Nella città di milano, una disputa tra due ristoratori di via marino prosegue da quasi un decennio con tensioni, denunce e interventi giudiziari. I protagonisti sono papà francesco e bar marino, attività vicine nella galleria vittorio emanuele, raggiunte da un contenzioso che coinvolge accuse di concorrenza sleale e comportamenti poco ortodossi. L’articolo ripercorre le tappe più importanti di questo scontro ancora aperto.
Dalle schermaglie ironiche alle tensioni legali: i primi anni di confronto diretto
L’estate del 2016 vide i primi segnali della rivalità tra papà francesco e bar marino, allora un semplice bar-tabaccheria. Le due attività si scambiarono messaggi forti attraverso cartelli posti all’esterno, con papà francesco che ironizzava pesantemente sul servizio del vicino, accusandolo di affidarsi al microonde per cucinare. La risposta del bar marino, anch’essa in forma scritta, si elevava a “number 1” e “the best”, contestando le grigliate all’aperto organizzate dal concorrente con citazioni regolamentari locali. Quelle parole restano una testimonianza dei rapporti tesi fin dalle origini, con un conflitto nato più da una competizione diretta sul territorio che da divergenze di altro tipo.
Quel periodo segnò l’avvio di attriti che coinvolgevano clienti, passerelle dove le attività convivono fianco a fianco nel complesso monumentale della galleria. La loro vicinanza alimentava uno scontro fatto di battute pungenti e accuse pubbliche. In un ambiente dove la visibilità e la clientela contano molto, ogni movimento assumeva un peso elevato e si trasformava in scontro aperto. Nel tempo, questa contesa ha preso una piega più formale ma altrettanto critica, passando dai cartelli alle aule giudiziarie.
La causa per concorrenza sleale tra paolo bonomo e roberto cozzoli: contesto e accuse
Il caso ha raggiunto livelli più seri con il ricorso al tribunale da parte di roberto cozzoli, gestore del bar marino che nel frattempo è diventato ristorante ritenendo di subire concorrenza sleale da parte di auripa sas, la società di paolo bonomo che gestisce papà francesco. La denuncia, depositata secondo l’articolo 700 del codice di procedura civile, chiede un provvedimento urgente per contrastare pratiche ritenute scorrette.
Una delle accuse principali riguarda la sottrazione di clienti già prenotati, episodio che ha spinto cozzoli a segnalare la situazione al comune di milano. Il municipio ha risposto con una diffida a papà francesco, intimando un comportamento più rispettoso verso le altre attività e avvertendo di possibili conseguenze come la revoca della concessione per un uso scorretto degli spazi esterni. La vicenda ha dunque innescato un intervento amministrativo oltre che giudiziario, complicando ulteriormente i rapporti.
Auripa sas ha contestato la diffida presentando ricorso, ma i giudici hanno respinto la richiesta ritenendo che l’atto non leda in alcun modo i diritti della società. L’iter giudiziario tuttavia continua, perché il tema centrale resta l’accusa di concorrenza sleale: sarà il tribunale civile a valutare se le azioni di papà francesco compromettano effettivamente la posizione commerciale di bar marino.
Tensioni tra i titolari e scenari futuri: le posizioni di cozzoli e bonomo
Le dichiarazioni pubbliche scambiate tra roberto cozzoli e paolo bonomo indicano un clima che non accenna a placarsi. Cozzoli ha sottolineato che i giudici hanno finora riconosciuto le sue ragioni, confidando in una condanna definitiva per papà francesco. Racconta di episodi in cui il titolare rivale sarebbe entrato con toni aggressivi nel suo ristorante, una dinamica che alimenta la conflittualità dei rapporti.
Bonomo risponde criticando la trasformazione di bar marino da semplice bar-tabaccheria a ristorante, sostenendo che questa presentazione sia ingannevole per i clienti, e afferma che cozzoli tenta di sottrarre la clientela più prestigiosa. Secondo bonomo, la clientela cinese, legata anche alle presenze di personaggi famosi come jay chou, preferisce il suo locale. Inoltre evidenzia come bar marino abbia persino utilizzato la fama della star per attrarre i suoi clienti.
Questa rivalità resta viva soprattutto nel dettaglio delle strategie di attrazione della clientela e delle modalità di gestione degli spazi comuni. Il tribunale civile avrà il compito di esaminare documenti e testimonianze per stabilire se abbiano realmente luogo comportamenti in violazione delle regole della concorrenza. Le parti attendono con attenzione la decisione che potrebbe davvero cambiare i rapporti in quella zona di milano.