Cassazione conferma domiciliari per chiara petrolini nonostante accuse gravi di omicidio
La Corte di Cassazione conferma i domiciliari per Chiara Petrolini, accusata di omicidio e occultamento dei corpi dei figli neonati, nonostante la richiesta della procura di custodia in carcere.

La Corte di Cassazione ha confermato gli arresti domiciliari per Chiara Petrolini, imputata per la morte e occultamento dei corpi dei suoi figli neonati, disponendo un nuovo esame del tribunale del riesame sulla misura cautelare. - Unita.tv
La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza che conferma la misura dei domiciliari per chiara petrolini, giovane imputata per la morte e l’occultamento dei corpi dei suoi figli neonati. La decisione segue un ricalcolo del tribunale del riesame paventato dalla procura, che chiedeva la custodia in carcere. Le motivazioni della cassazione chiariscono la valutazione complessa del caso, sottolineando le condizioni uniche in cui si sono svolti i fatti e la pericolosità attribuita alla donna.
La conferma dei domiciliari nonostante l’accusa di omicidio
Il 25 febbraio 2025 la prima sezione della cassazione ha confermato la detenzione domiciliare per chiara petrolini, mantenendo così la misura disposta in primo grado. Petrolini è accusata di avere ucciso i figli neonati e poi di aver nascosto i corpi, una ricostruzione che ha sconvolto l’opinione pubblica. La procura, nel ricorso al tribunale del riesame, aveva chiesto il carcere perché riteneva necessario un controllo più severo per questa imputata. Il tribunale però aveva respinto la richiesta, confermando i domiciliari.
I giudici della cassazione hanno annullato con rinvio l’ordinanza del tribunale del riesame che aveva stabilito il carcere. In pratica, il nuovo giudizio dovrà rivedere quella decisione, tenendo conto delle osservazioni della corte suprema. Si tratta di un rimando significativo, perché è raro che la cassazione ordini una nuova valutazione su una misura cautelare in casi così delicati.
Le condizioni originali dei fatti e la pericolosità di chiara petrolini
Nel dispositivo della sentenza viene evidenziato che i fatti contestati sono avvenuti in un contesto che non si può più replicare. Questo dettaglio influisce sulla possibilità di applicare certe misure cautelari. I giudici spiegano che le condizioni in cui si sono verificati i reati sono cambiate da allora, e non ritornano. È un punto centrale per l’ordinanza perché determina il rischio di reiterazione del reato e la valutazione della custodia.
La cassazione riconosce anche il profilo pericoloso dell’imputata. La definisce dotata di “elevatissima capacità mistificatoria” e “non comune determinazione criminale”. Questo significa che petrolini sa agire con grande freddezza e astuzia, e non si limita ad azioni impulsive. Tale giudizio, ripetuto nelle motivazioni, è importante ma non basta da solo a concedere il carcere.
La ricostruzione della vita di relazione durante i domiciliari
Secondo i giudici, chiara petrolini ha potuto commettere i reati perché ha mantenuto una vita sociale e affettiva molto attiva, nonostante la detenzione domiciliare. Questo aspetto emerge da un documento di 14 pagine allegato al procedimento, in cui si spiega che lei ha saputo stabilire e coltivare rapporti complessi e significativi anche da casa propria.
L’interruzione di questa vita in regime di arresti domiciliari si configurerebbe come un freno importante per qualsiasi azione criminale. La corte ritiene pertanto che mantenere petrolini ai domiciliari limiti molto di più la sua libertà di agire rispetto al passato. Nonostante la gravità dei fatti attribuiti, la misura cautelare più severa non è stata riconfermata proprio alla luce di questo elemento.
Motivazioni della cassazione e prossimo giudizio
Le motivazioni della cassazione quindi separano il profilo criminoso dalla possibilità pratica di condurre determinate azioni, legando la scelta cautelare anche a uno stato concreto e attuale. Petrolini resta così agli arresti domiciliari ma la partita non è chiusa, visto che andrà rifatto il giudizio del tribunale del riesame in base al nuovo indirizzo della corte suprema.