Un ingente carico di capperi in salamoia, proveniente dalla Turchia e destinato alle tavole italiane, è svanito dopo essere arrivato a Napoli. La merce è stata ritirata senza alcun pagamento, grazie a documenti doganali ottenuti in modo irregolare, scatenando un’inchiesta aperta dalla procura della Repubblica di Napoli.
Sparizione e denuncia da parte dell’azienda turca coinvolta
L’azienda turca proprietaria del carico ha denunciato ai magistrati napoletani la scomparsa dei cinque container. Il valore stimato della merce supera i 250 mila euro. Dopo il mancato pagamento e il ritiro dei capperi, la società ha chiesto alle autorità italiane di individuare i container e procedere al sequestro per impedire ulteriore dispersione. Nei giorni precedenti alla denuncia, l’impresa ha tentato senza successo di chiarire la situazione confrontandosi con vari operatori e uffici coinvolti, riscontrando solo risposte evasive e difficoltà nei contatti telefonici.
L’avvocato Sergio Pisani, che rappresenta l’azienda turca, ha spiegato che “il rischio concreto è quello di perdere definitivamente la merce se non si interverrà con misure restrittive immediate.” L’atto di denuncia è arrivato dopo settimane di tentativi di chiarimento e richieste di intervento rivolte agli enti preposti.
Indagini e coinvolgimento delle autorità italiane e turche
L’episodio ha attirato l’attenzione di diversi enti, tra cui il Consolato della Repubblica turca a Napoli, la Guardia di Finanza e le autorità doganali italiane. Le indagini cercano di ricostruire come i documenti falsificati abbiano permesso il rilascio dei container senza rispettare le procedure di pagamento. Da quanto emerso, alcuni container sono stati già ritirati dall’azione di una società campana, mentre altri restano bloccati nel porto di Gioia Tauro, sede di uno dei principali scali per merci nel Sud Italia.
Le autorità italiane sono al lavoro per risalire ai responsabili dell’operazione fraudolenta e per mettere sotto custodia la merce che non è ancora stata sottratta. Le procedure doganali sono al centro delle verifiche per capire quali passaggi abbiano favorito questa truffa, sollevando interrogativi soprattutto sulla sicurezza dei documenti presentati in fase di sdoganamento.
Conseguenze legali e richieste di intervento urgente
L’azienda vittima della truffa ha chiesto un intervento rapido da parte della procura e degli organi di controllo per evitare che la merce mancante venga ulteriormente sottratta o dispersa. Il rischio è quello di perdere definitivamente un carico di grande valore economico, con ripercussioni pesanti per il commercio sia italiano sia turco. L’impresa si è affidata a un avvocato per far valere i propri diritti e per spingere le autorità a intensificare le attività di controllo e sequestro.
Il caso solleva anche un tema più ampio relativo ai controlli sulle spedizioni internazionali e alla vulnerabilità delle procedure doganali in Italia. La vicenda resta aperta, con le autorità impegnate a bloccare le merci ancora presenti sul territorio italiano e con le indagini in corso per identificare chi ha organizzato e messo in atto la truffa.
Ultimo aggiornamento il 24 Luglio 2025 da Andrea Ricci