Tim Burton arriva a Giffoni nel primo pomeriggio, accolto da quasi mille giovani appassionati radunati nella sala Truffaut. Lo stillicidio di volti dipinti, labbra color sangue, pettinature ispirate a Mercoledì Addams e persino una piccola sposa cadavere crea un’atmosfera carica di entusiasmo. Ad accompagnarlo Monica Bellucci, elegante in nero come il regista, con entrambi spesso sorridenti di fronte a un pubblico che ha trasformato l’evento in un momento di celebrazione collettiva. La calda accoglienza ha strappato emozioni a molti, diversi ragazzi non hanno trattenuto lacrime o urla di gioia mentre attendevano un autografo o un selfie sotto il sole cocente.
L’entusiasmo dei giovani fan e l’incontro con Tim Burton
Giffoni ha ospitato un pubblico variegato, anche proveniente da altri paesi come Spagna, Norvegia, Macedonia, Croazia, Grecia e Azerbaigian. Molti giovani erano in fila già ore prima dell’inizio dell’incontro per avvicinare il maestro del cinema. Giorgio Lomasto, presentatore dell’evento, sottolinea il carattere storico dell’accoglienza. Tra le voci dei ragazzi, si sono sentiti veri e propri messaggi di adorazione: c’è chi ha dedicato il compleanno a Burton, definendolo un regalo speciale. Il regista ha risposto con un’affabilità che ha sorpreso i presenti. Ha stretto migliaia di mani, firmato centinaia di autografi e ha posato per innumerevoli foto, con sguardo sincero e calore nei ringraziamenti.
La relazione tra Burton e i giovani è sembrata immediata. L’interazione si è arricchita con un video tributo, che ha commosso il regista. Dopo quel momento intenso, ha partecipato insieme a loro alla mascherata da Mercoledì, momenti di leggerezza che hanno creato un clima familiare. Burton ha ricordato i suoi inizi, quando anche lui era un filmmaker emergente. Ha spronato i ragazzi a coltivare le proprie passioni e a trovare energia in un festival come quello di Giffoni.
Dietro le quinte della seconda stagione di mercoledì: parole di Tim Burton
Lo show cult “Mercoledì” torna protagonista con la seconda stagione, in uscita su Netflix il 6 agosto e il 3 settembre . Burton ha anticipato che la nuova serie approfondirà la complessità del personaggio, cercando di raccontarne aspetti meno noti per avvicinarla ancora più ai fan. Ha voluto sottolineare la connessione personale che ha percepito con Mercoledì, definendola una figura potente con cui è facile identificarsi. Il pubblico presente ha ascoltato parole che invitano a credere nei sogni, proprio come Burton ha fatto da ragazzo.
Il regista ha parlato anche della collaborazione con Lady Gaga, autrice di quella musica che ha reso la danza di Jenna Ortega diventata virale. L’ha descritta come un’artista che ha sempre stimolato il suo lavoro, con una sintonia vera e collaborativa. Il racconto ha tenuto tutti con il fiato sospeso, soprattutto quando Burton ha rivelato che la sua esperienza da adolescente escluso, incapace di comunicare con la scuola, ha alimentato la sua spinta creativa. Ha spronato i giovani a non abbandonare mai la loro creatività e a non farsi scoraggiare dalle difficoltà.
Dai primi cortometraggi agli attori iconici: riflessioni sul percorso artistico di Tim Burton
Burton ha ripercorso la sua carriera partendo dal suo cortometraggio “Vincent” del 1982, un lavoro con la voce narrante di Vincent Price, un vero mito per lui. Ha spiegato come, pur non riguardando i suoi vecchi film per scelta, si sente ancora molto legato a quell’inizio. Tra i suoi maggiori successi, ha citato titoli come “Edward mani di forbice”, “Nightmare before Christmas”, “Ed Wood”, “Il mistero di Sleepy Hollow”, “Big Fish” e “La sposa cadavere”. Un aneddoto è emerso proprio su Johnny Depp, scelto per Edward nonostante la sua fama da icona per teenager. Burton vide subito il suo potenziale particolare, capace di esprimere sensibilità e solitudine.
La riflessione si è allargata alla sua esperienza con i social network. Burton si è definito fortunato a essere cresciuto in un’epoca senza queste pressioni. Ha invitato i fan a non farsi assorbire solo dalla connessione digitale, suggerendo di vivere anche esperienze fuori dallo schermo. Sul tema dei commenti negativi che riceve online, ha rivelato emotività e la difficoltà di gestirli, esortando a ignorarli. Ha sottolineato che il suo percorso professionale nacque quasi per caso, nato dal disegno e dalla passione. Ha raccontato di non aver mai lasciato da parte i suoi interessi creativi, anche quando il successo sembrava lontano.
Il lato oscuro del regista e il valore delle sue storie trasmesse al pubblico giovane
Alcune domande dei Giffoner hanno indagato il “lato oscuro” che viene spesso attribuito a Burton. Lui ha spiegato che i suoi film riflettono la vita con le sue sfumature: umorismo, dolore, gioia e tragedia. Nei suoi lavori c’è un mix di emozione con leggerezza, una visione complessa che non si appiattisce sul solo gotico. Ha sottolineato che tutto nasce da un segno sulla carta, dove la matita dà vita alle storie e ai personaggi.
Il film “Big Fish” ha una genesi particolare, raccontata direttamente dal regista: è nato da un libro che lo ha aiutato nei momenti di lutto dopo la perdita del padre. Quel progetto è arrivato al momento giusto della sua vita, senza essere un’idea inventata da lui, ma qualcosa che ha trovato significato nel suo vissuto. Dopo l’incontro con i giovani, Burton ha espresso gratitudine per l’esperienza e per l’ispirazione ricevuta. Si è rivolto a loro augurando un percorso personale e professionale ricco di soddisfazioni, lasciando un segno concreto in chi era presente.
Ultimo aggiornamento il 25 Luglio 2025 da Giulia Rinaldi