Condannato medico per omicidio colposo: il caso delle ex Officine Grandi Riparazioni

A Torino, il medico Vincenzo Santoro è stato condannato a un anno e mezzo di reclusione per la morte di sedici operai esposti all’amianto nelle ex Officine Grandi Riparazioni negli anni Settanta.
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Condannato medico per omicidio colposo: il caso delle ex Officine Grandi Riparazioni - unita.tv

Un recente verdetto ha portato alla luce una tragica vicenda legata all’esposizione all’amianto nelle ex Officine Grandi Riparazioni di Torino. La sentenza ha visto un medico di 85 anni, Vincenzo Santoro, condannato a un anno e mezzo di reclusione con pena sospesa per la morte di sedici operai, avvenuta a causa dell’inalazione di fibre tossiche negli anni Settanta. Questo caso solleva interrogativi sul passato e sulle responsabilità legate alla salute dei lavoratori.

La storia delle ex officine grandi riparazioni

Le ex Officine Grandi Riparazioni, situate in corso Castelfidardo a Torino, rappresentano un importante capitolo della storia industriale italiana. Fino ai primi anni Novanta, questo stabilimento era dedicato alla manutenzione di locomotive, automotrici e vagoni ferroviari, impiegando centinaia di operai. Durante quel periodo, il rischio di esposizione all’amianto era elevato, ma le misure di sicurezza erano spesso insufficienti.

Vincenzo Santoro, consulente esterno per le Ferrovie dello Stato tra il 1970 e il 1979, è stato accusato di non aver garantito le necessarie visite mediche ai lavoratori per accertarne l’idoneità fisica. La sua responsabilità si estende anche alla mancata adozione di misure preventive contro la diffusione delle fibre d’amianto, come la pulizia regolare delle attrezzature e l’uso di dispositivi di protezione individuale.

Le accuse e il processo

Durante il processo, il pubblico ministero Raffaele Guariniello e, successivamente, il sostituto procuratore Elisa Buffa hanno evidenziato le negligenze di Santoro. Le accuse includevano la mancata vigilanza e il controllo sugli obblighi di legge per proteggere i lavoratori dall’inalazione delle sostanze tossiche. Queste omissioni hanno avuto conseguenze devastanti, con operai che, dopo decenni di lavoro a contatto con l’amianto, hanno sviluppato malattie mortali.

Tra le vittime si trovavano professionisti come un tappezziere, un falegname e un verniciatore, tutti esposti a polveri cancerogene senza adeguate protezioni. La loro storia è un triste promemoria delle conseguenze della negligenza nella tutela della salute sul posto di lavoro.

Risarcimenti e responsabilità

A margine del processo, Ferrovie dello Stato ha deciso di risarcire le vittime e i loro familiari, che hanno successivamente revocato la loro costituzione di parte civile. Questo gesto, sebbene significativo, non può cancellare il dolore e la sofferenza causati dalle malattie professionali. La condanna di Santoro, pur rappresentando un passo verso la giustizia, solleva interrogativi più ampi sulla responsabilità delle aziende e dei professionisti nella protezione della salute dei lavoratori.

Il caso delle ex Officine Grandi Riparazioni è emblematico di una questione più ampia riguardante la sicurezza sul lavoro e la necessità di garantire ambienti di lavoro sani e sicuri. La storia di questi operai, che hanno pagato un prezzo altissimo per la loro dedizione, deve servire da monito per il futuro.

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