Condanna per abbandono di persona incapace: figlia di donna malata di Alzheimer riceve tre anni di carcere

A Desio, la Corte d’Assise di Monza condanna a tre anni la figlia di un’anziana deceduta nel 2022 dopo aver ingerito sapone liquido; il fratello affronterà il processo a maggio.
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Condanna per abbandono di persona incapace: figlia di donna malata di Alzheimer riceve tre anni di carcere - unita.tv

Un caso tragico ha colpito la comunità di Desio, in provincia di Monza e della Brianza, dove un’anziana di 80 anni è deceduta nel febbraio 2022 dopo aver ingerito sapone liquido. La figlia della vittima, di 57 anni, è stata condannata a tre anni di reclusione per abbandono di persona incapace. Un’altra udienza è prevista per il fratello, che dovrà affrontare il giudizio in un processo abbreviato a maggio.

La morte dell’anziana e le indagini

L’8 febbraio 2022, la collaboratrice domestica dell’80enne ha lanciato l’allerta dopo aver trovato la donna in condizioni critiche, sofferente e disidratata. Poche ore dopo, l’anziana è deceduta. L’autopsia ha rivelato che la causa della morte era legata all’ingestione di sapone liquido, che ha provocato complicazioni polmonari fatali. Questo evento ha portato la Procura a indagare i due figli della donna, accusati di non aver fornito l’assistenza necessaria a una persona incapace di prendersi cura di sé.

Secondo le ricostruzioni, la figlia e il figlio avrebbero dovuto garantire una sorveglianza continua per la madre, che soffriva di morbo di Alzheimer. Tuttavia, la presenza di una collaboratrice domestica per sole poche ore al giorno non è stata ritenuta sufficiente. Gli inquirenti hanno evidenziato che la casa dell’anziana era in condizioni precarie, con segni di sporcizia e la presenza di scarafaggi, fattori che avrebbero potuto compromettere ulteriormente la salute della donna.

La condanna della figlia e il processo del fratello

La Corte d’Assise di Monza ha emesso una condanna di tre anni di reclusione per la figlia, che risiede in provincia di Trento. Oltre alla pena detentiva, è stata disposta anche l’interdizione dai pubblici uffici per un periodo di cinque anni. La sentenza è stata emessa in primo grado, e la donna ha la possibilità di fare appello.

Il fratello, che vive a Lissone, è accusato con la stessa imputazione e ha scelto di affrontare il processo con rito abbreviato. L’udienza per il suo caso è stata programmata per il mese di maggio presso il Tribunale di Monza. La situazione ha suscitato un ampio dibattito sulla responsabilità familiare nei confronti di persone vulnerabili e sull’importanza di garantire un’assistenza adeguata a chi non è in grado di prendersi cura di sé.

Riflessioni sulla responsabilità familiare

Questo caso solleva interrogativi importanti riguardo alla responsabilità dei familiari nei confronti di persone con malattie degenerative come l’Alzheimer. La legge italiana prevede obblighi specifici per i familiari, che devono garantire la protezione e l’assistenza necessaria a chi non è in grado di farlo autonomamente. La mancanza di un’adeguata sorveglianza e di un’assistenza continua può portare a conseguenze tragiche, come dimostra la morte dell’anziana di Desio.

Le istituzioni e i servizi sociali sono chiamati a svolgere un ruolo cruciale nel supportare le famiglie e nel garantire che le persone vulnerabili ricevano le cure necessarie. Questo caso evidenzia la necessità di una maggiore sensibilizzazione e di un intervento tempestivo per prevenire situazioni simili in futuro.

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