Il prezzo dei libri scolastici continua a salire anche nel 2025. Secondo i dati diffusi dall’associazione italiana editori , il costo dei testi per la scuola secondaria di primo grado aumenta in media dell’1,7%, mentre per quella di secondo grado l’incremento raggiunge l’1,8%. Questi valori si allineano all’inflazione registrata a maggio 2025, stimata dall’istat intorno all’1,7% su base annua. La situazione suscita però forti timori tra editori, librai e studenti che chiedono interventi urgenti da parte delle istituzioni.
Andamento dei prezzi dei libri scolastici nel 2025
L’aumento medio del prezzo dei volumi scolastici nel 2025 riflette l’inflazione generale registrata in italia nei primi mesi dell’anno. L’aie sottolinea come il rincaro sia contenuto e coerente con la crescita del costo della vita stimata dall’istat a maggio. Tuttavia questo incremento non è isolato: negli ultimi anni i prezzi sono cresciuti costantemente superando in alcuni casi la metà dell’inflazione complessiva.
Aumenti e inflazione cumulata recenti
Tra il maggio del 2021 e lo stesso mese del 2024 l’inflazione cumulata ha raggiunto il 14,7%, mentre i prezzi dei libri di testo sono saliti rispettivamente del 7,5% per la scuola secondaria di primo grado e dell’8,2% per quella superiore. Questo indica un aumento più lento rispetto alla media generale ma comunque significativo sul bilancio delle famiglie.
Le spese legate ai materiali didattici rappresentano solo una parte degli oneri che le famiglie devono sostenere ogni anno per garantire ai figli un regolare percorso scolastico. I rincari si sommano ad altri costi fissi come trasporti o attività extrascolastiche rendendo sempre più difficile assicurare il diritto allo studio senza sacrifici economici.
Reazioni di studenti ed enti al caro libri
La crescita continua nei prezzi ha suscitato reazioni forti da parte degli studenti organizzati nelle principali associazioni nazionali. Tommaso Martelli coordinatore nazionale dell’unione degli studenti ha espresso preoccupazione riguardo al peso crescente delle spese legate al materiale scolastico sulle famiglie italiane.
Martelli ricorda che “i libri rappresentano solo una quota delle uscite necessarie a mandare avanti un percorso educativo completo e accessibile a tutti.” Per lui questa situazione “mette seriamente a rischio il diritto allo studio perché limita chi può permetterselo davvero senza difficoltà economiche.”
Paolo Notarnicola, coordinatore della rete degli studenti medi, denuncia invece come gli aumenti sistematici trasformino l’acquisto dei testi in una sorta di “tassa occulta” che ostacola concretamente l’ingresso alla conoscenza soprattutto nelle fasce meno abbienti della popolazione studentesca italiana.
Secondo Notarnicola infatti “questi rincari mostrano chiaramente quanto oggi la scuola pubblica rischia di diventare uno spazio esclusivo piuttosto che aperto ed equo; un mercato chiuso dove i prezzi vengono fissati senza reali controlli né alternative valide grazie anche alla tolleranza istituzionale verso queste dinamiche.”
Proposte politiche e richieste dai sindacati librai
Sul fronte politico Barbara Floridia senatrice del Movimento Cinque Stelle ha annunciato una mozione parlamentare finalizzata ad affrontare con urgenza le problematiche legate al caro libri scolastici entro pochi giorni dalla presentazione della notizia stessa.
Floridia chiede misure concrete quali sostegni diretti alle famiglie più fragili economicamente; diffusione capillare di materiali digitalizzati accessibili gratuitamente o quasi; rilancio consistente dello strumento comodato d’uso gratuito oltre a detrazioni fiscali realizzabili realmente dalle persone interessate senza complicazioni burocratiche inutilmente gravose.
Questa posizione mira soprattutto a riportare la scuola pubblica dentro uno spazio effettivamente paritario eliminando barriere economiche artificialmente create dal mercato attuale dove spesso prevalgono logiche commerciali anziché educative vere.
Riflessioni dal sindacato librai
Antonio Terzi presidente del sindacato librai confesercenti sollecita invece una riflessione politica ampia su tutto il quadro normativo vigente relativo alla vendita e distribuzione dei testi didattici in italia coinvolgendo tutte le parti interessate comprese scuole, librerie, cartolibrerie ed editoria stessa nella ricerca condivisa di soluzioni equilibrate capaci da tutelare lavoratori esercenti di piccole realtà territoriali e consumatori finali.
Terzi evidenzia inoltre come negli ultimi anni siano stati scaricati sulla rete distributiva molti oneri necessari affinché produttori mantenessero margini accettabili provocando riduzioni significative nei guadagni delle librerie tradizionali spesso messe sotto pressione dalla concorrenza sleale derivante anche da iniziative commerciali sempre nuove ma non sempre trasparenti.
Infine rimane irrisolto – secondo Terzi – il problema relativo ai tetti massimi stabiliti sui costi delle forniture alle scuole: pur essendo stati aumentati quest’anno soltanto del 2% sui valori fissati nel lontanissimo 2012, continuano ad essere insufficienti creando difficoltà operative notevoli agli istituti stessi nell’organizzazione annuale degli acquisti didattici.
Iniziative alternative contro gli effetti negativi
In risposta alle difficoltà causate dagli incrementi continui sul prezzo dei libri molti gruppi di studenti hanno deciso di promuovere pratiche di mercatini usati durante i periodi estivi quest’anno ancora.
Queste forme di mutualismo consentono di recuperare scelte editoriali convenienti e favoriscono reti solidali locali qui possano scambiarsi testi educativi risparmiando su acquisti nuovi molto onerosi.
Paolo Ambrosini, presidente dell’associazione librai italiani confcommercio, sottolinea il valore fondamentale di misure fiscali che possano favorire la compra dei libri in famiglia e ribadisce l’impegno affinché venga fatta piena attuazione del piano olivetti annunciato a sua volta dal ministro Giuli durante il Salone Libro Torino.
L’obiettivo comune resta quello di sostenere concretamente famiglie ed istituti riducendo l’impatto finanziario collegato ad un bene primario quale è la possibilità di ricevere e fruire dell’istruzione.
La questione rimane quindi aperta con molteplici punti di critica ancora irrisolti e richieste pressanti affinché venga garantito al più presto un accesso equo alla scuola attraverso un mercato dei libri più regolamentato e sostenibile.