Controversie sul reclutamento dei docenti di sostegno nelle scuole italiane nel 2025
Il nuovo decreto italiano consente alle famiglie di confermare i docenti di sostegno, suscitando dibattiti tra sindacati e associazioni sulla continuità educativa e l’equità nel reclutamento.

L'articolo analizza il nuovo decreto italiano che permette alle famiglie di studenti con disabilità di richiedere la conferma del docente di sostegno, evidenziando il dibattito tra sindacati contrari e associazioni a favore, con il TAR del Lazio che ha confermato temporaneamente la norma. - Unita.tv
Negli ultimi mesi il sistema scolastico italiano ha affrontato una discussione intensa riguardo alla modalità di assegnazione dei docenti di sostegno. Un nuovo decreto consente alle famiglie degli studenti con disabilità di richiedere la conferma del docente di sostegno, una possibilità che ha acceso il dibattito tra sindacati e associazioni. La recente sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha confermato la validità della norma, ma resta vivo il confronto tra le parti coinvolte.
La pratica di assegnazione dei docenti di sostegno in italia
Da sempre, i docenti di sostegno vengono assegnati tramite graduatorie nazionali che si basano su criteri ben definiti come titoli di studio e punteggi ottenuti in concorsi o servizi precedenti. Questo metodo ha garantito un sistema uniforme e trasparente nell’accesso ai posti disponibili nelle scuole. La selezione mira a favorire l’equità tra candidati e a mantenere criteri oggettivi nella scelta del personale.
Con il nuovo decreto però, è diventato possibile per le famiglie richiedere la conferma del docente che ha seguito il loro figlio durante l’anno scolastico, a condizione che il dirigente scolastico dia l’ok. Si tratta di una misura volta a preservare la continuità educativa per alunni con disabilità, che spesso traggono vantaggio dal mantenere un rapporto consolidato con lo stesso insegnante.
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Questa apertura ha suscitato interesse e preoccupazioni diverse, perché altera il tradizionale sistema di assegnazione, introducendo un elemento di scelta da parte delle famiglie che prima non esisteva. Restano da capire le conseguenze pratiche sull’equilibrio tra bisogni degli studenti e rispetto delle regole di reclutamento.
Il quadro normativo che sostiene la conferma su richiesta della famiglia
Il decreto in vigore stabilisce che un docente di sostegno assunto a tempo determinato può essere confermato nel ruolo per la stessa scuola su esplicita richiesta della famiglia e con il parere positivo del dirigente scolastico. Tale disposizione mira a evitare frequenti cambiamenti nell’insegnante di riferimento per studenti con disabilità, con l’obiettivo di favorire il percorso formativo personalizzato.
Questa norma ha suscitato molti dibattiti perché rappresenta una deroga rispetto al concorso o alle graduatorie nazionali che tradizionalmente regolano il reclutamento degli insegnanti. I suoi sostenitori sottolineano il valore della continuità didattica per favorire l’apprendimento e il benessere degli studenti più fragili.
Resta però da valutare come la norma si concili con il principio del reclutamento pubblico basato su valutazioni trasparenti e messi a disposizione di tutti i candidati iscritti nelle graduatorie. La norma in sé non abroga le graduatorie, ma ne modifica in parte l’applicazione per quanto riguarda i posti di sostegno.
Per ora il decreto ha fornito un nuovo strumento che cambia il modo di assegnare questi incarichi e innescato un acceso confronto tra chi lo considera positivo e chi invece lo ritiene lesivo dei criteri di imparzialità.
Le riserve dei sindacati sulla scelta dei docenti di sostegno
I sindacati principali che rappresentano il personale scolastico, FLC CGIL e Gilda Unams, si sono schierati con forza contro la possibilità che le famiglie scelgano i docenti di sostegno. Secondo il loro punto di vista, questa pratica compromette la regolarità delle procedure perché aggira le graduatorie e di fatto consente una preferenza non basata sui titoli o sul merito.
I sindacati denunciano il rischio che l’insegnante venga percepito come una figura “privata”, dipendente dal giudizio della famiglia più che da criteri collegiali della scuola o da un processo di selezione pubblico. Tale situazione potrebbe condizionare la libertà di insegnamento e limitare l’accesso al lavoro di chi attende un turno in graduatoria.
