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Il martirio di Sant’Orsola Di Caravaggio torna alle Gallerie D’Italia di Napoli con nuovi dettagli scoperti dal restauro

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Il Martirio di Sant'Orsola di Caravaggio torna a Napoli con dettagli inediti dal restauro. - Unita.tv
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Il capolavoro di Caravaggio, il “Martirio di Sant’Orsola“, è stato riportato nelle Gallerie d’Italia di Napoli dopo una lunga esposizione a Roma. L’opera, ultima tela realizzata dall’artista, è stata oggetto di un restauro che ha rivelato particolari nascosti e nuovo splendore. L’evento segna un ritorno significativo per i napoletani e i visitatori, con un allestimento inedito che valorizza il quadro nel cuore della città.

Il ritorno del martirio di Sant’Orsola a Napoli: contesto e importanza culturale

Dopo essere stato protagonista della mostra “Caravaggio 2025” alle Gallerie Nazionali Barberini Corsini di Roma, il “Martirio di Sant’Orsola” è tornato a Napoli, dove è custodito stabilmente. La rassegna romana ha richiamato 450 mila visitatori tra marzo e luglio, diventando uno degli eventi artistici principali del Giubileo. Il trasferimento a Napoli segna una nuova fase di valorizzazione per l’opera, ora ospitata nei locali di via Toledo, all’interno del palazzo delle Gallerie d’Italia, diretto da Michele Coppola.

Il ritorno a Napoli ha coinciso con un allestimento completamente rinnovato, studiato per mettere in evidenza la luminosità dei colori e i dettagli emersi dopo il recente restauro. Il dipinto, assicurato per 100 milioni di euro e dotato di sistemi di protezione elettronica, è esposto in una sala riprogettata appositamente per esaltare la preziosità della cornice e la delicatezza delle pennellate. L’ingresso alla sala è stato trasformato con un’installazione di arte contemporanea, che crea un passaggio suggestivo e prepara il visitatore all’incontro con uno dei più noti capolavori di Caravaggio.

Michele Coppola ha sottolineato come questo ritorno rappresenti anche un omaggio ai cittadini di Napoli e ai numerosi turisti, offrendo una nuova esperienza visiva grazie a innovazioni architettoniche come il tunnel dorato e le scale rosse che conducono al dipinto. Questo grande ritorno si inserisce inoltre in un progetto culturale più ampio, che ha portato le Gallerie d’Italia di Napoli a superare il milione di visitatori, confermando il ruolo centrale del museo nella scena artistica italiana.

Il restauro ha rivelato particolari nascosti e volti dimenticati

Il restauro del “Martirio di Sant’Orsola” ha rappresentato un passo importante nella conoscenza dell’opera e dell’approccio artistico di Caravaggio. Le restauratrici Laura Cibrario e Fabiola Jatta hanno portato a termine un intervento approfondito, svelando elementi precedentemente cancellati dal tempo o coperti dai restauri precedenti. L’opera, l’ultima tela dipinta dall’artista poco prima della sua morte, ha così recuperato dettagli che arricchiscono la lettura e la comprensione del quadro.

Tra le scoperte più rilevanti emerse in laboratorio, allestito presso le Gallerie d’Italia di Napoli, vi sono tre figure sottratte alla vista per secoli. Accanto al re Attila, personaggio centrale della tela, sono riapparse immagini di un soldato, di un pellegrino e di un armigero. La pulitura ha inoltre fatto emergere dettagli come la mano di un uomo al centro della scena, con baffi, bocca, e altri elementi che ne confermano l’identità e la forte caratterizzazione. Sono anche visibili incisioni e particolari come la corda di un arco e la tasca di metallo legata alla cintura di uno dei guerrieri.

La restauratrice Cibrario ha spiegato l’importanza di queste scoperte nel restituire all’opera la precisione e la cura con cui Caravaggio aveva lavorato. L’artista preparò il dipinto con attenzione estrema, pensando anche al compenso da ottenere che avrebbe facilitato il suo trasferimento a Roma. Quel viaggio fu interrotto dalla sua morte, che avvenne poco dopo la realizzazione del “Martirio di Sant’Orsola“. Il restauro ha così riportato alla luce l’attenzione tecnica e la passione che il pittore aveva messo in quest’ultima opera, facendo riemergere quei dettagli che arricchiscono non solo il quadro, ma anche la storia stessa di Caravaggio.

Nuove modalità espositive e accoglienza al pubblico napoletano

L’allestimento delle Gallerie d’Italia di Napoli non si limita a ospitare il capolavoro, ma lo valorizza attraverso soluzioni scenografiche inedite. Le scale rosse e un cosiddetto “tunnel dorato” guidano i visitatori verso la sala dedicata, suscitando un senso di attesa e meraviglia. Questi elementi non sono solo decorativi: creano un percorso che accompagna lo spettatore dall’ingresso fino al cuore dell’opera, preparando lo sguardo a cogliere ogni dettaglio.

Il direttore Michele Coppola ha voluto ribadire l’impegno del museo nel coniugare conservazione e fruizione, facendo sperimentare un contatto intenso con un’opera storica. Per gli abitanti di Napoli e per i turisti, questa visita rappresenta l’occasione di osservare il dipinto non solo come testimonianza artistica, ma come esperienza capace di emozionare anche dopo secoli.

L’iniziativa ha trovato eco nella prima giornata gratuita ai musei di agosto, con la sala del “Martirio di Sant’Orsola” aperta senza biglietto. Questo momento ha offerto al pubblico un accesso diretto a un’opera di enorme valore, oltre che un’occasione per scoprire le nuove installazioni. La scelta di un allestimento moderno e coinvolgente dimostra come i luoghi d’arte possano mantenere un dialogo vivo con il presente, restituendo vitalità a opere antiche e fondamentali.

Il ritorno del “Martirio di Sant’Orsola” nelle Gallerie d’Italia di Napoli, valorizzato dal restauro e da un nuovo progetto espositivo, conferma l’importanza di mantenere accessibili capolavori del passato, rafforzando il legame tra la comunità locale e il patrimonio artistico.

Ultimo aggiornamento il 1 Agosto 2025 da Davide Galli

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Davide Galli

Davide Galli scrive per capire, non solo per raccontare. Blogger dallo stile asciutto e riflessivo, attraversa i temi di cronaca, politica, attualità, spettacolo, cultura e salute con uno sguardo mai convenzionale. Nei suoi articoli c’è sempre una domanda aperta, un invito a leggere tra le righe e a non fermarsi alla superficie.

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