La figura del nuovo Papa torna a essere vista come un possibile impulso alla ricerca della verità su uno dei casi più complessi e dolorosi degli ultimi decenni, la sparizione di Emanuela Orlandi. A 42 anni da quel fatto, la famiglia continua a chiedere risposte e giustizia. Al Giffoni Film Fest, Pietro Orlandi ha presentato il documentario dedicato a sua sorella, sottolineando le aspettative legate al pontificato attuale.
Il documentario “42” E Il Ricordo di Emanuela orlandi al giffoni film fest
Durante il Giffoni Film Fest, Pietro Orlandi ha presentato il documentario “42” realizzato da Alessandra De Vita e diretto da Elettra Orlandi, sua figlia e nipote di Emanuela. Il titolo richiama gli anni trascorsi dalla sparizione della ragazza, un lasso di tempo che ha segnato profondamente la famiglia. Nel film compare anche una canzone scritta da Rebecca, altra figlia di Pietro, che testimonia il legame familiare e la volontà di non dimenticare.
Il documentario si concentra non solo sulla vicenda, ma sull’impatto che continua ad avere sull’intera famiglia, mantenendo viva l’attenzione pubblica. Pietro Orlandi ha spiegato che questo progetto nasce dal bisogno di portare avanti la ricerca della verità, mostrando un lato umano e privato di una tragedia che ancora non ha risposte definitive. Il coinvolgimento diretto dei familiari rende il racconto intimo, ma anche un monito per chi potrebbe avere informazioni utili.
Le aspettative del primo periodo del pontificato di Papa Francesco e il successivo silenzio
All’inizio del pontificato di papa Francesco, Pietro Orlandi aveva nutrito forti speranze sul contributo che la Chiesa avrebbe potuto dare alla risoluzione del caso. Il nuovo Papa aveva infatti citato Emanuela poco dopo la sua elezione, una mossa che Pietro interpretò come segno di apertura e volontà di andare avanti nella ricerca. Ricorda la frase che papa Francesco rivolse a lui: “Emanuela sta in cielo”, un messaggio che, seppur consolatorio, lasciava anche una porta aperta al dialogo.
Nonostante queste premesse, Pietro racconta che ben presto è emersa una nuova barriera. Dopo un primo approccio incoraggiante, i contatti si sono interrotti, senza alcuna telefonata o segno di conforto. La famiglia ha sperato fino all’ultimo momento di poter incontrare il papa o qualcuno vicino a lui per fare luce sulla scomparsa, ma quelle attese si sono infrante contro un “muro” che si è rafforzato nel tempo. Questo silenzio ha segnato un nuovo capitolo di delusione ma non ha spento completamente la speranza.
L’assenza di un riconoscimento pubblico nel giorno dell’anniversario della scomparsa
Tra i momenti più importanti per la famiglia Orlandi c’è il 22 giugno, data che segna l’anniversario della scomparsa di Emanuela. In quell’occasione Pietro e sua madre hanno atteso un segno, in particolare un ricordo o una menzione durante l’Angelus del Papa. Nonostante il pontificato in carica abbia incontrato diverse persone e dato segnali di apertura su altri fronti, in quella data precisa non vi è stato alcun riferimento a Emanuela.
Questa assenza ha colpito profondamente Pietro, specie considerando le speranze della madre, che ha 95 anni e continua a vivere con il peso di un dolore mai dimesso. La mancata menzione è percepita come un segnale negativo, un elemento che aggiunge frustrazione alle difficoltà di un cammino già pieno di ostacoli. Nonostante ciò, Pietro mantiene la volontà di continuare a spingere perché una parola sia finalmente pronunciata.
Le parole di Papa Leone e la richiesta di pace, verità e giustizia dalla famiglia orlandi
Il nuovo papa Leone ha espresso fin dall’inizio del suo pontificato che le sue tre parole guida sarebbero state “pace, verità, giustizia”. Per la famiglia Orlandi queste parole assumono un valore particolare e quasi simbolico. Pietro sottolinea che senza la verità e la giustizia sulla scomparsa di Emanuela non ci potrà essere pace per loro. La verità attesa da 42 anni è vista come la chiave per chiudere un capitolo aperto e doloroso.
L’auspicio di Pietro è che il papa possa smentire presto le ombre generate dal silenzio finora riscontrato. La richiesta è esplicita: la ricerca della verità sulla sparizione di Emanuela non rappresenta solo un passo per la famiglia, ma anche un segnale per un’istituzione che ha una posizione centrale in questo caso e che può influenzare molto gli sviluppi futuri. Senza quei punti chiave, ogni tentativo di normalizzazione rimane incompleto.
L’attenzione verso questo tema resta viva, mentre passano gli anni e la vicenda continua a muovere sensibilità e aspettative. Restano aperte molte domande sulla partecipazione concreta della Chiesa nel sostenere la ricerca della verità, anche ora che la scomparsa di Emanuela Orlandi è diventata una ferita conosciuta a livello internazionale.
Ultimo aggiornamento il 20 Luglio 2025 da Elisa Romano