Cartello contro israeliani sionisti appeso e rimosso da merceria in via statuto, il caso a milano
Un cartello contro gli israeliani sionisti affisso a una merceria di Milano ha scatenato polemiche sull’antisemitismo e la libertà di espressione, evidenziando tensioni legate al conflitto israelo-palestinese.

A Milano, un cartello antisionista esposto in una merceria di via Statuto ha scatenato polemiche, sollevando un acceso dibattito su antisemitismo, libertà di espressione e tensioni legate al conflitto israelo-palestinese; il titolare ha poi rimosso il cartello dopo le proteste. - Unita.tv
A Milano, nel cuore della città, una merceria di via Statuto è finita al centro di un caso che ha acceso il dibattito sull’antisemitismo e la libertà di espressione. Un cartello con una scritta in ebraico, accusata di escludere gli israeliani sionisti, è stato rimosso dal titolare dopo le proteste e le polemiche esplose nei giorni scorsi. La vicenda ha attirato l’attenzione di politici, cittadini e associazioni, facendo emergere tensioni rispetto al conflitto israelo-palestinese e al modo in cui viene affrontato nel contesto italiano.
L’origine del cartello e le reazioni immediate
Il cartello è comparso mercoledì sulla porta della merceria, scritto in ebraico e con la frase “Israeliani sionisti non sono i benvenuti qui”. Sopra, era affisso un altro cartello con la scritta “Stop War” e l’immagine di due razzi, uno con la bandiera palestinese e l’altro con quella israeliana. Il cartello si presentava con bianco su sfondo blu e non ha impiegato molto a suscitare una forte reazione nella comunità locale e online.
Il post di Roberto della rocca
Roberto Della Rocca, ex membro della Camera di commercio israelo-italiana, ha denunciato la situazione su Facebook chiedendosi come, in quanto israeliano e sionista, non potesse più accedere libero alla merceria. Nel suo post ha sottolineato di non appartenere al governo israeliano, di non avere responsabilità in atti di violenza e di non vivere in colonie, tentando così di evidenziare la discrasia tra la scritta sul cartello e la realtà personale dei cittadini coinvolti. La sua diffusione ha contribuito a far esplodere le polemiche anche fuori dalla cerchia locale.
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Il dibattito politico e il richiamo alla lotta all’antisemitismo
Di fronte al clamore suscitato dal caso, politici di orientamenti diversi si sono espressi condannando il cartello come un episodio che accresce le tensioni e alimenta l’odio antiebraico. Carlo Monguzzi, consigliere dei Verdi, e Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia, hanno preso posizione senza esitazioni. Daniele Nahum, consigliere comunale di Azione, ha chiosato mettendo in evidenza come il clima di crescente tensione abbia normalizzato l’uso di termini e atteggiamenti che sfociano facilmente nella discriminazione contro gli ebrei.
L’intervento di daniele nahum
Nel suo intervento, Nahum ha sottolineato la necessità di un’imponente mobilitazione nazionale che fermi questa ondata di antisemitismo, anche alla luce dei fatti recenti che mostrano come il conflitto israelo-palestinese venga spesso riproposto in modi che mettono a rischio la convivenza civile sul territorio italiano. La vicenda della merceria di via Statuto si inserisce proprio in questo contesto controverso e rischioso.
La posizione del titolare e la rimozione del cartello
Il proprietario della merceria ha spiegato ieri con chiarezza il suo gesto, sottolineando che il cartello non voleva essere un invito all’odio o all’esclusione. Ha detto che è stato male interpretato, causando polemiche e preoccupazione che lo hanno spinto a togliere tutto per evitare problemi. Ha negato ogni forma di antisemitismo e razzismo, affermando di opporsi alla violenza e di voler promuovere la pace.
Il titolare ha riferito di avere rapporti con amici e conoscenti ebrei, incluso chi lo ha ringraziato per la solidarietà mostrata verso il popolo palestinese. Ha spiegato di riferirsi alla gravità del massacro di civili e al diritto dei popoli ad avere una propria nazione, asserendo che questa situazione doveva risolversi da tempo. La rimozione del cartello è stata fatta anche per rispondere a pressioni e continui disturbi ricevuti dopo la sua comparsa.
Implicazioni sociali e reazioni della comunità
Il caso ha messo in evidenza tensioni profonde che attraversano alcune comunità a Milano e non solo. Il messaggio scritto in ebraico ha colpito non soltanto gli israeliani, ma anche chi difende la libertà di espressione e rigetta ogni forma di discriminazione. Le reazioni sono arrivate sia da chi ha interpretato il cartello come un gesto di protesta contro il conflitto in Medioriente, sia da chi ha visto in esso un segnale pericoloso di esclusione.
Il confronto aperto tra le diverse posizioni ha rivelato l’importanza di gestire con attenzione temi delicati, per evitare che tensioni internazionali si traducano in episodi di conflitto anche a livello locale. La vicenda ha dimostrato quanto sia facile trasformare un gesto simbolico in motivo di frattura sociale, specialmente in un contesto urbano complesso come quello di Milano. Dalle scuole ai centri culturali, l’appello a mantenere il rispetto reciproco resta una questione attuale e necessaria per la convivenza.