Condannato a sette anni insegnante di milano per abusi su bambine in asilo con telecamere nascoste
Un insegnante di asilo a Milano è stato condannato a sette anni per abusi su nove bambine, mentre un’altra maestra è stata arrestata per maltrattamenti in un asilo nido.

A Milano, un insegnante di asilo è stato condannato a sette anni per abusi su nove bambine, mentre una maestra è stata arrestata per maltrattamenti su dieci bambini in due asili comunali. - Unita.tv
Un insegnante di asilo di 34 anni è stato condannato a sette anni di carcere con rito abbreviato a Milano, riconosciuto colpevole di abusi sessuali su nove bambine frequentanti due asili comunali. L’indagine, partita da una segnalazione della direzione comunale per i servizi all’infanzia, ha fatto emergere come le violenze fossero mascherate da giochi innocui. Le prove sono state raccolte grazie a telecamere nascoste installate dalla polizia locale. L’uomo, che ha patito un vizio parziale di mente accertato da una perizia psichiatrica, non è stato condannato per un decimo caso per cui la procura aveva chiesto l’assoluzione. In un altro filone del caso, una maestra di 45 anni è stata arrestata per maltrattamenti su bambini in un asilo nido comunale della città.
La scoperta degli abusi e il contesto dell’indagine
L’inchiesta ha preso forma dopo segnalazioni arrivate da due diversi asili milanesi dove il maestro lavorava come supplente. La direzione dei servizi comunali per l’infanzia ha allertato la procura, che ha disposto l’installazione di telecamere nascoste all’interno di una delle aule. Tra il 15 e il 17 aprile 2024, le registrazioni hanno mostrato chiaramente gesti e comportamenti incompatibili con un normale gioco infantile.
Il gip milanese, nel convalidare l’arresto, ha sottolineato come le azioni dell’uomo conservassero una natura sessuale evidente, celata da movimenti apparentemente innocui ma in realtà distonici con il contesto ludico dell’asilo. Le immagini hanno così fornito la prova chiave sul coinvolgimento del maestro nelle violenze.
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L’uomo, al momento dei fatti, svolgeva supplenze in due istituti comunali dove erano stati segnalati i comportamenti sospetti. La polizia ha raccolto elementi anche riguardo al possesso di materiale pedopornografico, scoperto su uno dei suoi cellulari personali, che ha costituito un’ulteriore aggravante nel procedimento giudiziario.
La pena e il riconoscimento del vizio parziale di mente
Il pubblico ministero Rosalía Stagnaro ha richiesto e ottenuto la condanna a sette anni di carcere con rito abbreviato, tenendo conto anche di una perizia psichiatrica che ha riconosciuto un vizio parziale di mente in capo al 34enne. La sentenza, pronunciata dalla giudice per l’udienza preliminare Tiziana Landoni, ha applicato lo sconto della pena previsto per il rito abbreviato, portandola a questa durata complessiva.
Il riconoscimento di problemi psichici non ha escluso la responsabilità penale piena dell’uomo, che risponde anche di detenzione di materiale pedopornografico. Per un ulteriore episodio, il decimo, la procura aveva invece chiesto l’assoluzione, ritenendo mancanti gli elementi sufficienti per condannare oltre agli altri nove casi accertati.
Il caso parallelo di maltrattamenti in un asilo nido a milano
In aprile 2024, sempre a Milano, un’altra vicenda scabrosa ha portato all’arresto di una maestra-educatrice di 45 anni. La donna lavorava da quasi sedici anni in un asilo nido comunale e la procura l’ha accusata di maltrattamenti aggravati ai danni di almeno dieci bambini iscritti nella struttura dal 2022 in avanti.
Il procedimento penale, che cita come responsabile civile il Comune di Milano, è ancora in corso. È previsto un confronto davanti al gip Domenico Santoro nel giugno 2025. La difesa ha avanzato la richiesta di patteggiamento, segnalando un tentativo di chiudere il processo attraverso un accordo giudiziario.
Questi casi evidenziano le difficoltà delle strutture educative nel controllare i comportamenti del personale e il ruolo cruciale delle indagini mirate, ottenute anche con strumenti tecnici come le telecamere nascoste, per tutelare i minori dalle violenze. Il lavoro della procura milanese continua su questi fronti, per garantire una maggiore sicurezza nelle scuole dell’infanzia.