La celebrazione del capolavoro di Giambattista Basile si è svolta nel Salone da Ballo del Museo e Real Bosco di Capodimonte, un appuntamento dedicato alla riscoperta della tradizione delle fiabe partenopee attraverso la musica e la parola. L’evento ha offerto un confronto diretto con il patrimonio culturale napoletano, mettendo in luce il valore storico del testo seicentesco riconosciuto come l’origine della fiaba europea.
L’evento e la cornice storica
La serata “390 anni di magia – Il viaggio itinerante nelle fiabe di Basile” ha preso vita grazie all’organizzazione di Best Live e sotto la direzione artistica di Domenico Basile, discendente dello stesso Giambattista Basile. L’iniziativa si è svolta a Napoli, presso il Museo e Real Bosco di Capodimonte, location scelta per il suo forte legame con la cultura locale e il patrimonio artistico. Il progetto ha ricevuto il sostegno del Ministero della Cultura, a conferma dell’importanza attribuita a questa rilettura delle radici partenopee.
L’opera di Giambattista Basile, pubblicata nel 1634, rappresenta un pilastro della narrativa italiana e europea. “Lo Cunto de li Cunti” raccoglie fiabe che hanno influenzato molte generazioni e autori successivi. La scelta di celebrare il 390esimo anniversario ha puntato proprio a confermare tale ruolo nel contesto moderno, attraverso una forma di racconto che intreccia parola e musica per coinvolgere il pubblico in un’esperienza immersiva.
Protagonisti artistici della serata
L’interprete principale è stato l’attore Mariano Rigillo, che ha portato in scena la fiaba “Li sette Palommielle“. Rigillo ha costruito la sua performance con una recitazione misurata, capace di mantenere vivo l’interesse sul testo originale, che si caratterizza per la sua lingua napoletana antica e ricca di sfumature. Il racconto è stato accompagnato dalla violinista Isabella Parniciano, il cui accompagnamento ha esaltato il carattere magico e sospeso della narrazione.
Questa combinazione ha permesso di restituire al pubblico non solo la parola antica, ma un’atmosfera sonora che ha reso la cultura orale un’esperienza concreta. La presenza di figure come Domenico Basile, in qualità di direttore artistico e parente dell’autore, ha dato un valore aggiunto all’iniziativa, ponendo un legame diretto tra passato e presente.
Il significato culturale e il coinvolgimento istituzionale
La presidente del Conservatorio di San Pietro a Majella, Carla Ciccarelli, ha sottolineato come la serata rappresenti un collegamento tra la formazione musicale e la valorizzazione di un patrimonio immateriale fondamentale per l’Italia e Napoli. Il suo intervento ha messo in luce il tentativo di creare connessioni fra istituzioni culturali e giovani artisti, puntando a una continuità che possa rafforzare l’identità locale attraverso linguaggi artistici contemporanei.
Tra i presenti anche Marco Lepre Compagno, presidente della Commissione consultiva per il Teatro e della Commissione Multidisciplinare del Ministero della Cultura. La sua partecipazione ha indicato l’attenzione delle istituzioni nazionali verso questa iniziativa, che si inserisce in un percorso di recupero e promozione delle radici partenopee, con particolare riferimento alla lingua napoletana come strumento di narrazione e identità.
L’evento ha rinnovato quindi l’interesse verso un patrimonio letterario che non è solo fonte di racconto ma specchio della storia locale e della sua cultura. La memoria di Basile si fa strumento per approfondire la tradizione e avvicinare nuove generazioni ai segni della propria eredità culturale.
Ultimo aggiornamento il 19 Luglio 2025 da Serena Fontana