Home Chiara colosimo e la foto con luigi ciavardini: le scuse della presidente della commissione antimafia dopo le polemiche

Chiara colosimo e la foto con luigi ciavardini: le scuse della presidente della commissione antimafia dopo le polemiche

Chiara Colosimo, presidente della commissione parlamentare antimafia, si scusa per una foto con Luigi Ciavardini e ribadisce il rispetto delle sentenze sulle stragi degli anni di piombo.

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Chiara Colosimo, presidente della commissione antimafia, si scusa per una foto con il terrorista Luigi Ciavardini, chiarendo che non condivide le sue idee e ribadendo il rispetto per le sentenze sulle stragi degli anni di piombo. - Unita.tv

La presidente della commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo, è tornata a parlare della foto controversa che la ritrae insieme a Luigi Ciavardini, condannato per la strage di Bologna. Durante un intervento alla scuola di formazione politica Piersanti Mattarella, Colosimo ha espresso le sue scuse e ha spiegato le circostanze dell’incontro, chiarendo la natura dei rapporti con il terrorista. Le sue parole si inseriscono nel dibattito che ancora oggi richiama gli anni di piombo e le ferite ancora aperte dalla stagione delle stragi.

Il contesto della foto e le parole di chiara colosimo

La fotografia risale a un periodo in cui Chiara Colosimo era consigliere regionale. Ha spiegato che quell’immagine ha generato indignazione, e di fronte alle critiche ha chiesto scusa, preferendo però la parola perdono. La dirigente politica ha detto: “Quella foto risale a quando facevo il consigliere regionale: non posso che continuare a chiedere scusa, anche se preferisco dire perdono, se quella immagine ha offeso qualcuno”.

Chiarimenti sull’incontro con ciavardini

Ha poi aggiunto che l’incontro con Luigi Ciavardini è avvenuto in carcere, dove il terrorista godeva di permessi per uscire e gestiva un’associazione dedita alla rieducazione dei detenuti. Colosimo ha voluto mettere in chiaro che non si trattava di un evento istituzionale né di una condivisione di idee: “Quella foto non è un segno di condivisione e non vuole in alcun modo riabilitare quell’uomo”. Ha sottolineato che da anni non vede Ciavardini e spera che il suo percorso lo abbia portato a pentirsi per quanto fatto.

Chiara colosimo sulle stragi e il ricordo degli anni di piombo

La deputata ha parlato con fermezza anche degli anni di piombo e delle stragi che hanno segnato l’Italia. Ha ricordato che si è trattato di un periodo segnato da paura e violenza, ma non è possibile fare sconti o distinguo sulle responsabilità penali. Per questo, ha chiesto il coraggio di abbandonare le giustificazioni e di accettare le sentenze definitive.

Il rispetto delle sentenze definitive

Ha dichiarato: “Quando c’è una sentenza, quella sentenza va rispettata”. Questa presa di posizione riguarda tutte le stragi e porta con sé la consapevolezza che nel 2025 continuare a giustificare atti di terrorismo è privo di senso. Colosimo ha definito folle difendere azioni indifendibili e ha affermato che la violenza del terrorismo di destra ha provocato danni incalcolabili, un dato che deve essere riconosciuto per poter guardare avanti.

La distanza da ideologie terroristiche e il peso della memoria

Durante il discorso alla scuola di formazione politica, Chiara Colosimo ha ribadito la propria estraneità rispetto al mondo del terrorismo. Ha detto: “Io non ho nulla a che vedere con quella gente, e quella gente mi spaventa”. Un’affermazione netta che segna la distanza totale dalle ideologie responsabili di stragi e violenze.

Memoria e rispetto per le vittime

La memoria delle vittime e il rispetto per la giustizia restano punti fermi nelle dichiarazioni di Colosimo. Non ha mai voluto alimentare equivoci sulla sua posizione. La foto con Ciavardini, ha spiegato, è stata un errore nella percezione pubblica, ma non ha mai rappresentato una condivisione di un passato oscuro.

Le polemiche continuano a testimoniare come il passato degli anni di piombo pesi ancora sulla politica italiana. Le parole di Chiara Colosimo cercano di mettere una parola chiara su una questione delicata, richiamando al rispetto della verità giudiziaria e a un riconoscimento degli eventi storici senza sconti o revisionismi.