Una rapina avvenuta di notte a Ercolano ha visto tre ragazzi tra i 17 e i 19 anni, tutti residenti a Portici, protagonisti di un’aggressione ai danni di una donna. I carabinieri, con l’aiuto di telecamere di sicurezza e indagini sul territorio, hanno ricostruito la dinamica e fermato i sospettati. Ecco tutti i dettagli della vicenda che ha coinvolto una 39enne e i tre giovani su uno scooter con targa alterata.
Rapina A Ercolano: i fatti e la vittima colpita durante la notte
Nella notte di Ercolano, i carabinieri hanno raccolto la denuncia di una donna di 39 anni aggredita mentre tornava a casa dopo il lavoro. I giovani, a bordo di uno scooter Honda, hanno puntato l’obiettivo: la donna stava passeggiando in via Sacerdote Benedetto Cozzolino, lungo un viale alberato della città. L’azione si è svolta in pochi attimi.
Il gruppo si è fatto avvicinare rapidamente sul mezzo, poi sono scesi. Uno dei ragazzi ha tirato fuori un coltello, puntandolo contro la 39enne in modo minaccioso. Nel frattempo un altro le ha strappato la borsa, mentre con un pugno ha colpito il naso della vittima. La donna è caduta a terra sbattendo con la testa sull’asfalto. Nonostante il dolore, i tre non si sono fermati: uno di loro ha afferrato i capelli della donna e l’ha trascinata per alcuni metri prima di fuggire.
Un passante ha subito soccorso la donna, accorsa vicino a un bar dove è stato chiesto l’intervento del 112. Le ferite giudicate dai medici dell’ospedale Maresca hanno comportato una prognosi di sette giorni. L’episodio ha scosso la tranquillità della zona, attivando una rapida risposta delle forze dell’ordine.
Monitoraggio e indagini sul posto: come la videosorveglianza ha permesso di smascherare i rapinatori
La centrale operativa dei carabinieri di Torre del Greco ha iniziato l’indagine raccogliendo tutte le informazioni sul luogo e sugli autori, a partire dalla descrizione fornita da testimoni e dalla vittima. Il sistema di video sorveglianza di via Sacerdote Benedetto Cozzolino si è rivelato fondamentale. Le telecamere hanno immortalato i tre mentre compivano la rapina e hanno seguito il percorso dello scooter.
Il mezzo era stato modificato: i ragazzi avevano incollato un nastro adesivo sulla targa, trasformando la lettera “L” in “E”, una modifica artigianale pensata per confondere eventuali controlli. Il trucco non ha ingannato i carabinieri, che hanno risalito al vero proprietario dello scooter. La denuncia per furto e utilizzo del mezzo contraffatto ha quindi aperto la strada alla perquisizione delle loro abitazioni.
Arresti e perquisizioni: cosa è emerso dal controllo sulle case e dai telefoni sequestrati
I militari hanno eseguito la perquisizione nell’abitazione del 19enne, trovando lo scooter parcheggiato fuori con i residui del nastro adesivo ancora visibili sulla targa. Gli altri due giovani non erano in casa al momento, ma sono stati raggiunti solo dopo una mediazione con i genitori che li hanno convinti a presentarsi spontaneamente.
Durante le perquisizioni sono stati sequestrati gli abiti indossati durante la rapina e i telefoni cellulari dei tre ragazzi. Dai dispositivi sono emersi dettagli precisi sul coinvolgimento di ciascuno: uno doveva portare il coltello, un altro il giubbotto, e il terzo guidare lo scooter. Tutto ciò indica una pianificazione chiara dell’azione, non un gesto impulsivo.
Un altro elemento raccolto durante le ricerche è stata la borsa rubata, recuperata a circa 100 metri dal luogo della rapina, in un incrocio tra via Cozzolino e via Cegnacolo. Dentro restavano 30 euro nascosti in una tasca, evidentemente ignorati dai rapinatori durante la fuga. Questo ritrovamento ha dato ulteriori conferme agli inquirenti.
Conseguenze legali e situazione dei tre giovani arrestati
I tre ragazzi sono stati fermati con l’accusa di rapina aggravata in concorso. I carabinieri li hanno portati in luoghi diversi in base all’età: il maggiorenne è stato trasferito nel carcere di Poggioreale, mentre i minori sono stati condotti nel centro di prima accoglienza di Colli Aminei. La rapina ha ricevuto ampia attenzione dalla polizia locale, che sottolinea la pericolosità di certi gesti anche compiuti da giovanissimi.
Il caso evidenzia come la presenza di sistemi di videosorveglianza contribuisca a smascherare reati pianificati e a risalire a sospetti anche quando cercano di coprire le proprie tracce con accorgimenti artigianali. Le indagini sono terminate rapidamente grazie a questi strumenti e al lavoro congiunto tra forze dell’ordine e cittadini.
Ultimo aggiornamento il 19 Luglio 2025 da Elisa Romano