La vita di Filomena Nitti si intreccia con eventi storici e personali che ne hanno segnato l’esistenza. Figlia di un ex presidente del Consiglio e moglie di un Nobel per la Medicina, ha vissuto sfide intense nel tentativo di costruire una carriera scientifica e una famiglia, rimanendo però esclusa dal prestigioso riconoscimento accademico. Il libro di Carola Vai racconta questa esperienza a cavallo tra politica, scienza e vicende personali.
Radici familiari e primi anni segnati dal contesto politico e sociale
Filomena Nitti nacque a Napoli il 10 gennaio 1909, ultima di cinque figli del ministro e presidente del Consiglio Francesco Saverio Nitti e di Antonia Persico, figlia a sua volta di un rilevante giurista. La sua infanzia apparve in apparenza tranquilla, immersa tra Napoli, Roma e la villeggiatura estiva in Basilicata. Questo periodo sereno si interruppe bruscamente con l’avvento del fascismo. I continui attacchi delle squadre fasciste verso suo padre costrinsero la famiglia a cercare rifugio all’estero nel 1924.
L’esilio li portò prima in Svizzera, una tappa breve a causa del costo della vita elevato, poi a stabilirsi a Parigi. Qui Filomena ricevette un’educazione che le trasmise il valore dell’indipendenza femminile. A vent’anni sfidò apertamente le aspettative familiari sposando un giovane giornalista polacco. La coppia ebbe due figli e si trasferì rapidamente a Mosca, ma la convivenza si rivelò difficile. Dopo poco tempo la scienziata tornò dai genitori portando i figli con sé, ottenendo poi il divorzio in Francia.
Il percorso accademico e il salto verso la ricerca scientifica
Dopo il rientro a Parigi, Filomena riprese gli studi con determinazione. Ottenne una borsa di studio per l’Istituto Pasteur, centro di ricerca all’avanguardia dove lavorava il fratello Federico Nitti e dove incontrò Daniel Bovet, giovane ricercatore svizzero. Tra i due nacque una collaborazione scientifica molto intensa e un legame affettivo profondo, che portò al matrimonio e a un figlio.
Entrambi si specializzarono nel campo della chimica applicata alla medicina, consolidando le loro competenze attraverso numerose pubblicazioni firmate congiuntamente. La coppia scientifica si trasferì dopo la Seconda guerra mondiale a Roma, lavorando all’Istituto Superiore di Sanità. Nel loro laboratorio la coppia consolidò una reputazione importante, occupandosi di ricerche che avrebbero segnato il panorama medico italiano.
Il Premio Nobel Negato e le ragioni di un’esclusione pesante
Nel 1957 arrivò la notizia del conferimento del Premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia a Daniel Bovet, riconoscimento per le sue scoperte nel campo dei farmaci e degli antistaminici. La notizia giunse attraverso una chiamata telefonica e fu un momento di grande emozione. Tuttavia, Filomena Nitti non venne mai menzionata tra i premiati.
La mancata inclusione di Filomena nel premio rappresentò un caso emblematico di esclusione femminile dalla riconoscenza ufficiale, considerando il suo contributo nel lavoro scientifico congiunto. Carola Vai, nell’opera dedicata, prova a indagare le ragioni di questa disparità. Il racconto prende in esame il contesto storico-scientifico di quegli anni, le dinamiche personali e professionali, insieme al confronto con coetanee come Rita Levi-Montalcini, che invece riuscì ad ottenere il Nobel.
Il confronto con Rita Levi-Montalcini e il ruolo delle figure femminili nella scienza del tempo
Filomena Nitti e Rita Levi-Montalcini, nate entrambe nei primi anni del Novecento e impegnate nel mondo della ricerca medica, convissero in uno scenario caratterizzato da riconoscimenti spesso distorti. Le due donne si incontrarono pubblicamente e in privato, ma non elaborarono un rapporto di amicizia. Levi-Montalcini ottenne il Premio Nobel nel 1986, creando un punto di riferimento per le donne nella scienza.
La vicenda di Filomena si gira intorno al tema della visibilità femminile e della difficoltà nel conquistare meritati onori in un ambiente dominato da figure maschili e da pregiudizi culturali. La sua esperienza, raccolta e analizzata nel libro, mostra una biografia scandita da lotte quotidiane tra vocazioni familiari e professionali.
Una vita segnata da scelte coraggiose e sacrifici personali
Il racconto di Filomena Nitti non si limita all’ambito scientifico ma descrive un percorso umano complesso. La sua scelta di sposarsi contro il volere della famiglia, la separazione dal marito polacco, il ritorno all’università e poi la dichiarazione accanto a un grande scienziato segnano la sua traiettoria unica.
La sua figura rimane quella di una donna che ha costruito una propria identità pur sotto l’ombra di personalità potenti, come il padre e l’ambito di spicco rappresentato da Daniel Bovet. Il libro restituisce l’immagine di una vita non semplice, punteggiata da difficoltà ma anche da momenti di successo e riconoscimento non ufficiale. La storia di Filomena è una testimonianza di quali siano state le sfide per la donna nel mondo della scienza negli anni del secolo scorso.
Ultimo aggiornamento il 5 Agosto 2025 da Giulia Rinaldi