_di_Ca

La corte d’assise d’appello di Catania ha disposto una perizia psichiatrica collegiale su Martina Patti, condannata a 30 anni per l’omicidio della figlia, per accertare il suo stato mentale al momento del delitto. - Unita.tv

La corte d’assise d’appello di Catania ha deciso di affidare una perizia psichiatrica collegiale su martina patti, 26 anni, condannata a 30 anni per aver ucciso la figlia di quasi 5 anni. Il caso risale a giugno 2022, quando la piccola elena è stata accoltellata e seppellita vicino all’abitazione della donna a mascalucia, nella provincia etnea. La madre aveva poi simulato un rapimento. L’incarico per la perizia sarà ufficializzato il 26 maggio 2025. La decisione arriva in un momento delicato del processo di appello, con una nuova fase che potrebbe chiarire lo stato mentale della donna al momento del delitto.

La posizione della difesa e la richiesta di una perizia collegiale

Gli avvocati tommaso tamburino e gabriele celesti, difensori di martina, hanno sempre sostenuto che al momento dell’omicidio la donna aveva ridotta capacità di intendere e volere. Hanno presentato una perizia di parte che conferma questa tesi, chiedendo che venga accolta una nuova valutazione psichiatrica collegiale.

La difesa sottolinea l’importanza di un accertamento approfondito, capace di mettere in luce eventuali condizioni di incapacità temporanea o disturbi psichici che hanno influito sul gesto.

La corte ha accolto parzialmente questa richiesta, disponendo l’incarico con l’obiettivo di eliminare ogni dubbio relativo alla responsabilità penale di martina.

La vicenda dell’omicidio e la condanna di martina patti

Il fatto risale al giugno 2022 a mascalucia, piccolo comune vicino catania. Martina patti ha ucciso la figlia elena con un’arma da taglio per motivi ancora in parte oscuri. Dopo l’azione violenta ha nascosto il corpo in un terreno vicino, fingendo che la bambina fosse stata rapita. La bugia è durata poco e le indagini hanno portato rapidamente a lei.

Nel luglio 2024 la corte d’assise di catania l’ha condannata a 30 anni di carcere per il reato di omicidio volontario. La sentenza non ha soddisfatto completamente la difesa, che ha presentato ricorso in appello. La corte territoriale ha ora ordinato una nuova valutazione psichiatrica, con esperti di rilievo nazionale chiamati a chiarire lo stato mentale di martina al momento del gesto. I nomi sono quelli dello psichiatra forense roberto catanesi dell’università di bari e di eugenio aguglia, anch’egli psichiatra di catania.

Le dichiarazioni di martina patti in aula e il suo stato psichico

Nel corso dell’udienza del 2025, martina patti ha parlato spontaneamente. Ha raccontato il suo malessere iniziato con una relazione tormentata con un ex, definita violenta. Dopo una delusione amorosa con un ragazzo conosciuto sui social, la donna ha riconosciuto in sé una crisi depressiva profonda.

Martina ha ammesso di aver compreso tardivamente l’urgenza di chiedere aiuto, ma senza averlo fatto. Ha parlato con parole cariche di dolore del legame con la figlia, spiegando anche la tragica decisione di volersi togliere la vita assieme a lei, che poi si è trasformata nell’omicidio.

Queste confidenze offrono un quadro complesso della sua condizione emotiva e psicologica, che la perizia collegiale dovrà giudicare con rigore, per stabilire eventuali responsabilità legate allo stato mentale.

La posizione del sostituto procuratore generale e l’ipotesi di coscienza del gesto

Il sostituto procuratore generale agata consoli ha sostenuto la tesi della coscienza della donna durante l’omicidio. Secondo l’accusa, martina sapeva ciò che stava facendo al momento del delitto e agì consapevolmente.

Il pubblico ministero non ha opposto resistenza alla perizia collegiale, anzi ha richiesto che venga svolta per fugare ogni dubbio sullo stato psicologico di martina. La perizia avrà quindi la funzione di una verifica definitiva che potrà condizionare l’esito del processo di appello.

A conferma della delicatezza del caso, la corte ha messo in calendario la formalizzazione dell’incarico il 26 maggio 2025, avviando una nuova fase giudiziaria importante sia per la famiglia sia per la giustizia catanese.