Cecilia Bartoli incanta Cremona con orfeo ed euridice: un melodramma che riscrive il monteverdi festival

Serena Fontana

12 Giugno 2025

Scopri come Cecilia Bartoli ha trasformato L’Orfeo ed Euridice* di Gluck in un evento unico al Monteverdi Festival di Cremona, portando emozione e innovazione sul palco.*

Quando si parla di Monteverdi Festival a Cremona, ci si aspetta musica barocca e antiche melodie. Ma quest’anno la protagonista è stata Cecilia Bartoli con L’Orfeo ed Euridice di Gluck, un’opera che sembrava quasi fuori programma. Invece è stata una vera lezione di melodramma.

Bartoli non è solo una cantante: è un’artista completa che cura ogni dettaglio dello spettacolo. Sul palco del teatro Ponchielli ha portato la sua orchestra personale, Les musiciens du prince di Monaco, diretta da Gianluca Capuano. Il risultato? Un evento speciale, come lo definisce il sito ufficiale del festival.


Un orfeo diverso, ma che conquista subito cremonA

Sul palco non c’erano scenografie elaborate o effetti speciali. Solo luci essenziali e i corpi degli interpreti a raccontare la storia. Cecilia Bartoli veste i panni di Orfeo con un tailleur pantalone nero – simbolo del lutto – che diventa bianco quando scende negli inferi per salvare Euridice.

Melissa Petit interpreta sia Euridice sia Amore, dando voce a due personaggi chiave della vicenda. La loro interazione sul palco crea una tensione palpabile e coinvolgente.

Il coro “Il canto di Orfeo”, diretto da Jacopo Facchini, accompagna le voci principali aggiungendo profondità al racconto musicale nella versione rivista per Parma del 1769.


Una voce che emoziona e una recitazione intensa

La voce di Bartoli basta a rapire il pubblico nel piccolo teatro Ponchielli. Ma lei va oltre: è anche attrice e trasmette ogni sfumatura emotiva del personaggio con gesti precisi e sguardi intensi.

Questa combinazione rende l’opera più viva rispetto a molte produzioni tradizionali messe in scena con grandi scenografie ma meno coinvolgenti dal punto di vista emotivo.


Applausi lunghi e standing ovation: quando la musica parla al cuore

Alla fine dell’esibizione il silenzio cala improvviso tra gli spettatori. Le luci si spengono lentamente lasciando accesi solo i ceri tenuti dal pubblico in sala: un momento magico e quasi sacro.

Poi esplode l’applauso, lungo e caloroso, che diventa standing ovation con richieste insistenti di bis. È la conferma che questa interpretazione ha toccato profondamente chi era presente quella sera a Cremona.


Il festival continua con nuove sorprese da non perdere

Dopo questo straordinario debutto arriva l’inaugurazione ufficiale del Monteverdi Festival 2025 prevista per questa sera sempre al teatro Ponchielli.

In programma c’è “Il ritorno di Ulisse in patria” diretto da Davide Livermore, regista noto per le sue produzioni innovative. Livermore torna anche sul palco come cantante nel ruolo di Iro: un’occasione rara da vedere dal vivo.

Il festival promette così altre serate intense all’insegna della grande musica barocca reinterpretata da artisti contemporanei capaci di rinnovare la tradizione senza snaturarla.


Cremona conferma ancora una volta il suo ruolo centrale nel panorama musicale italiano grazie a eventi come questo Monteverdi Festival dove passato e presente si incontrano in modo sorprendente ed emozionante.

Ultimo aggiornamento il 12 Giugno 2025 da Serena Fontana