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Il Raro Festival 2025 a Morcone intreccia arte, sartoria e rigenerazione urbana nei borghi del Mezzogiorno

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Il Raro Festival 2025 anima i borghi del Mezzogiorno con arte e sartoria. - Unita.tv
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Il RaRo Festival 2025 ha animato il centro storico di Morcone per dodici giorni con eventi e laboratori dedicati alle arti creative e al patrimonio culturale. L’edizione, focalizzata sul tema “Narrazioni sartoriali. L’arte di cucire i propri sogni”, ha portato all’attenzione pubblica l’interazione tra scrittura, design e artigianato come motori di rigenerazione territoriale nei piccoli centri. L’iniziativa si è confermata come un importante luogo di confronto per la promozione delle economie culturali nel Sud Italia.

Dodici giorni di incontri cultura e creatività nel cuore di Morcone

Dal 12 al 23 maggio 2025, Morcone ha ospitato un evento che ha unito momenti di approfondimento culturale con attività pratiche e workshop. Tra masterclass, laboratori di sartoria creativa e residenze artistiche, partecipanti e visitatori hanno potuto scoprire nuove forme di espressione legate all’artigianato e alla scrittura. La professoressa Rossella Del Prete, fondatrice e organizzatrice del festival, ha sottolineato come questi appuntamenti abbiano promosso un dialogo aperto e qualificato intorno al tema scelto per questa edizione.

L’arte del cucito e la narrazione, infatti, sono stati messi in relazione con il mondo editoriale e quello del design territoriale. Le attività hanno celebrato sia la capacità di creare storie che di costruire oggetti sartoriali, evidenziando la dimensione urbana e culturale di queste pratiche. Il festival ha così trasformato Morcone in una palestra di idee per il lavoro creativo, dove la tradizione e l’innovazione si sono mescolate in proposte concrete.

La sartoria come laboratorio di rigenerazione nel centro storico

Uno degli elementi chiave del festival è stato il recupero di un’antica sartoria nel centro storico di Morcone, realizzato dal gruppo culturale Kinetès. Questo spazio è stato restaurato e trasformato in un vero laboratorio creativo, capace di ospitare produzioni artigianali e momenti di formazione artistica. Il progetto ha puntato a dimostrare come interventi su patrimoni culturali di piccole città possano diventare occasioni di rigenerazione urbana su misura.

L’esperienza di Morcone mette in evidenza quanto sia importante elaborare progetti “tagliati” sulle caratteristiche specifiche dei luoghi. Monumenti, edifici storici e spazi pubblici possono accogliere nuove funzioni legate alla produzione artistica e culturale, facendo da volano per la vita comunitaria e lo sviluppo locale. Questo approccio è risultato particolarmente adatto ai centri storici dei piccoli centri del Mezzogiorno, dove spesso manca un piano strutturato di valorizzazione.

Mettere al centro le professioni culturali per rilanciare lo sviluppo locale

Il festival ha dedicato una parte significativa all’analisi delle varie professioni legate all’arte e alla cultura. È emersa l’importanza di riconoscere la pluralità di competenze e ruoli che animano il settore creativo, oltre alle strategie di gestione del patrimonio materiale e immateriale. Nel corso degli eventi è stato valorizzato il rapporto stretto tra promozione territoriale e politiche culturali, elementi fondamentali per sostenere l’economia delle comunità.

Kinetès opera dal 2016 come spin-off accademico dell’Università del Sannio con l’obiettivo preciso di mettere in relazione cultura e lavoro nelle aree interne del Sud Italia. Il binomio tra creatività e occupazione è stato il filo conduttore di questa seconda edizione, che ha portato a stimolare riflessioni sulle potenzialità di sviluppo legate alle risorse culturali. Le esperienze raccolte e le emozioni condivise hanno confermato l’importanza di iniziative capaci di combinare approcci multidisciplinari e istanze territoriali.

La visione istituzionale sulle nuove frontiere del lavoro creativo

Alla chiusura della manifestazione, l’assessore al Turismo e alla Semplificazione amministrativa della Regione Campania, prof. Felice Casucci, ha definito RaRo un esempio di spirito pionieristico. Ha citato alcune attività svolte durante il festival, come le masterclass di danza storica ottocentesca, i workshop di design territoriale e i concerti itineranti nei borghi. Questi eventi hanno trasformato ambienti dimenticati in atelier dove sperimentare nuove forme di lavoro culturale.

Secondo Casucci, “il lavoro creativo ha assunto un ruolo strategico per tutta l’Italia.” Il settore creativo-culturale impiega oltre un milione e mezzo di persone contribuendo a creare un valore sia economico che simbolico che supera il semplice ambito artistico. In particolare, negli spazi del Mezzogiorno e delle zone interne, momenti come il Festival RaRo dimostrano quanto il patrimonio culturale possa essere strumento per rilanciare territori e tenere vive tradizioni con nuove energie.

Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Serena Fontana

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Serena Fontana

Serena Fontana è una blogger e redattrice digitale specializzata in cronaca, attualità, spettacolo, politica, cultura e salute. Con uno sguardo attento e una scrittura diretta, racconta ogni giorno ciò che accade in Italia e nel mondo, offrendo contenuti informativi pensati per chi vuole capire davvero ciò che succede.

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