La chiesa di sant’antoniello a port’alba, un edificio storico nel cuore di Napoli, ha completato un importante intervento di restauro curato dall’università degli studi di napoli federico ii. Il recupero ha riportato alla luce la struttura danneggiata dal terremoto del 1980 e da anni chiusa al pubblico per problemi strutturali. Oggi l’edificio torna disponibile come spazio culturale e sede della biblioteca umanistica BRAU, rafforzando il legame tra patrimonio storico e attività accademica.
Storia, architettura e ruolo culturale della Chiesa di sant’ antoniello a port’ alba nel contesto dell’ Università di Napoli
Il monastero francescano dedicato a sant’antonio da padova fu fondato nel 1550 nell’area conosciuta come port’alba, zona centrale nella città partenopea. Per quasi tre secoli mantenne la sua funzione religiosa fino al 1819 quando perse il ruolo originario. Nel 1987 l’immobile passò sotto la gestione del comune di napoli che lo affidò in comodato d’uso gratuito all’università federiciana per finalità culturali.
Secondo la fonte: ansa.it.
L’ateneo destinò l’edificio alla biblioteca di ricerca umanistica BRAU, trasformandolo in uno spazio dedicato allo studio e alla conservazione dei fondi librari storici dell’università. La struttura rappresenta così non solo un monumento architettonico ma anche un centro nevralgico per le attività accademiche legate alle discipline umanistiche.
Restauro della biblioteca Brau all’ ateneo Federico Ii: intervento e risultati presentati a Napoli
Il lavoro iniziò ufficialmente nel novembre del 2023 con una spesa complessiva intorno agli 800mila euro sostenuti dall’ateneo stesso. L’intervento si concentrò principalmente sulla messa in sicurezza del tetto ligneo che aveva subito danni gravi dopo il sisma del 1980. In precedenza, nel 2010, la chiesa era stata chiusa al pubblico a causa della scarsa tenuta degli stucchi nella cupola.
Il progetto non ha interessato gli interni sacri ma si è focalizzato sul consolidamento strutturale esterno e sul miglioramento delle condizioni ambientali interne tramite il recupero degli infissi originali e la sostituzione delle vetrate danneggiate. Questi lavori hanno limitato i fenomeni d’umidità ed evitano ulteriori deterioramenti causati dagli agenti atmosferici.
In aggiunta sono stati installati nuovi sistemi d’illuminazione ed impianti audio modernizzati utili sia per eventi culturali sia per conferenze universitarie ospitate nello spazio rinnovato.
Analisi dei significati culturali di Sant’ Antoniello e il loro impatto sulla comunità di napoli e sull’ ateneo federiciano
Secondo Matteo Lorito rettore dell’università federico ii questo intervento rappresenta “un progetto bello” che testimonia responsabilità verso Napoli da parte dell’ateneo; sottolinea inoltre come questa struttura custodisca i “fondamenti della cultura” universitaria attraverso i suoi archivi librari fondamentali per lo studio storico-umanistico.
Gaetano Manfredi sindaco evidenzia invece l’importanza strategica della riapertura: definisce sant’antoniello “un gioiello” restituito alla città in una zona dove sono stati avviati investimenti significativi volti a rilanciare funzioni culturali storicamente radicate nell’area port’alba. Questo contribuisce ad arricchire l’offerta pubblica dedicata ai cittadini oltre che agli studiosi universitari.
La riqualificazione assicura inoltre una maggiore tutela artistica architettonica garantendo stabilità futura all’edificio preservandone le caratteristiche originarie senza alterarne lo spirito storico-culturale. Il nuovo uso esclusivamente civile apre nuove opportunità alle attività sociali promosse dalla comunità locale valorizzando spazi prima inutilizzati o poco accessibili.
Sant’antoniello diventa cosí esempio concreto dello sforzo combinato tra istituzioni pubbliche ed enti accademici volto alla salvaguardia dei beni comuni, con ricadute positive su identità cittadina, turismo culturale e formazione accademica nei prossimi anni.
Ultimo aggiornamento il 15 Luglio 2025 da Serena Fontana