Il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo emerito di Napoli, sarà inviato speciale di Papa Leone XIV a Leopoli dal 4 all’8 settembre 2025. La sua missione si svolge in un momento delicato, segnato dal conflitto in Ucraina, e prevede incontri con autorità locali, visite a ospedali e centri di accoglienza, oltre alla posa della prima pietra di una nuova chiesa. Questa visita vuole esprimere solidarietà e sostegno spirituale alle comunità colpite dalla guerra.
La missione del cardinale Sepe a Leopoli per il 650° anniversario della Metropolia
Il cardinale Crescenzio Sepe è stato incaricato da Papa Leone XIV di partecipare alle celebrazioni per il 650° anniversario della fondazione della Metropolia di Leopoli. La visita ufficiale durerà cinque giorni, con partenza il 4 settembre e ritorno previsto l’8. La delegazione campana comprende Sepe, il suo segretario don Roberto e il vescovo di Cerreto Sannita, Giuseppe Mazzafaro.
Il viaggio inizierà in Polonia, dove è previsto un incontro con il cardinale Stanislao Dziwisz, ex segretario di Giovanni Paolo II. Successivamente la delegazione raggiungerà Leopoli via terra. Il programma prevede la partecipazione alle cerimonie religiose per l’anniversario, incontri con rappresentanti politici locali, tra cui il sindaco, visite a un ospedale, a un cimitero di guerra e a strutture di accoglienza per chi ha subito le conseguenze del conflitto. Nonostante la situazione di guerra, è prevista anche la cerimonia per la posa della prima pietra di una nuova chiesa dedicata alla Madonna della Misericordia.
La scelta di Sepe, arcivescovo emerito con esperienza anche presso l’Accademia ecclesiastica di Roma, evidenzia l’importanza simbolica e diplomatica della missione, sottolineando la volontà del Papa di mostrare vicinanza a un popolo in difficoltà.
Il ruolo della preghiera e della Chiesa in un paese ancora segnato dalla guerra
La visita del cardinale Sepe non si limita a rappresentanze formali. Il cuore della missione è la testimonianza spirituale e la preghiera per la pace. Il cardinale ha ricordato che la Chiesa non dispone di mezzi militari come droni o missili, ma solo della preghiera come unica “arma” per sostenere il popolo ucraino. Ha sottolineato il dovere morale di offrire speranza in un momento di grande sofferenza.
Le celebrazioni a Leopoli si svolgono in un contesto di forte tensione, dove il conflitto continua a provocare vittime e sfollati. La costruzione della nuova chiesa dedicata alla Madonna della Misericordia assume un significato concreto di ricostruzione e accoglienza, un segnale di futuro nonostante tutto. Le visite alle strutture di assistenza e al cimitero di guerra testimoniano la volontà della Chiesa di stare vicino a chi soffre, mantenendo una presenza attiva e umana sul territorio.
In questo senso, la missione conferma l’impegno della Chiesa verso la riconciliazione e la pace, mantenendo aperti i canali di dialogo con le autorità locali e con la popolazione.
Il legame tra Napoli e le comunità di origine ucraina e russa in Italia
Il viaggio del cardinale Sepe porta anche un messaggio di vicinanza tra popoli. Nel corso degli anni, la diocesi di Napoli ha accolto diverse comunità di emigrati ucraini, russi e bielorussi. In città esistono chiese dedicate ai riti latini e orientali, dove si svolgono funzioni religiose specifiche per ciascun gruppo.
Questa realtà mostra un tessuto di convivenza e rispetto reciproco, che si riflette anche nel rapporto con le comunità di provenienza. Anche questo aspetto è stato richiamato da Sepe nel suo intervento davanti ai giornalisti prima della partenza. Napoli continua a rappresentare un punto di riferimento per molti immigrati dell’area slava, offrendo luoghi di culto e accoglienza.
Il cardinale ha inoltre rivolto un pensiero al popolo palestinese, sottolineando la necessità di riconoscere il male quando si manifesta e di lavorare per costruire quella “civiltà dell’amore” evocata da Paolo VI. Un invito a mantenere il senso morale del cristianesimo anche nei conflitti più complessi.
La visita del cardinale Crescenzio Sepe a Leopoli si inserisce in un quadro di impegno religioso, sociale e diplomatico, portando la voce di Papa Leone XIV in una zona colpita dalla guerra, con la preghiera e la vicinanza concreta alle popolazioni segnate dalla crisi.
Ultimo aggiornamento il 2 Settembre 2025 da Serena Fontana