Un esemplare di cicogna bianca ha ripreso il volo dopo un lungo percorso di riabilitazione presso il Centro di recupero animali selvatici Federico II, collegato al Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali con sede all’ospedale veterinario della Asl Napoli 1 Centro. Il ritorno in natura di questo uccello, trovato in condizioni critiche sull’isola di Ischia, rappresenta un caso significativo di intervento medico e ambientale, con un seguito scientifico grazie al monitoraggio dopo la liberazione.
Ritrovamento e interventi iniziali sul posto: soccorso in condizioni critiche ad Ischia
Ad aprile 2025, alcuni volontari hanno trovato la cicogna bianca sull’isola di Ischia in stato di grave debilitazione. L’animale appariva esausto e in condizioni altamente preoccupanti, tali da richiedere un pronto intervento. Un veterinario libero professionista ha effettuato le prime cure sul posto, fornendo un supporto base prima del trasferimento urgente presso il Cras Federico II. Grazie alla rapida mobilitazione e al coordinamento con il Centro, l’esemplare è arrivato in sicurezza alla struttura specializzata in tempi estremamente brevi.
All’arrivo, la cicogna è stata sottoposta a un esame clinico approfondito. I veterinari hanno attuato immediatamente procedure per stabilizzare le condizioni vitali dell’animale, affrontando lo stato di crisi. Dopo alcune settimane di cure intensive, l’uccello ha raggiunto un quadro clinico stabile, con la progressiva ripresa delle funzioni vitali. Solo allora è stato possibile passare alla seconda fase del percorso: la riabilitazione vera e propria, finalizzata a renderlo autonomo e adatto alla vita libera.
Percorso di recupero e monitoraggio: riabilitazione e studio scientifico post rilascio
La riabilitazione della cicogna è stata un processo delicato, gestito dai medici veterinari del Cras Federico II con controlli costanti per valutare l’andamento della guarigione. La fase ha previsto un ripristino graduale della capacità di volo e delle abilità naturali necessarie per la sopravvivenza in natura. Questo percorso ha richiesto settimane di attenzione e un ambiente che favorisse l’adattamento.
Prima di procedere al rilascio, il personale dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ha installato un dispositivo GPS sull’esemplare. Questo strumento ha lo scopo di raccogliere dati preziosi sulla fenologia e i movimenti spaziali della cicogna bianca, contribuendo a una migliore comprensione della specie. Il monitoraggio continuo nei giorni successivi al rilascio permette di raccogliere informazioni scientifiche importanti per proteggere la biodiversità locale.
Preparazione al reinserimento: fase di preambientamento all’Oasi WWF Lago Di Conza
Dopo la riabilitazione, la cicogna è stata trasferita all’Oasi WWF “Lago di Conza”, dove ha vissuto un breve periodo di preambientamento. Questa tappa ha permesso all’animale di abituarsi di nuovo a un contesto naturale in condizioni controllate, diminuendo lo stress legato al passaggio dalla cattività a un ambiente selvaggio. La struttura dedicata ai Ciconiformi offre un’abitazione che simula il più possibile l’habitat naturale, favorendo il recupero delle reazioni istintive.
Il preambientamento ha rappresentato un momento essenziale per una buona riuscita della liberazione definitiva. In questo modo, la cicogna ha rafforzato le capacità fisiche e adattive per affrontare il ritorno alla libertà con maggior sicurezza. La liberazione è stata effettuata in modo controllato, assicurando condizioni ottimali per l’inserimento nell’ecosistema circostante.
Importanza della riabilitazione e monitoraggio per conservare la biodiversità
Il recupero di animali selvatici come questa cicogna bianca non si limita a un gesto di tutela individuale. Interventi di questo tipo permettono di raccogliere dati utili a conoscere meglio le specie e il loro rapporto con l’ambiente. Il caso specifico ha coinvolto più istituzioni con l’obiettivo di coniugare il benessere dell’animale con la salvaguardia degli habitat naturali.
Le informazioni ottenute dal tracciamento GPS sono fondamentali per studiare i comportamenti migratori, le abitudini e i rischi che la specie affronta. Questi dati possono orientare azioni di protezione più mirate, contribuendo alla conservazione della biodiversità e alla salute dell’ecosistema. L’approccio definito “One Health” riconosce il legame tra salute umana, animale e ambientale, enfatizzando l’importanza di ogni intervento di recupero come parte di un quadro più ampio di tutela ambientale e sanitaria.
La cicogna bianca che ha ripreso a volare dimostra come l’impegno coordinato tra volontari, veterinari, centri specializzati e enti di ricerca possa portare risultati concreti, così da proteggere specie in difficoltà e valorizzare il patrimonio naturale.
Ultimo aggiornamento il 24 Luglio 2025 da Serena Fontana