Chiesti fino a 6 anni di reclusione per gli anarchici coinvolti nei disordini dell’11 febbraio 2023 a Milano
A Milano, la manifestazione a sostegno di Alfredo Cospito ha portato a scontri e danni, con la Procura che richiede fino a 6 anni di pena per 11 imputati legati all’area anarchica.

Nel 2023 a Milano, una manifestazione anarchica a sostegno di Alfredo Cospito è degenerata in scontri e danni. La Procura ha chiesto fino a 6 anni di carcere per 11 imputati per resistenza, danneggiamento e travisamento. - Unita.tv
Il 2023 ha visto una manifestazione calda a Milano, con l’area anarchica protagonista in un corteo a sostegno di Alfredo Cospito, l’anarchico allora in sciopero della fame in carcere. Dopo gli scontri e i danni che ne sono derivati, la Procura ha avviato un processo che ora richiede condanne fino a 6 anni per 11 imputati riconducibili a quel contesto. I crimini contestati coprono resistenza aggravata, danneggiamento e travisamento, come emerso durante la requisitoria a Milano.
La manifestazione dell’11 febbraio 2023 e gli eventi sul campo
La protesta contro la detenzione e il trattamento di Alfredo Cospito ha radunato decine di persone a Milano in piazza XXIV Maggio. Il corteo si è mosso lungo la città con l’intenzione dichiarata di mostrare solidarietà all’anarchico in sciopero della fame, ma la tensione è salita più rapidamente di quanto prevedessero gli organizzatori. Subito dopo pochi minuti di cammino, tra i 300 e i 400 metri, alcuni manifestanti hanno cominciato a imbrattare superfici, mostrando atteggiamenti aggressivi.
In particolare, sono stati danneggiati pezzi di arredo urbano e due auto del servizio Enjoy, parzialmente distrutte durante il lancio di oggetti verso obiettivi non specificati ma che hanno aumentato il livello di caos. Alcuni dei manifestanti portavano caschetti protettivi e passamontagna, e si erano coperti dietro uno striscione rinforzato in plexiglas, segno chiaro che non si trattava di una manifestazione pacifica.
Analisi sul comportamento dei manifestanti
Il fatto che i manifestanti indossassero dispositivi di protezione e utilizzassero uno striscione rinforzato dimostra una volontà chiara di scontro. La presenza di questi elementi ha contribuito a una percezione di escalation rispetto alle manifestazioni precedenti.
L’indagine della procura di milano e le accuse mosse agli imputati
La pm Francesca Crupi, con il suo collega Leonardo Lesti, ha condotto le indagini di fronte a una situazione esplosiva. Hanno raccolto elementi per contestare accuse precise e gravose: oltre alla resistenza aggravata contro le forze dell’ordine intervenute sul posto, si contano atti di danneggiamento e travisamento. A far discutere è stata soprattutto l’organizzazione di alcuni manifestanti, che mostrava una pianificazione ben evidente.
Durante la requisitoria la pm ha detto che “si percepiva qualcosa di diverso rispetto alle precedenti manifestazioni”, evidenziando la presenza di dispositivi di protezione personale e di strumenti come lo striscione rinforzato che serviva anche come scudo. Tutti elementi che sottolineano come il corteo avesse connotazioni diverse e più conflittuali rispetto a quelle osservate in altre occasioni, e ciò fa pesare le accuse sul gruppo anarchico milanese coinvolto.
Quadro giudiziario e richieste di pena
La Procura ha chiesto pene che possono arrivare fino a 6 anni di reclusione per i 11 imputati, tutti legati all’area anarchica locale. Questi provvedimenti nascono dalla combinazione delle accuse di resistenza aggravata, danneggiamento e travisamento. Ogni persona dovrà rispondere di azioni che hanno causato disordini pubblici e che hanno messo a rischio la sicurezza durante la protesta.
Iter del processo
Il procedimento giudiziario sta seguendo un iter rigoroso, con l’attenzione posta sul contesto specifico della manifestazione e sui comportamenti individuali e collettivi. Le pene richieste testimoniano che chi si è macchiato di violenze e danni potrebbe dover sopportare conseguenze penali molto rilevanti. Il processo continuerà a Milano, dove è alta l’attesa per la decisione finale della magistratura.