Carlo nordio a milano: nessuna subordinazione del pm all’esecutivo e la proposta di inserire l’avvocato in Costituzione
Il ministro Carlo Nordio, durante l’evento “Talk to the future” a Milano, ha riaffermato l’indipendenza della magistratura e proposto di inserire l’avvocato nella Costituzione italiana per garantire un processo giusto.

Il ministro Nordio, durante l’evento milanese "Talk to the future", ha ribadito l’indipendenza del pubblico ministero dall’esecutivo e proposto di inserire l’avvocato nella Costituzione, sottolineando l’importanza di bilanciare tecnologia e diritti nel sistema giudiziario italiano. - Unita.tv
Il ministro della giustizia Carlo nordio ha ribadito con fermezza l’indipendenza della magistratura durante un incontro a milano con professionisti del diritto. Nel corso dell’evento “Talk to the future“, dedicato al rapporto tra intelligenza artificiale e giustizia, nordio ha evidenziato alcuni temi chiave che riguardano il funzionamento del sistema giudiziario italiano. Tra le dichiarazioni più rilevanti, ha promesso che il pubblico ministero non sarà mai soggetto all’esecutivo e ha avanzato l’ipotesi di riconoscere l’avvocato nell’ambito costituzionale, un passo che cambierebbe la struttura del processo penale nel nostro paese.
La garanzia dell’indipendenza del pubblico ministero
Durante il suo intervento in tribunale a milano, il ministro nordio ha voluto fugare ogni dubbio sull’autonomia del pubblico ministero. Ha espresso in modo netto la volontà di mantenere il pm libero da pressioni o influenze dell’esecutivo, una promessa che rappresenta un impegno serio nei confronti della giustizia italiana. Questa dichiarazione arriva in un momento in cui la distinzione tra poteri dello stato è un tema molto dibattuto, spesso al centro di tensioni politiche e legali. Il ministro ha dunque sottolineato che “non esisterà mai alcuna deferenza del pm rispetto al potere governativo”, riaffermando la separazione inamovibile tra sistema giudiziario e potere esecutivo.
Tutela delle garanzie processuali
Questa posizione fa parte di un quadro più ampio di tutela delle garanzie processuali, dove il ruolo del pubblico ministero deve rimanere imparziale e concentrato solo sulla ricerca della verità. L’assenza di subordinazione politica assicura che le indagini e le azioni giudiziarie non vengano condizionate da interessi esterni, fondamentali perché il sistema funzioni secondo criteri di correttezza e legalità. Quel che nordio ha spiegato ai presenti in tribunale è quindi una linea chiara per il futuro della magistratura e della funzione pubblica del pm.
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La proposta di inserire l’avvocato nella Costituzione
Accanto alla questione dell’indipendenza del pm, il ministro nordio ha messo sul tavolo una novità importante: l’idea di inserire la figura dell’avvocato nella Costituzione italiana. Secondo nordio, giustificare un “processo giusto” senza attribuire all’avvocato un trattamento costituzionale equivalente a quello della magistratura sarebbe un errore. La proposta vuole riconoscere formalmente l’importanza del lavoro degli avvocati, che rappresentano la difesa e contribuiscono al bilanciamento nel processo.
Ruolo costituzionale dell’avvocato
Attualmente la Costituzione tutela con forza la magistratura, ma non prevede una menzione esplicita dell’avvocato come soggetto della giurisdizione. Affidargli una dignità formale e sostanziale renderebbe il suo ruolo più solido, rafforzando i diritti della difesa e garantendo una maggiore parità all’interno delle aule di tribunale. L’intervento di nordio ha acceso il dibattito tra i legalisti presenti e rappresenta un banco di prova per future modifiche costituzionali.
Questa ipotesi ha implicazioni concrete per tutta la professione forense. Cambierebbe l’approccio al processo penale, inserendo un riferimento giuridico forte, quasi alla stregua della magistratura, ribadendo che il diritto alla difesa è un pilastro irrinunciabile della giustizia. Per molti addetti ai lavori, si tratta di un riconoscimento atteso da tempo, che conferisce maggiore peso politico e istituzionale all’attività degli avvocati.
Il contesto dell’evento “talk to the future” su intelligenza artificiale e giustizia
L’evento milanese “Talk to the future” si è svolto dal 12 al 19 aprile 2025, promosso dall’ordine degli avvocati di milano. Ha riunito magistrati, avvocati, esperti e rappresentanti delle istituzioni per discutere come l’intelligenza artificiale possa influenzare il mondo della giustizia. La settimana di incontri ha affrontato temi delicati, dalla gestione dei dati giudiziari ai rischi di automatizzazione delle decisioni, fino all’etica del processo.
Il ministro nordio ha scelto questa occasione per dedicare una parte importante del proprio discorso ai temi tradizionali della magistratura italiana e al ruolo centrale dell’avvocato, ribadendo come la tecnologia non possa modificare i principi fondamentali della giurisdizione. Il confronto con la platea, composta prevalentemente da professionisti della legge, ha evidenziato le tensioni e le opportunità legate all’ingresso dell’AI nelle aule di tribunale.
Equilibrio tra tecnologia e giustizia
Fra gli interventi più attesi ci sono stati quelli che hanno sottolineato come l’intelligenza artificiale può aiutare a velocizzare le procedure senza compromettere i diritti. In questo quadro, la garanzia di indipendenza degli attori del processo è una garanzia irrinunciabile, ribadita con vigore dal ministro. La tecnologia deve dunque interagire con la giustizia, ma senza modificare quella struttura di equilibri e protezioni già consolidata.
Questo appuntamento ha rappresentato un momento significativo per riflettere sulle trasformazioni in atto nella giustizia italiana, mettendo a fuoco le priorità che dovranno guidare il futuro del sistema giudiziario e il ruolo degli operatori del diritto.