Napoli celebra il suo compleanno più antico aprendo le porte dei suoi archivi e biblioteche al pubblico. Fino alla fine dell’anno, cittadini e visitatori possono immergersi nei documenti che raccontano la storia millenaria della città grazie a un progetto culturale che coinvolge numerosi istituti storici nel cuore di Napoli.
Un viaggio nel tempo attraverso i tesori documentari della città
L’iniziativa ‘Mischiamo le Carte‘, nata dalla collaborazione tra Comune di Napoli, Napoli 2500 e il Polo del Miglio della Memoria, invita a scoprire il patrimonio archivistico partenopeo. Organizzata sotto la direzione della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Campania e curata artisticamente da Laura Valente, l’iniziativa permette di entrare in contatto con documenti originali spesso mai mostrati al pubblico.
Sono tredici gli istituti coinvolti tra archivi, biblioteche e fondazioni che mettono in mostra per l’occasione materiali rari e preziosi. Istituti che conservano volumi e manoscritti risalenti dal XIV al XX secolo, portando i visitatori a percorrere un filo diretto con la storia ricca e complessa di Napoli. La selezione dei documenti si basa sull’importanza storica e culturale, offrendo una nuova prospettiva sulla città.
Istituzioni e territorio: il miglio della memoria riunisce il centro antico
Il progetto si inserisce nel contesto più ampio del Miglio della Memoria, un protocollo siglato dalla Soprintendenza con 18 enti culturali del centro storico di Napoli. L’obiettivo è valorizzare il patrimonio conservato nell’area delimitata dai tre decumani, cuore pulsante dell’antica Neapolis.
Tra le iniziative di apertura, spicca la possibilità di visitare luoghi solitamente chiusi al pubblico. Le visite guidate vengono gestite direttamente dal personale degli istituti, garantendo così un contatto diretto con i custodi della memoria storica. Il percorso si snoda lungo gli antichi tracciati creando un’esperienza unica, dove si intrecciano storie note e affascinanti scoperte.
Documenti preziosi che raccontano la storia nascosta di napoli
Tra i tesori esposti emergono testi e manoscritti di grande rilievo. La Biblioteca dei Girolamini offre agli occhi del pubblico il più antico manoscritto napoletano della Divina Commedia di Dante, un volume del XIV secolo arricchito da annotazioni in volgare locale che testimoniano la diffusione della letteratura nel dialetto partenopeo.
Un altro documento di pregio è la pianta della città realizzata nel 1566, conservata alla Fondazione Biblioteca Benedetto Croce. Questa cartografia illustra la conformazione urbanistica nel Rinascimento e aiuta a comprendere la trasformazione del tessuto urbano nel tempo.
La mostra include anche il documento musicale originale del Quartetto in mi minore di Giuseppe Verdi, un’opera unica nel suo genere donata al Conservatorio di San Pietro a Majella. L’autografo reca la scritta “saldato!”, segno del legame del compositore con Napoli e la sua tradizione musicale.
La custodia degli archivi come nuova narrazione della città
Per la direttrice artistica Laura Valente, la memoria custodita negli archivi diventa fonte di narrazione viva e performativa. Gli archivi non sono solo contenitori di carte, ma luoghi da riscoprire e valorizzare attraverso linguaggi che ne raccontino la storia e lo spirito.
In occasione dell’evento è stato presentato anche il recupero dell’Archivio Storico del Comune di Napoli. Questo archivio, conservato tra San Lorenzo e Torre di Guardia, attraversava una fase critica dovuta a condizioni strutturali precarie. Il soprintendente Gabriele Capone ha sottolineato l’importanza di questo archivio per chi studia il passato della città e ha annunciato interventi futuri sugli archivi di Pontenuovo e dell’Annunziata, per continuare a preservare la documentazione storica.
L’apertura straordinaria degli archivi rappresenta quindi un’occasione per Napoli di mostrare la propria storia attraverso le fonti originali, coinvolgendo cittadini e turisti in un’esperienza culturale unica. Le pagine dimenticate e i documenti rari riemergono per raccontare una città con radici profonde e stratificate.
Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Matteo Bernardi