L’omicidio di Paolo Stasi, giovane di 19 anni ucciso nel novembre 2022 davanti alla sua casa a Francavilla Fontana, si è chiuso con una sentenza pesante emessa dalla corte d’assise di Brindisi. Christian Candita, ritenuto complice nell’omicidio volontario del ragazzo, è stato condannato all’ergastolo con isolamento diurno per un anno. Il caso aveva già visto la condanna in primo grado del minorenne accusato come esecutore materiale dell’agguato.
Approfondimento sulla sentenza della corte d’assise e il ruolo di christian candita
Il 24 aprile 2025 la corte d’assise di Brindisi ha stabilito che Christian Candita fosse colpevole dell’omicidio volontario in concorso ai danni del giovane Paolo Stasi. Candita, che al momento dei fatti aveva 24 anni, dovrà scontare l’ergastolo oltre a un anno in isolamento durante il giorno. La decisione arriva dopo una lunga istruttoria che ha ricostruito i dettagli della notte tra l’8 e il 9 novembre 2022 quando Stasi venne freddato davanti alla sua abitazione.
Secondo gli accertamenti giudiziari Candita non era l’esecutore materiale ma guidava l’automobile utilizzata per avvicinarsi alla casa della vittima. Questo elemento lo rende responsabile diretto dell’agguato perché senza quel mezzo sarebbe stato più difficile consumare l’attentato mortale. La sentenza conferma quindi un ruolo chiave nella pianificazione e nell’esecuzione dell’omicidio.
Luigi borraccino: esecutore materiale e condanna nel tribunale minorile
Parallelamente al processo contro Candita si era svolta la causa davanti al tribunale per i minorenni riguardo Luigi Borraccino, allora diciassettenne considerato autore fisico dello sparo fatale contro Paolo Stasi. In primo grado Borraccino è stato punito con una pena detentiva pari a venti anni.
Borraccino era sotto accusa anche in relazione ad altri reati collegati allo spaccio di sostanze stupefacenti associati agli eventi immediatamente successivi all’uccisione del ragazzo. Nel corso delle indagini è emerso che proprio lui aveva materialmente compiuto il gesto estremo mentre gli altri imputati avevano ruoli diversi nella vicenda criminale attorno alla vendita illegale delle droghe leggere.
Dinamiche dietro l’omicidio: debiti legati allo spaccio e consumo di droga
Le autorità hanno ricostruito le cause scatenanti della tragedia partendo da un debito economico relativo alla compravendita illegale di hashish e marijuana tra le parti coinvolte nella vicenda. Secondo quanto emerso dalle indagini Paolo Stasi insieme alla madre Annunziata D’Errico avevano accumulato un credito non saldato nei confronti proprio di Borraccino legandosi così a situazioni rischiose nel mondo dello spaccio locale.
La famiglia avrebbe consumato parte delle sostanze stupefacenti preparate nell’abitazione stessa dei Stasi ma pagandole solo parzialmente o tardivamente rispetto agli accordi presunti con Borraccino. Questa situazione avrebbe fatto precipitare i rapporti fino al tragico epilogo rappresentanto dall’uccisione violenta del giovane.
Processo parallelo su detenzione ai fini spaccio: assoluzione per annunziata d’errico
Nel medesimo procedimento giudiziario aperto presso la corte d’assise sono stati esaminati anche altri capi d’accusa rivolti agli imputati tra cui detenzione ai fini spaccio riferiti a episodi successivi al momento dell’omicidio stesso.
Tra questi figurava anche Annunziata D’Errico, madre della vittima, accusata inizialmente dalla procura come possibile responsabile morale almeno dal punto vista penale. Tuttavia sia la pubblica accusa sia il collegio giudicante hanno deciso diversamente assolvendo completamente la donna da ogni addebito.
Per quanto riguarda invece Luigi Borraccino oltre alla pena principale comminata gli sono state inflitte ulteriori sanzioni economiche: nove anni aggiuntivi da trascorrere in carcere più una multa pari a cinquantamila euro.
Christian Candita infine dovrà risarcire i familiari della vittima attraverso procedura separata prevista dalla legge civile.