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Quattro indagati per frode da 30 milioni in certificati bianchi di efficientamento energetico nel napoletano

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Frode da 30 milioni nei certificati energetici, quattro indagati nel Napoletano. - Unita.tv
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Un’inchiesta della Guardia di finanza di Napoli, su mandato della Procura Regionale della Corte dei conti per la Campania, ha svelato una truffa milionaria legata ai certificati bianchi. Quattro persone, tra cui una società poi fallita, sono accusate di aver simulato lavori di efficientamento energetico in comuni inesistenti, ottenendo fondi pubblici per oltre 30 milioni di euro. L’operazione ha coinvolto falsi interventi sulle strutture edilizie, con conseguenti danni erariali gravissimi ai danni del Gestore dei Servizi Energetici , ente pubblico collegato al Ministero dell’Economia.

La truffa ai certificati bianchi: come è stata messa in piedi

I quattro soggetti coinvolti – una società di capitali con sede a Poggiomarino e tre persone fisiche che ne ricoprivano ruoli dirigenziali – avrebbero attestato il falso completamento di lavori di isolamento termico su pareti e coperture. Nella documentazione ufficiale hanno indicato interventi fattuali realizzati in comuni italiani che in realtà non esistono, creando così un imbroglio destinato a ricevere incentivi pubblici. Questi incentivi, noti come “certificati bianchi“, rappresentano titoli negoziabili a valore monetario, riconosciuti annualmente dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente .

Il Gse, società pubblica incaricata di erogare tali fondi, ha emesso per questa azienda oltre 138 mila certificati bianchi, che poi sono finiti sul mercato regolamentato gestito dal Gestore dei Mercati Energetici . I soggetti acquisitori dei titoli, ignari della manipolazione e della falsità degli interventi dichiarati, hanno ricevuto contributi che alla fine hanno causato un danno erariale stimato in 30,4 milioni di euro. Questo meccanismo ha potuto funzionare grazie alla certificazione di lavori mai esistiti, mostrando come fosse possibile ottenere un artificiale vantaggio finanziario su risorse pubbliche.

Indagini coordinate e riscontri con enti locali

Le indagini sono state dirette dal vice procuratore generale Davide Vitale, che ha coordinato l’attività della Guardia di finanza su delega della Corte dei conti. L’attività investigativa ha accertato che la società napoletana ha falsificato fatture relative ai lavori di efficientamento energetico, creando documentazione inesistente per giustificare la richiesta dei fondi pubblici. Il fascicolo ha coinvolto anche la procura penale di Treviso, dove sono emersi ulteriori dettagli dove si conferma la falsità delle operazioni finanziate.

Nonostante le dichiarazioni della società, i comuni indicati come sedi degli interventi hanno confermato di non avere alcuna documentazione relativa ai titoli abitativi o autorizzativi necessari per realizzare i lavori. Gli uffici comunali hanno negato la presenza di richieste ufficiali o pratiche depositate per quanto riguarda gli impianti o l’isolamento termico, rafforzando così la certezza sulla natura fittizia della truffa. Questi riscontri concreti degli enti pubblici hanno aggiunto elementi decisivi per valutare la responsabilità penale e contabile degli indagati.

Impatto economico e implicazioni sul sistema degli incentivi pubblici

Il danno economico causato da questa frode si misura in oltre 30 milioni di euro, cifra che pesa sulle casse pubbliche e mina la credibilità del sistema di incentivi per l’efficientamento energetico. Il meccanismo dei certificati bianchi, pensato per promuovere interventi concreti di risparmio energetico, si è rivelato vulnerabile a manipolazioni. La falsificazione di documenti e di luoghi di intervento dimostra quanto sia importante rafforzare i controlli a livello territoriale e amministrativo.

Questa vicenda evidenzia anche il rischio che titoli pubblici finiscano sul mercato senza reali basi materiali, coinvolgendo soggetti terzi che agiscono in buona fede ma finiscono per beneficiare di risorse derivanti da frodi. Il sistema di emissione e negoziazione di questi titoli si basa su certificazioni accurate che, se compromesse, generano danni notevoli all’erario e distorsioni nel mercato energetico. Le autorità competenti hanno ora avviato azioni cautelari e sequestri conservativi per tutelare le risorse pubbliche.


L’indagine in corso illumina un caso di frode complesso, con implicazioni serie per la gestione e il controllo degli incentivi statali destinati a riqualificazioni energetiche. I responsabili rischiano pesanti conseguenze dopo aver creato danni economici e aver compromesso le procedure di verifica di opere pubbliche. Le istituzioni mantengono alta l’attenzione sulle irregolarità per evitare che casi simili minino la trasparenza e la corretta destinazione dei fondi pubblici nel settore energetico.

Ultimo aggiornamento il 7 Agosto 2025 da Luca Moretti

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Luca Moretti

Luca Moretti è un blogger e analista indipendente con un forte focus su politica e cronaca. Con uno stile incisivo e documentato, approfondisce temi di attualità nazionale e internazionale, offrendo ai lettori chiavi di lettura chiare e puntuali. Il suo lavoro è guidato da una costante ricerca della verità e da un impegno verso l’informazione libera e consapevole.

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