Conclave per la scelta del nuovo papa: Parolin favorito, ma cresce attenzione su Aveline da Marsiglia

Inizia oggi il conclave nella cappella sistina per eleggere il nuovo papa, con 133 cardinali elettori. Pietro Parolin emerge come favorito, mentre Jean-Marc Aveline rappresenta i riformisti.
Il conclave nella Cappella Sistina, con 133 cardinali, è iniziato per eleggere il nuovo papa dopo papa Francesco, con Pietro Parolin favorito e attenzione anche su Jean-Marc Aveline, in un clima di riservatezza e incertezza. - Unita.tv

Oggi pomeriggio, alle 16.30, tre mesi dopo la fine del pontificato di papa Francesco, prende il via nella cappella sistina il conclave destinato a eleggere il nuovo pontefice. Sono 133 i cardinali elettori convocati, chiamati a vivere ore intense di voto e riflessione nel massimo riserbo. Intanto, fra nomi noti e possibili outsider, cresce l’attenzione sul segretario di stato vaticano Pietro Parolin, dato per favorito, e sul cardinale francese Jean-Marc Aveline, in crescita fra i gruppi più riformisti.

La giornata prima dell’ingresso in conclave e la messa pro eligendo romano pontifice

La mattina si è aperta con la celebrazione della messa pro eligendo Romano Pontifice, svolta nella basilica di San Pietro dal decano Giovanni Battista Re, che assume un ruolo simbolico importante in questa fase. Alle 10, i 133 cardinali si sono radunati per un rito che prepara spiritualmente all’elezione di un papa nuovo, sottolineando la natura religiosa e solenne del momento. Dopo pranzo, i cardinali si sono mossi dall’albergo vaticano verso la cappella paolina, da cui una processione li ha condotti alla cappella sistina. Qui, intorno alle 16.30, hanno intonato il Veni Creator Spiritus, chiedendo l’assistenza dello spirito santo, momento che segna l’ingresso nel vero e proprio conclave, dove ogni discussione pubblica cessa e inizia il voto segreto.

Il silenzio e la riservatezza avvolgeranno da questo punto in poi ogni passo. Non sono consentiti cellulari o comunicazioni esterne, e anche all’interno l’interazione fra cardinali è limitata al minimo indispensabile per le votazioni. La routine delle giornate sarà scandita da brevi incontri per le sessioni di voto, il resto del tempo dedicato alla preghiera, al riposo o alla riflessione isolata. Un clima di tensione e attesa si respira già dalle prime ore.

I gruppi nazionali e le possibili alleanze dentro un conclave diviso e ancora incerto

Il conclave si presenta multipolare, caratterizzato dalla presenza di diversi schieramenti nazionali e culturali. Da un lato, i cardinali statunitensi, tedeschi e italiani mostrano posizioni non omogenee, spesso frammentate da sensibilità diverse. A quel punto, sembrano più compatti i 24 elettori asiatici. Tra questi, ampio consenso riceve il filippino Luis Antonio Tagle e il connazionale Pablo Virgilio Siongco David, vescovo di Kalookan, considerati rappresentanti forti del continente in questa partita.

I gruppi nazionali cercano di orientare i voti verso candidati con esperienze internazionali o legati a correnti riformiste o conservatrici. Ma la distribuzione dei consensi non appare ancora chiara, mancando alleanze nette. Questo scenario rende imprevedibile l’esito; i nomi più noti si sgomitano per emergere, ma nessuno sembra avere una maggioranza chiara. Per questo la prima fase di votazioni sarà soprattutto di studio, volta a misurare le forze, individuare convergenze e scongiurare scelte affrettate.

Il ruolo di parolin e la prova dei primi scrutini: fumata nera prevedibile

Pietro Parolin si presenta come il grande favorito di questa tornata. Segretario di stato vaticano, è al centro della scena ecclesiastica da anni. Il suo peso aumenta perché, oltre al ruolo politico e diplomatico, è decano del conclave e quindi presiede le operazioni di voto nella cappella sistina. Secondo alcune stime il cardinale potrebbe contare su una base iniziale di circa cinquanta voti, un numero significativo ma lontano dalla maggioranza assoluta richiesta.

Gli osservatori, e anche gli stessi cardinali, ritengono assai probabile che la fumata nera si ripeta nelle prime votazioni, come spesso accade nei conclavi moderni. I primi scrutini servono a sondare la scena, senza spingere troppo su alcun nome. Anche il secondo e terzo voto potrebbero non dare risultati definitivi. Questa fase di stallo non indica debolezza, ma un attento mutuo riconoscimento delle reali posizioni, prima di scelte decisive. Parolin dovrà pertanto attendere, nel clima di attesa universale.

Il possibile ruolo di jean-marc aveline e la ricerca di un candidato riformista

Fra i nomi fuori dal novero del favorito spicca quello del cardinale Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia. Considerato un esponente dei gruppi più propensi a riforme nella chiesa, potrebbe raccogliere sostegno come candidato alternativo, almeno nelle prime fasi. Diverse fonti raccontano di una possibile scelta del marsigliese come “candidato di bandiera” da parte delle componenti più progressiste, pronte a convincere altri elettori a considerarlo.

Proprio questa dinamica offre scenari aperti per i prossimi giorni. Da venerdì, con altri scrutini alle spalle, l’attenzione potrebbe spostarsi, coinvolgendo nomi meno noti ma capaci di tagliare trasversalmente le diverse platee di cardinali. Situazioni come questa mostrano come il conclave sia un organismo complesso, dove il voto combina peso personale, strategie e un certo grado di incertezza.

Il cardinale Fernando Filoni, porporato di lungo corso, ha spiegato a un quotidiano come molti voti possano cambiare destinazione senza che gli altri se ne accorgano, sottolineando il carattere intimo e imprevedibile di questo voto. Ogni cardinale vota guidato dalla propria coscienza, non da indicazioni evidenti. Questo renderà ancora più intrigante seguire i prossimi passaggi nel cuore dello stato vaticano.