Questa impostazione, sostengono, minerebbe l’uguaglianza di trattamento tra docenti e la trasparenza dell’assegnazione dei posti. Vengono anche sottolineate le difficoltà nel mantenere un equilibrio tra istanze individuali e regole collettive.
Il dibattito tra sindacati e istituzioni scolastiche si concentra quindi sulla legittimità e sulle conseguenze pratiche di questa norma, considerata da alcuni come una svolta e da altri come una sospensione dei criteri tradizionali.
La decisione del tar del lazio e il ricorso sindacale
A seguito delle critiche raccolte, FLC CGIL e Gilda Unams hanno portato il caso davanti al TAR del Lazio tramite un ricorso che chiedeva la sospensione della norma. I sindacati evidenziavano presunte violazioni dei principi costituzionali di trasparenza, imparzialità e pari accesso alle funzioni pubbliche.
Il tribunale ha però respinto la richiesta di sospensione, rinviando la discussione nel merito a settembre 2025. Questa decisione ha confermato, almeno temporaneamente, la validità della norma sulle conferme dei docenti di sostegno su richiesta delle famiglie.
Il pronunciamento rappresenta una tappa importante perché mantiene la situazione attuale in vigore. Molti aspetteranno il verdetto definitivo del tribunale per capire quali saranno gli effetti sul sistema di reclutamento e quali eventuali correttivi verranno proposti.
Il ricorso ha acceso il confronto anche sul ruolo della giustizia amministrativa nel bilanciare esigenze di continuità educativa e regole di reclutamento pubblico.
Il sostegno delle associazioni per i diritti delle persone con disabilità
Le associazioni che rappresentano i disabili e i loro familiari, come la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap , hanno preso posizione a favore della norma. Ritengono che mantenere lo stesso docente di sostegno sia cruciale per garantire stabilità e continuità nell’apprendimento degli studenti con bisogni educativi speciali.
Questi gruppi sottolineano come un rapporto prolungato con l’insegnante aiuti a creare un ambiente più rassicurante e adatto alle esigenze individuali dell’alunno, migliorando il rendimento e la partecipazione scolastica.
Per loro il ricorso dei sindacati non tiene in considerazione queste necessità pedagogiche e rischia di rallentare il riconoscimento di un diritto importante. La scuola dovrebbe cercare di rispondere alle esigenze specifiche degli studenti con disabilità, senza segmentare eccessivamente il proprio personale.
Le associazioni vedono quindi nella conferma del docente di sostegno una conquista auspicabile e un miglioramento per il benessere degli studenti fragili, che necessita di una regolamentazione efficace.
Sfide e sviluppi possibili nel reclutamento dei docenti di sostegno
L’applicazione della nuova norma apre nuove questioni sulla gestione delle risorse umane nelle scuole italiane. Da un lato si evidenzia il valore della continuità didattica, soprattutto per studenti con disabilità, dall’altro si presentano rischi di disparità e interferenze nelle procedure di nomina.
La scelta di consentire alle famiglie di richiedere la conferma potrebbe aumentare le situazioni di differenze tra studenti, in particolare se diventa più facile ottenere conservazioni per una parte rispetto ad altre. Questo fenomeno potrebbe aggravare le tensioni interne nelle scuole e incidere sulla coesione del corpo docente.
A livello organizzativo, gli istituti dovranno bilanciare la partecipazione delle famiglie, la valutazione dei dirigenti e le normative nazionali, trovando modalità che non creino favoritismi ma garantiscano risposte pedagogiche adeguate.
Lo scenario si configura come un terreno di confronto tra esigenze educative individuali e tutela di principi di uguaglianza nell’accesso al lavoro pubblico. A breve si attenderanno sviluppi dopo i pronunciamenti giudiziari e confronti tra le parti coinvolte.
La scuola, infatti, dovrà fare i conti con questo nuovo assetto, adattando le pratiche e le regole a una realtà che mette l’accento sui bisogni specifici degli studenti, pur mantenendo criteri di equità e controllo.
Il futuro dell’assegnazione dei docenti di sostegno dipenderà da senso pratico e volontà politica, sia nel trovare strumenti per garantire certezza e trasparenza, sia nell’ascoltare chi vive quotidianamente l’esperienza della disabilità in ambito scolastico.