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Ragazzi Ucraini Accolti a Castel Volturno dopo anni di guerra e violenze: storie di dolore e resilienza

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Ragazzi ucraini accolti a Castel Volturno dopo anni di guerra e sofferenze. - Unita.tv
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Una quarantina di ragazzi ucraini, molti adolescenti e qualche bambino, sono arrivati a Castel Volturno all’inizio di agosto. Fuggono da aree dell’Ucraina orientale occupate dalle truppe russe, portando con sé esperienze difficili di guerra, prigionia e violenze. Il viaggio, organizzato dalla Caritas e dalla Conferenza Episcopale Italiana, li ha condotti lontano dall’orrore, verso un luogo dove costruire una nuova quotidianità.

Il viaggio dal fronte orientale fino a Castel Volturno: fuga da zone di conflitto e occupazione

I giovani sono partiti da zone dell’Ucraina che dal 2022 vivono sotto occupazione militare russa. Sono 42 ragazzi tra i 15 e i 17 anni, due bambini di nove anni, e nove adulti che li accompagnano. Tutti hanno il comune denominatore di essere cresciuti in un territorio da cui sono stati costretti a fuggire per scampare a bombardamenti, privazioni e violenze. Il viaggio è durato diverse ore su un pullman organizzato da enti italiani per portarli fuori dall’area del conflitto e mettere al sicuro questi minori.

Durante il tragitto e al loro arrivo, hanno portato con sé i segni indelebili della guerra: alcune ferite visibili, altre invisibili ma profondissime. Molti hanno perso familiari, conosciuto la fame, assistito a lutti e distruzioni intorno a loro. Un esempio è quello di un ragazzo di 16 anni, che ha visto il padre perdere una gamba in combattimento. Costretto dai soldati russi ad arruolarsi nel loro esercito, è stato liberato e ora ha consegnato personalmente al cardinale Zuppi una mostrina della divisa indossata. Il gesto simboleggia il passaggio dall’oppressione a una nuova fase di vita, segnata dall’accoglienza.

Testimonianze drammatiche: prigionia, torture e la forza di chi accompagna

Tra gli accompagnatori c’è Ludmilla, che ha vissuto direttamente le atroci condizioni di detenzione nelle carceri russe. È stata prigioniera per tre anni e durante quel periodo ha subito torture e violenze sessuali. Nonostante questo passato, ha mantenuto la forza di impegnarsi per la pace, affiancando i ragazzi e aiutandoli a elaborare il trauma. La sua presenza nel gruppo rappresenta una testimonianza concreta di resistenza e volontà di ricostruzione.

Ogni ragazzo indossa una maglia con la scritta “kids at home” . Questo slogan, condiviso anche con i bambini di Gaza, racchiude un appello alla fine delle guerre e al ritorno a una vita normale per tutte le giovani generazioni coinvolte dai conflitti. Le bandiere donate al cardinale Zuppi recano la stessa iscrizione, simboleggiando una speranza comune diffusa su scala internazionale.

L’accoglienza in Italia: supporto religioso e solidarietà attiva

Padre Marian Lemchuk, sacerdote della Chiesa cattolica ucraina presente in Italia da quattro anni, accompagna i ragazzi in questo primo soggiorno nel nostro Paese. Il sacerdote, che presta servizio a Capua, sottolinea le difficoltà che hanno vissuto quei giovani. Racconta che solo ora possono misurare la portata della sofferenza attraversata e aprofittare delle opportunità offerte dall’accoglienza. Per loro, ogni gesto diventa un passo verso la normalità.

Anche Andriy Pasternak, rappresentante ufficiale dell’Ucraina, esprime commozione davanti a questo gruppo di giovani rifugiati. Definisce il momento una conquista preziosa: restituirgli il diritto a una vita quotidiana libera dalla paura. In Italia, il Centro Fernandes di Castel Volturno ospita questi ragazzi sotto la direzione di Casale. Qui il personale si mostra commosso e grato per la presenza dei profughi, che ha portato un soffio di speranza tra operatori e volontari.

Suor Paola Germanò, direttrice della Caritas di Capua, ha risposto con immediatezza alla richiesta di accoglienza dei ragazzi ucraini. Racconta di aver vissuto personalmente il peso di quei giorni al confine con lo scoppio del conflitto; il suo coinvolgimento nasce anche da una sensazione di debito morale verso chi ha subito la guerra. Questo impegno ha portato alla creazione di un clima che aiuta i minori a superare il trauma tramite solidarietà e attenzione.

L’arrivo di questi giovani a Castel Volturno segna un momento importante di accoglienza e ricostruzione dopo anni di guerra. Le loro storie di dolore e sopravvivenza richiamano l’attenzione sulla necessità di difendere i diritti dei bambini nei conflitti, garantendo loro uno spazio sicuro per crescere e riscattarsi.

Ultimo aggiornamento il 12 Agosto 2025 da Luca Moretti

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Luca Moretti

Luca Moretti è un blogger e analista indipendente con un forte focus su politica e cronaca. Con uno stile incisivo e documentato, approfondisce temi di attualità nazionale e internazionale, offrendo ai lettori chiavi di lettura chiare e puntuali. Il suo lavoro è guidato da una costante ricerca della verità e da un impegno verso l’informazione libera e consapevole.

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