Il Caracalla Festival 2025 si apre il primo luglio alla Basilica di Massenzio a Roma con un programma ricco e variegato che coinvolge artisti di fama internazionale. La manifestazione, affidata alla direzione artistica di Damiano Michieletto, propone cinque nuove produzioni tra opere liriche e balletto nel giro di un mese e mezzo. L’evento rappresenta anche una fonte importante di lavoro per circa mille professionisti altamente specializzati del mondo dello spettacolo.
Un festival che mette insieme arte, lavoro e tradizione al teatro dell’opera
Francesco Giambrone, sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, ha presentato il Caracalla Festival sottolineando l’impegno organizzativo richiesto da questa edizione. Cinque nuove produzioni sono pronte ad animare la scena romana con quattro opere liriche e un balletto. Il festival non è solo cultura ma anche occupazione stabile: mille persone lavorano dietro le quinte garantendo qualità nelle esecuzioni.
Il bilancio approvato dal consiglio d’indirizzo conferma la solidità economica della struttura per l’undicesimo anno consecutivo. Il sindaco Roberto Gualtieri ha definito il Teatro dell’Opera “una macchina delle meraviglie” che occupa una posizione centrale nella vita culturale della città.
Tra sacro e umano: la linea artistica scelta da damiano michieletto
Il titolo scelto per questa edizione è “Tra Sacro e Umano”, in riferimento all’anno giubilare 2025. Damiano Michieletto ha spiegato come il tema voglia mettere a confronto due mondi musicali diversi: quello classico colto con quello popolare più immediato. Si parte infatti dall’oratorio La Resurrezione di Handel diretto da George Petrou con regia Ilaria Lanzino.
Subito dopo arriva un evento speciale: “West Side Story” di Leonard Bernstein debutta al Teatro dell’Opera sotto la direzione musicale di Michele Mariotti con regia proprio dello stesso Michieletto che affronta per la prima volta il musical. La storia d’amore ambientata negli anni Cinquanta nella New York divisa tra due gang rivali viene trasposta in una piscina abbandonata dove si muovono oltre sessanta persone sul palco durante la celebre scena del mambo.
West side story debutta al teatro dell’opera tra temi sociali attuali
“West Side Story” porta sul palco temi ancora oggi fortemente attuali come immigrazione, omofobia e inclusione sociale raccontati attraverso musica intensa ed emozionante firmata da Bernstein. Michele Mariotti ha definito quest’opera moderna capace ancora oggi di scuotere gli spettatori grazie alla sua forza narrativa profonda.
L’allestimento coinvolge non solo cantanti ma anche tutto il corpo di ballo del Teatro dell’Opera creando uno spettacolo corale ampio nel numero dei partecipanti scenici rispetto ai tradizionali standard operistici italiani.
Le altre opere in cartellone: dalla traviata a don giovanni passando per coreografie innovative
Dal 19 luglio va in scena “La Traviata” diretta da Francesco Lanzillotta con coreografie intense affidate al corpo di ballo guidato da Eleonora Abbagnato, stessa direttrice della danza all’interno del festival. La regista Slàva Daubner propone una lettura femminile concentrandosi sul contrasto fra fragilità fisica della protagonista Violetta Valéry ed energia caratteriale forte oltre a deromanticizzare l’immagine classica della morte nell’opera verdiana.
A seguire dal 20 luglio si potrà vedere “Don Giovanni” di Mozart diretto Alessandro Caldaro, con regia firmata Vasily Barkhatov. Roberto Frontali interpreta Don Giovanni in versione matura mostrando tutta la complessità psicologica del personaggio. Il progetto registra grande attenzione soprattutto perché opera difficile sia tecnicamente sia emotivamente, considerata leggera ma allo stesso tempo seria.
Danza protagonista con pìna bausch eleonora abbagnato presenta coreografie storiche italiane
La danza avrà spazio importante nelle serate finali: il 30-31 luglio verrà portato sulla scena “Le sacrè du Printemps”, coreografia storica firmata Pina Bausch proposta qui dalla prima compagnia italiana ad affrontarla. Eleonora Abbagnato spiega come questo ritorno rappresenta occasione preziosa per rinnovare lo spirito originale creato dalla Bausch attraverso i danzatori italiani.
In programma ci sono anche “Within the golden Hour”, creazione contemporanea firmata Christopher Wheeldon, e “Bolero” di Ravel ripreso dalle versioni Maurice Bejart interpretate dall’artista ospite Friedeman Vogel sotto supervisione Piotr Nardelli.
Torna inoltre l’appuntamento molto seguito “Roberto Bolle and Friends”, previsto quest’anno nei giorni 15-16 luglio offrendo momenti danzanti molto apprezzati dal pubblico romano.
Chiusura spettacolare coi carmina burana diretti diego matheuz coro ciro visco
Il festival si conclude domenica sette agosto proponendo i celebri Carmina Burana, eseguiti sotto la bacchetta Diego Matheuz accompagnati dal coro diretto Ciro Visco. Questa pagina musicale potente chiude così quasi sei settimane dedicate alla musica classica, opera contemporanea e danza mettendo insieme grandi nomi internazionali impegnati nei vari ruoli artistici.