Cinque attivisti bloccano il supermercato ipercoop a torino per chiedere il taglio dell’iva sui beni essenziali
Attivisti di Ultima Generazione protestano all’Ipercoop di Torino per chiedere l’azzeramento dell’Iva su beni alimentari essenziali, evidenziando le difficoltà economiche delle famiglie e degli agricoltori locali.

Il movimento Ultima Generazione ha protestato all’Ipercoop di Torino chiedendo la riduzione dell’Iva sui prodotti alimentari di prima necessità, denunciando l’impatto delle politiche governative su famiglie e agricoltori e promuovendo un boicottaggio nazionale per sostenere i produttori locali. - Unita.tv
Un gruppo di attivisti del movimento Ultima Generazione ha organizzato questa mattina una protesta all’interno del supermercato Ipercoop del Parco Dora, a Torino. La loro richiesta principale riguarda la riduzione dell’Iva su prodotti alimentari di prima necessità come pane, pasta e olio. L’azione si inserisce nel quadro di una mobilitazione più ampia che coinvolge diverse città italiane per sensibilizzare governo e cittadini sulle difficoltà legate al costo del cibo.
Il gesto di protesta dentro il supermercato: modalità e messaggi
I cinque manifestanti hanno fatto irruzione all’interno dell’Ipercoop utilizzando striscioni e volantini per interrompere la normale spesa dei clienti presenti. L’iniziativa faceva parte della campagna chiamata “Il Giusto Prezzo”, promossa per chiedere l’azzeramento dell’imposta sul valore aggiunto che grava sui beni di prima necessità, attualmente compresa tra il 4 e il 10 per cento. Attraverso questo gesto, il movimento ha voluto attirare l’attenzione sul peso fiscale che grava direttamente sui consumatori, complicando ulteriormente la situazione di molte famiglie italiane.
Parole di un attivista durante la protesta
Durante l’azione Francesco, uno degli attivisti di 34 anni, ha sottolineato come agricoltori e allevatori stiano vivendo un periodo difficile a causa di eventi climatici estremi, tra cui siccità e alluvioni, che hanno messo a rischio la produzione locale. Il portavoce ha ribadito che “il costo degli alimenti è cresciuto notevolmente, costringendo i cittadini a pagare sia alla cassa sia tramite le tasse”. Francesco ha inoltre criticato gli interventi governativi, accusando i ministri Meloni e Lollobrigida di favorire le grandi filiere e le importazioni a scapito dei produttori italiani senza offrire adeguate tutele.
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Gli slogan e i messaggi diffusi dai manifestanti sono volti a denunciare quello che considerano un sistema insostenibile, che penalizza le famiglie e compromette la sopravvivenza degli agricoltori locali. Con questa iniziativa, Ultima Generazione punta a creare consapevolezza su un problema reale e urgente, legato al prezzo degli alimenti e alla gestione delle risorse agricole del paese.
L’allargamento della protesta in altre città italiane e le prossime azioni
L’azione di Torino non resta un episodio isolato. Nel corso della giornata sono infatti previste manifestazioni analoghe in diverse zone d’Italia, coinvolgendo sia grandi città sia piccoli comuni. L’obiettivo dichiarato resta quello di diffondere la richiesta di una politica fiscale più equa riguardo ai prodotti essenziali, con un focus particolare sui supermercati come luoghi simbolo della spesa quotidiana.
Il movimento sta invitando la popolazione a partecipare ad un boicottaggio dei punti vendita previsto dall’11 ottobre, promettendo un’adesione di circa 100.000 persone. La chiamata è chiara: scegliere di comprare prodotti locali e solidali, evitando di sostenere un sistema che, secondo gli attivisti, “alimenta sia le disuguaglianze economiche che i danni ambientali”.
Boicottaggio come strumento di pressione
Il boicottaggio è concepito come una forma di pressione diretta sugli attori commerciali e politici, con lo scopo di far cambiare rotta alle politiche di tassazione e supporto agli agricoltori. Il movimento sottolinea come i supermercati rappresentino un punto nevralgico per mostrare come le scelte economiche abbiano un impatto anche sulle condizioni ambientali e sociali del paese.
La posizione di ultima generazione sulla crisi alimentare e le politiche governative
Ultima Generazione definisce i supermercati un simbolo invisibile ma centrale delle ingiustizie economiche e climatiche che colpiscono il paese. La loro esposizione mediatica passa proprio attraverso queste iniziative in luoghi frequentati da molti cittadini, con l’intento di portare il tema del costo del cibo all’attenzione pubblica in modo concreto e visibile.
Critiche alle scelte politiche e richieste
Il movimento critica apertamente le scelte politiche nazionali che, a loro avviso, favoriscono la grande distribuzione e le importazioni, innescando un circolo vizioso che danneggia le realtà agricole locali. Questo si traduce in una perdita di tutela per chi lavora la terra e in un aumento del prezzo finale per i consumatori, che finiscono per sostenere costi maggiori sia direttamente in negozio sia tramite la tassazione.
Il discorso di Ultima Generazione abbraccia sia le questioni ambientali, viste nelle difficoltà generate dai cambiamenti climatici, sia quelle economiche, focalizzandosi su una richiesta specifica: l’azzeramento dell’Iva su beni di prima necessità. Questo, ritengono, potrebbe alleviare la pressione sulle famiglie e favorire pratiche di consumo più responsabili e orientate al supporto delle filiere locali.
Chi guida queste iniziative vuole mettere sotto pressione il governo affinché introduca rimedi che partano proprio dalla fiscalità, usata come strumento per riequilibrare il mercato e sostenere la produzione nazionale in un momento segnato da crisi e instabilità. Questi appelli evidenziano la connessione tra politiche economiche e tutela del territorio, ribadendo che affrontare la questione del prezzo del cibo significa anche tutelare chi si occupa di agricoltura sul territorio italiano.