Il 26 aprile 2025 nello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco, vicino Napoli, è stato firmato un pre-accordo tra l’azienda e i sindacati Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Aqcf. Questo accordo prevede la proroga per un anno dei contratti di solidarietà per 3.750 lavoratori, con una riduzione media dell’orario di lavoro fino al 75%. La decisione nasce da una situazione di difficoltà nel settore automotive, con ripercussioni sulla produzione e l’occupazione. I sindacati chiedono però un piano industriale chiaro e investimenti precisi per evitare che questi strumenti diventino una routine a scapito dei lavoratori.
Contratto di solidarietà a Pomigliano, riduzione orario media e impatto per i lavoratori
Il pre-accordo firmato nello stabilimento di Pomigliano d’Arco stabilisce la proroga di un anno dei Cds con una riduzione media dell’orario di lavoro fino al 75%. Questo significa che per molti dipendenti lo stipendio sarà calcolato su un monte ore meno consistente, mentre l’azienda può ridurre temporaneamente la produzione senza ricorrere al licenziamento. Il provvedimento prenderà il via dall’8 settembre 2025 e interessa 3.750 addetti.
I Cds sono un meccanismo che consente di condividere la riduzione del lavoro tra l’azienda e i dipendenti, per evitare esuberi momentanei. Nel caso di Pomigliano, la misura si è resa necessaria a causa della crisi alla quale il settore automotive italiano è soggetto da mesi. Nonostante ciò, i sindacati insistono sul fatto che non si deve trattare di una soluzione permanente. Il segretario provinciale della Fim, Aniello Guarino, ha sottolineato che “la solidarietà deve restare, appunto, uno strumento di difesa temporaneo e non la gestione ordinaria della fabbrica”. Ha chiesto di accompagnare questa misura con un “piano industriale serio che preveda investimenti e obiettivi precisi per lo stabilimento”.
Le richieste sindacali per un piano industriale vincolante e sostegni economici
Durante l’incontro è stato sottoscritto anche un verbale congiunto tra sindacati e direzione aziendale per richiedere un confronto con la Regione Campania. L’obiettivo è ottenere sostegni al reddito per i lavoratori, finalizzati a permettere la loro partecipazione a corsi di formazione collegati ai contratti di solidarietà. Si tratta di un aspetto fondamentale per mantenere e migliorare le competenze professionali dei dipendenti in un momento di sospensione o riduzione del lavoro.
I sindacati hanno inoltre previsto di portare queste richieste al tavolo ministeriale, puntando a un intervento pubblico che accompagni la fase critica con risorse adeguate e un piano industriale chiaro. La Uilm, in particolare, ha espresso forti perplessità sull’adozione sistematica della cig e dei contratti di solidarietà, sottolineando che “non si tratta di soluzioni da normalizzare”. Crescenzo Auriemma, segretario generale Uilm Campania, ha chiesto “misure vincolanti da parte di Governo e azienda, con investimenti concreti, cronoprogrammi precisi e nuovi modelli produttivi per Pomigliano e gli altri stabilimenti italiani”.
Crisi produttiva e concorrenza estera minacciano lo stabilimento
La crisi dello stabilimento Stellantis di Pomigliano non è solo legata a fattori interni. Il modello Alfa Romeo Tonale mostra difficoltà di vendita, mentre anche la nuova Panda e la versione speciale Pandina registrano segnali di rallentamento nel mercato italiano. Ci sono poi problemi legati alle forniture che hanno causato diversi stop produttivi. Queste interruzioni mettono a rischio l’occupazione e tutta la filiera legata allo stabilimento, compreso l’indotto della regione Campania.
A questa fase difficile si somma la pressione della concorrenza internazionale. Mercati emergenti del Marocco e Paesi dell’Est Europa stanno conquistando quote importanti, erodendo la posizione di Stellantis nel mercato italiano. Lo scenario generale del settore automotive nazionale appare quindi incerto e la situazione a Pomigliano riflette queste criticità. I sindacati hanno invitato quindi a non affidarsi esclusivamente agli ammortizzatori sociali ma a investire su modelli nuovi e tecnologia per rilanciare lo stabilimento.
Man mano che si avvicina la scadenza dei contratti di solidarietà, cresce la tensione per il futuro di migliaia di lavoratori. I principali sindacati coinvolti mantengono la richiesta di interventi concreti e di un piano strategico sostenuto dallo Stato, che possa offrire una prospettiva stabile e un rilancio produttivo, senza precarietà o riduzioni continue. L’appello coinvolge anche Palazzo Chigi, a cui la Fiom Cgil ha chiesto di agire con un piano nazionale dedicato che garantisca ricerca, sviluppo e nuovi investimenti nel comparto automotive in Italia.
Ultimo aggiornamento il 27 Agosto 2025 da Andrea Ricci