Confermata la condanna a 5 anni per moretti nel processo d’appello per la strage di viareggio 2009
Il processo d’appello conferma la pena di 5 anni per Mauro Moretti, ex ad di Fs e Rfi, mentre familiari delle vittime della strage di Viareggio continuano a chiedere giustizia.

Il processo d’appello ter sulla strage di Viareggio del 2009 ha confermato la condanna a 5 anni per Mauro Moretti, ex AD di FS e RFI, per concorso colposo in disastro ferroviario, mentre familiari delle vittime hanno manifestato davanti al tribunale di Firenze. - Unita.tv
Il processo d’appello ter sulla strage di viareggio, avvenuta il 29 giugno 2009, ha confermato la pena a 5 anni per l’ex amministratore delegato di Fs e Rfi, Mauro Moretti. I giudici di secondo grado di firenze si sono concentrati sulla quantificazione della riduzione di pena per le attenuanti generiche richieste, dopo il rinvio della cassazione. L’udienza si è svolta con la presenza di moretti in aula, mentre fuori dal palazzo di giustizia familiari delle vittime e associazioni si sono riuniti per ricordare le 32 persone morte nell’incidente.
Il contesto della strage e il ruolo di moretti nel processo
La tragedia di viareggio scoppiò quando un vagone cisterna pieno di gpl deragliò causando un vasto incendio che distrusse abitazioni e strade vicine alla stazione ferroviaria. La strage provocò la morte di 32 persone e segnò per sempre quella comunità. La responsabilità dei dirigenti delle ferrovie è stata al centro di una lunga battaglia legale durata oltre un decennio.
Il ruolo di moretti
Mauro Moretti, all’epoca dei fatti amministratore delegato sia di fs sia di rfi, è tra i principali imputati accusati di concorso colposo in disastro ferroviario. Il processo d’appello ter si svolge proprio per definire la misura della riduzione di pena legata alle attenuanti generiche dopo che la cassazione aveva annullato la sentenza di appello bis. Moretti è arrivato in aula per seguire la deposizione, insieme ad altri imputati chiamati in causa. La sua condanna a 5 anni è stata confermata dai giudici toscani.
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La mobilitazione dei familiari delle vittime davanti al tribunale
Davanti al palazzo di giustizia di firenze, dove si è tenuta l’udienza, si è svolto un presidio organizzato da associazioni come “Il Mondo che vorrei” e “Assemblea 29 Giugno“. I parenti delle vittime hanno esposto cartelloni con i volti delle 32 persone decedute nella strage. La manifestazione ha rappresentato una presenza costante e determinata durante tutto il lungo percorso processuale, partecipando a più di 250 udienze.
Le associazioni hanno spiegato che il loro impegno non si limita alla memoria ma mira a sostenere chi lavora nelle ferrovie contro un potere che pretende passività e rassegnazione. L’unità tra familiari delle vittime e lavoratori ferroviari resta al centro di questa battaglia civile, vista come una risorsa non solo emotiva ma anche pratica per sviluppare maggiore attenzione alla sicurezza e responsabilità nelle ferrovie. Nel presidio è emerso il coordinamento tra chi ha perso i propri cari e chi lavora ogni giorno sulle linee ferroviarie.
Le richieste della pubblica accusa e le pene confermate
Nell’udienza del 18 marzo scorso la pubblica accusa ha chiesto che vengano confermate le pene già stabilite nella sentenza d’appello bis, annullata dalla cassazione per motivi tecnici, con attenuanti generiche concesse solo nelle misure minime. Questo significa una riduzione pari a un nono rispetto alla pena base, non le attenuanti massime richieste da alcune difese.
Pene per moretti e altri imputati
Per moretti è stata dunque richiesta la pena di 5 anni di reclusione. Gli altri imputati hanno pene variabili da poco meno di tre anni fino a sei anni, a seconda del ruolo. Tra questi: Andreas Schröter con 4 anni e 8 mesi, Uwe Kriebel 4 anni, 5 mesi e 10 giorni; Paolo Pizzadini insieme a Daniele Gobbi Frattini con 2 anni, 10 mesi e 20 giorni; Michele Mario Elia, ex ad di Rfi, 4 anni, 2 mesi e 20 giorni; infine Rainer Kogelheide e Peter Linowski con 6 anni ciascuno. Altri imputati come Johannes Mansbart, Roman Mayer, Mario Castaldo e Helmut Brödel hanno ricevuto condanne che vanno da 4 a oltre 5 anni di reclusione.
Il giudice alla fine del processo dovrà stabilire se confermare o modificare queste richieste della pubblica accusa, in un iter giudiziario che segue ancora una volta il filo di una vicenda dolorosa e complessa. Il lavoro degli inquirenti e le parole delle parti rischiarano pochi spiragli rispetto alla tragedia che ha segnato viareggio e le ferrovie italiane.
Le strade intorno alla stazione, distrutte dall’incendio, sono ancora un ricordo vivido per chi visse quei momenti. L’esito del processo manterrà alta l’attenzione sul peso delle responsabilità penali nel disastro ferroviario più grave degli ultimi decenni in Italia. Molti occhi sono puntati su firenze, nella speranza di una sentenza che porti chiarezza nelle ombre del passato.