Home Condannato a 16 anni per la spedizione punitiva in via Pisa che causò la morte di youssef saadani

Condannato a 16 anni per la spedizione punitiva in via Pisa che causò la morte di youssef saadani

Una spedizione punitiva a Monza il 23 ottobre 2023 ha causato la morte di Youssef Saadani. Hamza Haddaji è stato condannato a 16 anni per omicidio e lesioni personali.

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La sera del 23 ottobre 2023 a Monza, una violenta spedizione punitiva tra spacciatori ha causato la morte di Youssef Saadani. La gup ha condannato a 16 anni Hamza Haddaji, uno degli imputati, mentre le famiglie delle vittime hanno ottenuto un risarcimento. - Unita.tv

La sera del 23 ottobre 2023, una violenta spedizione punitiva ha sconvolto via Pisa, a Monza. Un gruppo di circa dieci persone ha aggredito con fucili, mazze, calci e pugni alcune presunte spacciatori rivali. La violenza ha portato alla morte di Youssef Saadani, un giovane marocchino di 27 anni, colpito da un proiettile alla gola. A distanza di mesi, il Tribunale ha emesso una sentenza molto attesa per uno degli imputati coinvolti in quella drammatica notte.

La spedizione punitiva in via Pisa e gli eventi della serata

La notte tra il 23 e 24 ottobre 2023 si è consumata in via Pisa a Monza una spedizione punitiva che ha attirato l’attenzione delle forze dell’ordine e della cittadinanza. Il commando, formato da una decina di persone, si è presentato armato e determinato a punire i rivali nel mercato della droga. Sono stati usati fucili, mazze e colpi fisici per contrastare i presunti pusher presenti sul territorio.

Al centro della spedizione c’è stato il 27enne Youssef Saadani, colpito in modo fatale alla gola da un colpo di fucile. L’aggressione non ha risparmiato altri coinvolti, alcuni feriti gravemente. La rapidità degli eventi ha creato una situazione di caos e paura tra i residenti, spingendo le autorità a intervenire per impedire che simili episodi tornassero a verificarsi.

Il processo e la sentenza della gup di Monza

Dopo mesi di indagini e udienze, la giudice per l’udienza preliminare Elena Sechi ha emesso la sentenza per Hamza Haddaji, uno degli accusati principali. L’uomo, marocchino di 32 anni, era rinchiuso in carcere con le accuse di omicidio, tentato omicidio e porto illegale di armi.

La Procura di Monza aveva chiesto una condanna di 20 anni. La gup però ha ridotto la pena a 16 anni, a cui si aggiungono tre anni di libertà vigilata da scontare dopo l’uscita dal carcere. Un elemento decisivo è stata la trasformazione dell’accusa di tentato omicidio in lesioni personali, oltre al riconoscimento delle attenuanti generiche.

Il processo si è svolto con rito abbreviato, una procedura che accorcia i tempi giudiziari ma conferma la severità delle accuse. Haddaji resta detenuto in carcere in attesa di ulteriori sviluppi e delle decisioni sui restanti imputati.

Le parti civili e il risarcimento ottenuto dalle famiglie

Al processo hanno preso parte anche i familiari delle vittime, che si sono costituiti parte civile per chiedere giustizia e risarcimenti. Sono stati assistiti dagli avvocati Gianluca Paglino e Jessica Sala.

Grazie a questo coinvolgimento, le famiglie hanno ottenuto un risarcimento economico per i danni subiti a causa delle azioni violente di quella notte. Il risarcimento è un passo importante per riconoscere il danno morale e materiale derivato dall’aggressione.

La partecipazione delle parti civili ha contribuito a definire la complessa dinamica dell’aggressione e ha dato voce a chi ha perso un proprio caro o ha subito conseguenze fisiche e psicologiche. L’attenzione sul caso non si è spenta nemmeno dopo la sentenza, in attesa delle successive fasi giudiziarie.