Le amministrazioni trentine lanciano un fondo da dieci milioni di euro per il recupero e la riqualificazione di edifici in 32 comuni. Le iscrizioni partiranno il 19 maggio e si chiuderanno alla fine di giugno, con una seconda finestra in autunno. Il progetto, promosso dalla Provincia di Trento, mira a contrastare il rischio di abbandono di alcune aree e rilanciare il tessuto urbano.
Il piano per la rivitalizzazione delle aree a rischio spopolamento in trentino
Dal 19 maggio 2025 i residenti dei 32 comuni individuati come a rischio spopolamento potranno presentare domanda per accedere a un contributo economico volto al recupero dei propri immobili. L’iniziativa nasce per arginare l’abbandono delle zone più isolate e favorire un ritorno abitativo stabile. Sono stati stanziati cinque milioni per quest’anno e altrettanti per il 2026. L’obiettivo è offrire un sostegno concreto per interventi edilizi che ridiano valore agli immobili, spesso degradati o inutilizzati.
Borghi montani e difficoltà demografiche
I promossi includono borghi montani e comuni con difficoltà demografiche. L’intervento porterà risorse dirette a chi vive o intende stabilirsi in questi territori, con la speranza di invertire la tendenza alla diminuzione della popolazione. La Provincia di Trento ha presentato a maggio la misura, evidenziando l’interesse cresciuto a livello nazionale e anche internazionale, a conferma della rilevanza del tema.
Modalità di accesso al contributo: importi, limiti e requisiti
Il contributo copre una parte delle spese sostenute per lavori di ristrutturazione o l’acquisto di immobili destinati a riqualificazione. Nelle aree centrali dei comuni si può ottenere un rimborso fino al 40%, mentre nelle zone periferiche massimo il 35%. Il massimale è fissato a 80mila euro su una spesa minima di 10mila e fino a 200mila euro ammessi. Per chi acquista, la copertura è del 20% del valore, entro un tetto di 100mila euro.
Il bando si rivolge esclusivamente a persone fisiche che siano o diventino proprietarie o titolari di diritti reali su immobili all’interno dei comuni coinvolti, entro sei mesi dalla presentazione della domanda. Ogni richiedente può richiedere i contributi per un massimo di tre unità abitative. È indispensabile impegnarsi a effettuare almeno un intervento di recupero sull’abitazione destinata a residenza principale, che la persona intende abitare personalmente o affittare a canone calmierato per almeno dieci anni.
Obblighi per i beneficiari
È indispensabile impegnarsi a effettuare almeno un intervento di recupero sull’abitazione destinata a residenza principale, che la persona intende abitare personalmente o affittare a canone calmierato per almeno dieci anni.
Come presentare la domanda e quali strumenti di supporto sono disponibili
Le domande devono essere presentate esclusivamente in via telematica, attraverso il portale “La Stanza del cittadino” della Provincia di Trento. È un sistema già noto ai cittadini per gestire pratiche amministrative in modo digitale. Per facilitare l’accesso, è stato attivato un numero telefonico dedicato e una mail per fornire informazioni.
Scadenze e finestre temporali
Si consiglia di preparare con attenzione tutta la documentazione richiesta, in modo da rispettare i tempi indicati che scadono il 30 giugno 2025 per la prima finestra. Una seconda sarà aperta dall’8 settembre al 23 ottobre, offrendo una nuova possibilità a chi non si è potuto iscrivere nei termini iniziali. L’iniziativa della Provincia di Trento segue una linea di interventi tesi a valorizzare il patrimonio immobiliare locale, promuovendo sia il mantenimento che l’uso abitativo degli spazi.
L’appoggio economico rappresenta un incentivo diretto ad avviare lavori di consolidamento, miglioramento energetico e restauro. A questo si aggiunge l’invito a destinare gli immobili come prima casa, garantendo un’occupazione duratura delle abitazioni. Una strategia importante per arrestare l’emorragia demografica e recuperare paesi che rischiano di svuotarsi.