All’alba di oggi, un blitz delle forze dell’ordine ha portato alla luce un laboratorio di panificazione completamente abusivo, nascosto in un edificio anonimo di Casapesenna, in provincia di Caserta. Qui si lavorava a pieno ritmo, senza alcun rispetto delle norme sanitarie e di sicurezza.
I carabinieri della stazione di San Cipriano d’Aversa, insieme ai militari del Nas di Caserta, hanno fatto irruzione in un edificio che all’esterno sembrava solo un normale magazzino. Dentro, però, hanno trovato un ambiente grande, attrezzato con due forni elettrici, impastatrici, piani di lavoro e persino due piccole celle frigorifere. Ma l’ordine e la pulizia erano un miraggio.
Una fabbrica di pane e di vita: lavoro e casa senza confini
Quel luogo non era solo una fabbrica di pane, ma anche un vero e proprio spazio di vita. Non c’era alcuna separazione tra area di lavoro e zona personale. Nel cortile, tra sacchi di farina e cassette con pane già pronto per la vendita, erano sparsi materassi posati a terra e un angolo cottura improvvisato con fornelli e stoviglie di uso domestico.
Dalle verifiche, è emerso che i lavoratori usavano quell’angolo per mangiare e persino per riposare, probabilmente per dormire durante la notte. Un mix pericoloso che ha fatto saltare ogni regola di igiene e sicurezza. Nessuna autorizzazione, nessun controllo, niente tracciabilità: un rischio enorme per chi avrebbe poi comprato quei prodotti.
Dieci quintali di pane sequestrati, quattro denunciati
Alla fine dell’operazione, è saltata fuori una situazione di illegalità grave, soprattutto per la sicurezza alimentare. Il proprietario dell’immobile, un uomo di 46 anni del posto, e tre operai – due di Casapesenna e uno di Villa Literno – sono stati fermati durante il turno e denunciati.
Le accuse sono pesanti: produzione senza permessi, assenza totale di tracciabilità, condizioni igieniche disastrose e nessuna misura di sicurezza sul lavoro. L’attività è stata subito chiusa.
Le forze dell’ordine hanno sequestrato circa dieci quintali di prodotti da forno, tra friselle e panini, pronti per la vendita. Quei prodotti non potevano finire sul mercato, viste le condizioni illegali in cui erano stati fatti e i rischi per la salute dei consumatori. Così è stata fermata una filiera irregolare che avrebbe potuto mettere in pericolo tutta la comunità.
Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Elisa Romano