Capo dello stato annulla daspo e multa a senzatetto a verona dopo ricorso del consiglio di stato
Un senzatetto di Verona ottiene l’annullamento di un daspo urbano e di una multa grazie a un ricorso accolto dal capo dello stato, evidenziando la necessità di proteggere i diritti delle persone vulnerabili.

Un senzatetto di Verona ha ottenuto l’annullamento di un daspo urbano e una multa, grazie a un ricorso accolto dal capo dello stato su parere del Consiglio di Stato, sottolineando la tutela dei diritti delle persone senza dimora in assenza di comportamenti molesti. - Unita.tv
Un senzatetto di Verona ha ottenuto l’annullamento di un daspo urbano e di una multa dopo un ricorso straordinario accolto dal capo dello stato, basato sul parere del Consiglio di Stato. Il caso, avvenuto nel marzo 2024, riguarda un uomo che chiedeva l’elemosina in modo pacifico davanti a un parcheggio cittadino. La vicenda ha acceso il dibattito sulle misure adottate nei confronti delle persone senza dimora durante le attività di controllo urbano.
I fatti che hanno portato all’intervento della polizia locale di verona
L’episodio ha avuto luogo davanti al parcheggio “Verona Centro“, gestito dalla municipalizzata Amt3. L’uomo si trovava seduto per terra, con atteggiamento tranquillo e non aggressivo, mentre chiedeva l’elemosina. La sua condotta era chiara: non dava fastidio ai passanti né mostrava segni di comportamento minaccioso. Eppure, la polizia locale è intervenuta dopo una segnalazione del guardiano notturno del parcheggio che ha chiamato la centrale operativa.
La polizia ha comminato all’uomo una multa da 50 euro e un daspo urbano, misura che gli imponeva di lasciare immediatamente la città di Verona. Oltre alla multa, il daspo prevedeva un’ulteriore sanzione di 100 euro, per un totale di 150 euro di pene. Il provvedimento sembrava mirare a impedire la presenza dell’uomo in aree pubbliche urbane specifiche, in questo caso il centro cittadino.
Il ruolo del consiglio di stato e il ricorso al capo dello stato
Dopo queste decisioni, l’Associazione nazionale Avvocato di strada, attraverso il suo presidente Antonio Mumolo, ha presentato un ricorso straordinario al capo dello stato. Il Consiglio di Stato ha esaminato il caso e ha espresso un parere favorevole all’annullamento sia del daspo che della multa.
Il giudizio ha tenuto conto della completa assenza di comportamenti molesti da parte del senzatetto, confermando che la richiesta di elemosina non generava disagi o pericoli per la cittadinanza. Questa posizione ha portato il capo dello stato a cancellare i provvedimenti adottati dalla polizia locale. La decisione sottolinea il confine tra interventi legittimi e misure che possono apparire sproporzionate, soprattutto in presenza di soggetti vulnerabili.
Implicazioni per la gestione della sicurezza e controllo urbano a verona
L’intervento di polizia locale a seguito della chiamata del guardiano, e successivamente il ricorso accolto, evidenziano una tensione tra controllo della sicurezza urbana e tutela dei diritti delle persone senza dimora. Nel contesto cittadino di Verona, questo episodio ha richiamato l’attenzione sul modo in cui vengono applicate le ordinanze relative alla presenza in spazi pubblici.
Il daspo urbano è uno strumento previsto per limitare comportamenti che generano rischi o disturbi, ma deve essere usato con cautela quando riguarda soggetti che non mostrano atti violenti. L’annullamento della sanzione dimostra che la mancanza di atteggiamenti aggressivi va considerata con attenzione nelle valutazioni delle forze dell’ordine e delle istituzioni.
Le reazioni dell’associazione avvocato di strada e il significato della sentenza
Antonio Mumolo ha definito la sentenza una giornata significativa per il riconoscimento dei diritti delle persone senza dimora. Ha evidenziato come la persona coinvolta fosse in una condizione di assoluta tranquillità, senza arrecare disturbo a nessuno lungo il percorso.
L’associazione ha sottolineato l’importanza di evitare decisioni che puniscano comportamenti legati alla povertà, soprattutto quando non sono accompagnati da atti illeciti. Il caso di Verona diventa un riferimento per situazioni simili in altre città, ribadendo la necessità di un approccio più equilibrato da parte delle autorità.
Il pronunzo del capo dello stato rafforza il principio secondo cui misure restrittive devono rispettare pienamente il contesto e le modalità della presenza in spazi pubblici, evitando sanzioni ingiustificate verso chi vive in condizioni di disagio sociale.