Home Circa 200 persone si raccolgono a gallarate in un flash mob contro la conferenza dell’ultradestra

Circa 200 persone si raccolgono a gallarate in un flash mob contro la conferenza dell’ultradestra

Circa 200 cittadini hanno protestato a Gallarate contro il Remigration summit, criticando l’uso di spazi pubblici per promuovere idee di deportazione e discriminazione, sollevando tensioni politiche locali e nazionali.

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A Gallarate, circa 200 cittadini hanno protestato pacificamente in piazza Libertà contro il Remigration summit di estrema destra tenutosi nel teatro comunale, suscitando tensioni politiche tra centrosinistra e maggioranza di centrodestra sulla concessione degli spazi pubblici e sulle politiche migratorie. - Unita.tv

Una manifestazione di circa 200 cittadini ha animato piazza Libertà a Gallarate, nel varesotto, in risposta al Remigration summit tenutosi nello stesso giorno. L’evento, promosso da forze di ultradestra, si è svolto nel teatro Gassmann, un luogo pubblico concesso dal Comune guidato dalla Lega. I partecipanti al flash mob hanno espresso dissenso in modo pacifico ma deciso, evidenziando tensioni politiche e sociali attorno al tema della migrazione.

La protesta del centrosinistra in piazza libertà a gallarate

Il flash mob ha raccolto una partecipazione stimata intorno alle duecento persone, portando in piazza voci contrarie alle idee di espulsione di massa di migranti promosse nella conferenza ultradestra. I manifestanti si sono radunati con cartelli e slogan, più volte scandendo la parola “vergogna” in segno di protesta. L’evento era stato annunciato come una contromanifestazione, con l’obiettivo di rappresentare i cittadini contrari a politiche che suggeriscono la deportazione di persone sulla base della razza o della cittadinanza.

Le parole di alessandro alfieri

Il senatore del Partito democratico Alessandro Alfieri ha preso la parola durante l’iniziativa per sottolineare la contraddizione di fondo: «molti cittadini non accettano che un teatro comunale, uno spazio pubblico concesso dall’amministrazione di centrodestra, venga usato per diffondere idee di questo tipo». Alfieri ha inoltre criticato la posizione delle autorità nazionali, accusando il leader della Lega Matteo Salvini di aver “gettato la maschera” accettando la presenza di questo evento in nome di una presunta libertà di parola. Secondo il senatore, la libertà di espressione non dovrebbe essere impiegata “come una clava”, soprattutto quando si parla di deportazioni di massa ispirate a motivazioni razziali. Infine, Alfieri ha invitato la presidente del consiglio Giorgia Meloni ad esporsi chiaramente su queste tematiche.

La reazione dei rappresentanti dem in consiglio regionale lombardo

Dalla regione Lombardia sono giunti commenti duri a seguito della conferenza organizzata nel territorio. Il consigliere regionale del PD Samuele Astuti ha definito “vergognoso” l’evento ospitato a Gallarate e “una ferita per l’immagine della Lombardia”. Astuti ha inoltre annunciato la presentazione di una mozione al consiglio regionale per chiedere una condanna unanime ed esplicita di iniziative come questa.

La posizione della maggioranza regionale

La maggioranza regionale guidata dal presidente Attilio Fontana, del centrodestra, non ha però manifestato sostegno per questa risoluzione. Il consigliere dem ha accusato la maggioranza di nascondere “la testa sotto la sabbia” sull’argomento, evitando di prendere posizione contro idee di deportazione o politiche discriminatorie. La vicenda ha così acceso un dibattito politico che coinvolge attori locali e nazionali, con implicazioni dirette sul modo in cui vengono gestiti gli spazi pubblici e la libertà di espressione nei confronti di temi delicati come immigrazione e diritti umani.

Il contesto politico e le tensioni attorno al remigration summit

Il Remigration summit è un evento che riunisce esponenti e gruppi dell’ultradestra, noti per posizioni radicali su immigrazione e identità nazionale. L’incontro si è svolto proprio nel teatro Gassmann, spazio comunale concesso dall’amministrazione locale, innescando subito proteste da parte delle forze politiche di centrosinistra e di gruppi civici contrari a quanto sostenuto dagli organizzatori.

Dibattito sulla concessione degli spazi pubblici

La concessione del luogo ha alimentato discussioni sul ruolo delle istituzioni locali nel concedere spazi pubblici a iniziative dall’alto contenuto politico e simbolico. Salvini, leader della Lega, ha espresso sostegno all’evento, sostenendo che si dovesse garantire la libertà di parola anche a posizioni estreme, mentre diversi esponenti del centrosinistra hanno evidenziato come questa “libertà” non debba coprire proposte che incitano a deportazioni e discriminazioni.

Non a caso, è emersa la richiesta diretta di chiarimenti da parte della presidente Meloni su questi temi sensibili. La tensione politica e sociale ha creato così una polemica che coinvolge città, regione e livello nazionale, alimentando un dibattito acceso tra chi difende uno spazio ampio di espressione e chi si preoccupa delle ripercussioni di determinati messaggi per l’ordine pubblico e la convivenza civile.