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Chiuso ristorante etnico a monteverde per gravi violazioni igienico sanitarie e sequestri alimentari

Controlli congiunti tra polizia locale, asl e nucleo nas a Monteverde portano alla chiusura di un ristorante etnico per gravi violazioni igieniche e sequestro di 300 chili di alimenti.

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A Monteverde, Roma, un ristorante etnico è stato chiuso dopo un controllo congiunto di polizia locale, asl e nucleo nas che ha rilevato gravi carenze igieniche e il sequestro di oltre 300 kg di cibo in cattivo stato, a tutela della salute pubblica. - Unita.tv

Un controllo congiunto tra polizia locale, asl e nucleo nas ha portato alla chiusura di un ristorante etnico a monteverde. I controlli hanno messo in luce condizioni igieniche estremamente precarie, con cibo conservato in modo pericoloso e attrezzature sporche. Il sequestro di oltre 300 chili di alimenti in cattivo stato ha evitato rischi per la salute dei clienti, tra cui molti turisti.

Ispezione congiunta tra polizia locale, asl e nucleo nas

Nel quartiere monteverde, a Roma, la polizia locale del XII gruppo monteverde ha agito insieme al personale della asl di zona e al nucleo antisofisticazioni dei carabinieri per un controllo su un ristorante di cucina etnica. L’intervento è avvenuto dopo segnalazioni che indicavano possibili irregolarità nelle condizioni igienico-sanitarie del locale. La presenza di forze dell’ordine e sanitarie ha consentito di verificare a fondo la situazione, mettendo sotto accusa diversi aspetti legati alla gestione degli alimenti e alla sicurezza dei consumatori.

Durante la verifica, sono stati passati al setaccio sia i locali aperti al pubblico sia le cucine. La cooperazione tra istituzioni ha permesso di individuare violazioni che, singolarmente, avrebbero potuto essere difficili da documentare, ma che insieme hanno evidenziato un quadro complessivo di degrado e trascuratezza.

Condizioni igienico sanitarie riscontrate e rischi per la salute pubblica

Le ispezioni hanno svelato una gestione degli spazi che ignorava le basilari norme igieniche. La cucina risultava invasa da sporco diffuso e incrostazioni, visibili sulle superfici di lavoro, sui muri e sulle attrezzature, compresi i piani di cottura. Il pentolame e gli utensili, in più, erano spesso sporchi e mal tenuti, condizioni che si riflettono direttamente sulla qualità del cibo preparato.

Le pietanze pronte e le materie prime erano conservate in contenitori improvvisati, spesso a rischio contaminazione. All’interno dei frigoriferi si trovavano derrate accatastate senza rispetto delle temperature né delle procedure di sicurezza alimentare. Questa cattiva gestione esponeva clienti e operatori a pericoli concreti legati sia a intossicazioni sia a infezioni alimentari.

Il sequestro di circa 300 chili di alimenti, giudicati in cattivo stato, è intervenuto proprio per evitare rischi per la comunità. Cibi stoccati tra rifiuti e sporcizia hanno evidenziato una gravità della situazione difficile da sottovalutare.

Accertamenti di natura penale: menù, videocamere e mancanze amministrative

Oltre a irregolarità nella pulizia e conservazione, le autorità hanno scoperto ulteriori violazioni penali legate alla conduzione dell’attività. Il menù indicava l’impiego di prodotti freschi, ma in realtà si utilizzavano surgelati senza dichiararlo, ingannando così i clienti e infrangendo alcune norme sul commercio alimentare.

In aggiunta, il locale era dotato di videocamere le cui registrazioni coprivano zone riservate a clienti e lavoratori, senza la prevista autorizzazione. Ciò ha posto violazioni alla privacy, elevando la gravità dell’intervento sul piano giudiziario. Al gestore sono state contestate sia queste irregolarità sia le residue questioni amministrative.

Questi rilievi porteranno a procedimenti legali e ad ulteriori verifiche sulle condizioni di lavoro e sulla gestione del ristorante stesso.

Impatto e tutela dei clienti, turisti tra gli avventori abituali

La chiusura del ristorante arriva in un momento di intensa frequentazione, con gruppi di turisti e residenti tra i clienti più abituali. Questi ultimi si affidavano al locale, probabilmente all’oscuro delle condizioni reali in cucina e negli spazi di preparazione dei cibi.

L’intervento tempestivo delle forze dell’ordine ha quindi svolto un ruolo fondamentale nel salvaguardare la salute pubblica. La rimozione dal mercato alimentare di tutto il materiale contaminato evita pericoli immediati per chi consumava pasti nel locale.

Nel quartiere monteverde, la vicenda richiama l’attenzione sulla necessità di controlli serrati sulle attività commerciali di ristorazione, soprattutto quando si tratta di cucine etniche in ambienti urbani con passaggio continuo di turisti e cittadini.