Tra Salerno e Potenza, la Guardia di Finanza ha bloccato beni mobili e immobili per un valore di 2,7 milioni di euro a Gerardo Volpe, coinvolto in diverse indagini per reati contro la pubblica amministrazione. Volpe, 67 anni, all’epoca contabile nella Provincia di Salerno, è stato raggiunto da una misura che si inserisce tra le prime applicazioni del Codice Antimafia rivolte a ipotesi di illecito amministrativo. Ecco tutti i dettagli sugli accertamenti e sulle proprietà sequestrate.
Gli accertamenti della guardia di finanza tra Salerno e potenza
Le indagini hanno interessato il periodo che va dal 2005 al 2012. In questi anni, gli inquirenti hanno monitorato attività sospette legate ai movimenti finanziari e ai patrimoni accumulati da Volpe. In seguito all’attività della Guardia di Finanza – coordinata dalla Procura di Salerno – è stato possibile ricostruire come il tenore di vita dell’ex funzionario risultasse ben superiore rispetto agli introiti ufficiali dichiarati. Per questo motivo sono scattati i sequestri nei due capoluoghi campani.
Le fiamme gialle hanno quindi apposto i sigilli a sette immobili, distribuiti tra Salerno e zone limitrofe, e a due appezzamenti di terreno. Le operazioni hanno previsto un lavoro congiunto tra le sedi della Guardia di Finanza di Salerno e Potenza. L’intervento era legato a vari filoni investigativi, che comprendono la famosa indagine sulle cosiddette “strade fantasma“, un caso denunciato dall’allora sindaco-pescatore Angelo Vassallo.
L’applicazione del codice antimafia per reati nella pubblica amministrazione
Il sequestro eseguito rappresenta una delle prime applicazioni del Codice Antimafia a episodi di reati amministrativi. Questo strumento giuridico è stato utilizzato per contrastare la criminalità economica anche in ambiti legati alla gestione pubblica, andando oltre i tradizionali casi di associazione mafiosa o estorsione.
La Procura di Salerno, diretta dal procuratore Giuseppe Borrelli, ha specificato che il procedimento mira a bloccare patrimoni accumulati attraverso attività illecite legate alla corruzione, alla frode o altre forme di abuso d’ufficio. La misura preventiva ha una forte componente cautelare, volta a evitare che i beni ottenuti attraverso reati possano essere dispersi o utilizzati per altri scopi illeciti.
Danso alla complessità del caso, le indagini proseguono per verificare ulteriori responsabilità o connessioni con altre figure coinvolte nelle inchieste locali e nazionali.
I beni immobili sequestrati e il tenore di vita di volpe
Tra i beni bloccati dalle forze dell’ordine spiccano immobili di notevole valore. A Salerno, Volpe possedeva una villa su tre piani nella zona residenziale nota come “Casa Manzo“, mentre sulla costa a Montecorice si trovava una villetta con accesso diretto al mare. Oltre a queste dimore, altri immobili e terreni sono finiti sotto sequestro in base alle competenze territoriali della Guardia di Finanza.
Quanto agli introiti ufficiali dichiarati da Volpe nel periodo oggetto di indagine, risultano insufficienti a giustificare i numerosi acquisti e le spese sostenute. Il tribunale della prevenzione ha sottolineato questa discrepanza come elemento significativo per la misura adottata. Questi elementi sono alla base dell’accusa di accumulo illeciti di beni e ricchezze negli anni in esame.
L’attenzione rimane alta su eventuali sviluppi della vicenda, così come sulle possibili implicazioni per le amministrazioni locali coinvolte. Le indagini sono ancora in corso con l’obiettivo di fare chiarezza sulle responsabilità e le dinamiche che hanno consentito il verificarsi di tali abusi.
Ultimo aggiornamento il 25 Luglio 2025 da Rosanna Ricci