Condanna a Milano per Dimitry Chirakadze accusato di aver organizzato fuga di Artem Uss
Il tribunale di Milano condanna Dimitry Chirakadze a tre anni e due mesi per aver agevolato la fuga del detenuto russo Artem Uss, coinvolto in indagini internazionali.

Il tribunale di Milano ha condannato Dimitry Chirakadze a tre anni e due mesi per aver facilitato la fuga del detenuto russo Artem Uss, coinvolto in un caso internazionale di estradizione e legami con l'élite russa. - Unita.tv
Lunedì 22 maggio 2025 il tribunale di Milano ha emesso una sentenza molto attesa, condannando Dimitry Chirakadze a tre anni e due mesi di carcere. L’accusa riguarda la fuga del detenuto russo Artem Uss, avvenuta nel marzo del 2023. I dettagli del caso hanno tenuto banco per mesi nel capoluogo lombardo, mettendo al centro questioni legate a patrimoni russi e alle complesse dinamiche dell’estradizione internazionale.
La condanna e le accuse contro dimitry chirakadze
Dimitry Chirakadze, aristocratico di origini georgiane trapiantato in Italia, è stato giudicato colpevole di procurata evasione aggravata. La sentenza è stata pronunciata dalla giudice Ombretta Malatesta, che ha definito responsabile Chirakadze per aver agevolato la fuga dal regime di detenzione domiciliare impostogli a Basiglio, nella periferia milanese. Artem Uss, il detenuto fuggito, appartiene a una famiglia russa molto influente: è il figlio di un oligarca vicino a Vladimir Putin. Al momento della fuga, Uss era in attesa di estradizione verso gli Stati Uniti, dove è coinvolto in indagini giudiziarie.
Le indagini hanno puntato fin dall’inizio su Chirakadze, ritenuto la mente dietro l’evasione pianificata. Le autorità hanno ricostruito dettagliatamente le modalità del piano, concentrandosi su prove digitali e testimonianze. Durante l’udienza conclusiva, la giudice ha ritenuto sufficienti gli elementi raccolti per condannare Chirakadze, anche se la pena risultata più leggera rispetto alla richiesta del pubblico ministero.
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Dettagli sul ruolo di srdan lolic
Uno dei passaggi fondamentali del processo è stato l’esame della testimonianza di Srdan Lolic. Lolic, anch’egli indagato per procurata evasione, è emerso come testimone chiave. Sentito in videocollegamento dalla Serbia, ha fornito dettagli che collegavano direttamente Chirakadze all’organizzazione della fuga di Uss.
Il pubblico ministero Giovanni Tarzia ha argomentato come la versione di Lolic fosse solida, criticando l’idea che potesse agire per vendetta a causa di problemi legati a affari falliti. In realtà, secondo l’accusa, era Lolic a dovere soldi a Chirakadze e non il contrario, ridimensionando ipotesi di conflitti personali che potessero inficiare la credibilità.
Le prove e le comunicazioni digitali utilizzate nel processo
La procura si è inoltre basata su diverse prove tecniche. Tra queste, ci sono stati messaggi scambiati in chat, immagini recuperate su dispositivi elettronici e intercettazioni telefoniche. Il paziente lavoro di analisi delle tracce digitali ha ricostruito la rete di rapporti e comunicazioni che avrebbero permesso la pianificazione dell’evasione.
La difesa di dimitry chirakadze e le richieste di assoluzione
Gli avvocati di Chirakadze, Federico Sinicato e Tatiana Della Marra, hanno puntato a smontare le accuse sin dall’inizio del processo. Hanno chiesto al tribunale di assolvere il loro assistito sostenendo che il fatto non sussiste o, in alternativa, che Chirakadze non abbia partecipato all’organizzazione della fuga.
La difesa ha contestato la validità delle prove a carico soprattutto riguardo l’attendibilità della testimonianza di Lolic e la pertinenza delle intercettazioni, giudicate insufficienti a dimostrare responsabilità diretta. Sinicato e Della Marra hanno inoltre respinto la narrazione della pericolosità sociale dell’imputato, messa in luce dal pm per rafforzare la richiesta di pena superiore.
In aula Chirakadze ha parlato personalmente, affermando la propria estraneità all’accaduto. Ha detto di essere rimasto sorpreso quando ha saputo della fuga di Uss e ha attribuito la decisione al detenuto stesso, definendolo “testardo e instabile”. Queste dichiarazioni spontanee non sono bastate a evitare la condanna, ma hanno contribuito a delineare la linea difensiva.
Il contesto geopolitico e le implicazioni internazionali
Il caso riguarda più di una semplice evasione. Artem Uss è un personaggio noto per i suoi legami con l’élite russa e per il procedimento di estradizione aperto negli Usa. Un’eventuale fuga di un oligarca in attesa di processo internazionale ha attirato l’attenzione delle autorità italiane, che hanno messo in campo diverse forze per ricostruire la dinamica del fatto.
Le accuse a Chirakadze hanno toccato anche i sospetti di contatti con elementi delle forze armate russe, un punto evidenziato dal pm come indice della pericolosità dell’imputato. La vicenda rivela tensioni internazionali che si riflettono nelle maglie delle giurisdizioni nazionali, mettendo in difficoltà i sistemi di sicurezza italiani.
La condanna a Milano rappresenta così un segnale ai tentativi di sfuggire a giustizia passando per le reti di potere e i capitali transnazionali. La sentenza conferma come anche in contesti complessi, la legge italiana sappia dare risposte precise e mira a garantire rispetto delle norme contro l’evasione su scala internazionale.