A Caiazzo, in provincia di Caserta, i carabinieri hanno messo le manette a due persone, padre e figlio, sorprese con una piantagione illegale di marijuana e un’arma clandestina. Dopo settimane di controlli, è scattato il blitz che ha portato al sequestro di 76 piante e di una pistola con munizioni. Ora devono rispondere di coltivazione di droga, possesso abusivo di armi e ricettazione.
La scoperta: 76 piante e una recinzione elettrica per proteggere la coltivazione
I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Caserta hanno trovato la piantagione in un terreno agricolo nella zona rurale di Caiazzo. Le piante, alte circa un metro e mezzo, erano 76 e crescevano dentro una recinzione elettrificata, con un impianto di irrigazione che le manteneva sempre annaffiate.
Tutto faceva pensare a un’attività ben organizzata e portata avanti da tempo. Nei giorni prima, i carabinieri avevano notato movimenti strani, così hanno intensificato i controlli. La barriera elettrica rendeva difficile entrare, segno che chi gestiva la coltivazione voleva tenere lontani i curiosi o le forze dell’ordine.
Il drone che ha svelato il nascondiglio
L’operazione è stata supportata dall’uso di un drone. Dall’alto, i carabinieri hanno potuto vedere bene la zona e individuare con precisione la coltivazione nascosta tra la vegetazione. Questo ha permesso loro di agire rapidamente e senza farsi scoprire.
Il via vai di persone nella zona era sospetto, soprattutto perché non ci sono case o attività agricole nelle vicinanze. Grazie al drone, è stato possibile valutare l’area e preparare un intervento mirato e senza rischi.
L’ingresso sul posto è avvenuto con prudenza, per non dare allarme e assicurarsi di mettere sotto sequestro tutte le prove. L’intelligence raccolta ha confermato che dietro c’era un giro di droga ben organizzato.
La pistola nascosta e le accuse per padre e figlio
Durante la perquisizione, i carabinieri hanno trovato una pistola semiautomatica con la matricola cancellata, nascosta in un bidone di plastica nella proprietà. L’arma era pronta a sparare, con 15 colpi nel caricatore e un proiettile in canna.
Il padre, 69 anni, e il figlio, 29, entrambi già noti alle forze dell’ordine, si sono così visti aggravare le accuse. Oltre alla coltivazione di marijuana, devono rispondere di possesso illegale e ricettazione dell’arma.
La presenza di una pistola in un contesto di droga aggiunge un elemento di pericolo e fa pensare a una possibile preparazione a situazioni di scontro o difesa.
I due sono stati messi agli arresti domiciliari per evitare che continuassero nelle attività illecite. Intanto, le indagini vanno avanti per capire la portata dell’organizzazione e se ci sono collegamenti con la criminalità locale.
Ultimo aggiornamento il 31 Luglio 2025 da Giulia Rinaldi