Femminicidio a Montecorvino Rovella: funerali di Tina Sgarbini e reazioni della comunità locale

Funerali di Tina Sgarbini a Montecorvino Rovella, la comunità in lutto. - Unita.tv

Andrea Ricci

27 Agosto 2025

Il pomeriggio del 20 aprile 2025, il duomo dei Santi Pietro e Paolo di Montecorvino Rovella ha ospitato i funerali di Tina Sgarbini, 47 anni, trovata senza vita nel suo appartamento sabato 18 aprile. Al centro della cronaca c’è un nuovo caso di femminicidio: l’ex compagno Christian Persico, 36 anni, è accusato di averla uccisa dopo una relazione iniziata nel 2016. L’episodio ha suscitato profonda commozione nel paese e ha riportato l’attenzione sulla gravità della violenza domestica in Italia.

Il delitto e il ritrovamento del corpo di Tina Sgarbini

Sabato mattina, i soccorritori hanno trovato Tina Sgarbini priva di vita nel suo appartamento a Montecorvino Rovella, vicino a Salerno. Le indagini hanno rapidamente portato all’identificazione di Christian Persico come presunto responsabile. L’uomo ha ammesso di averla picchiata e strangolata, per poi fuggire; è stato rintracciato nella stessa serata dai carabinieri non lontano dal luogo del delitto.

L’autopsia, eseguita il giorno successivo, ha confermato le cause violente della morte, evidenziando le ferite da percosse e strangolamento. Questo episodio si inserisce nel più ampio fenomeno delle violenze contro le donne, che in Italia rappresentano una realtà ancora drammatica. Nel 2025, il termine femminicidio indica omicidi motivati dal genere, spesso in contesti di sopraffazione e violenza domestica. Il caso di Tina è uno tra quelli affrontati dalle forze dell’ordine e dalla magistratura.

Reazioni della comunità e omelia del vescovo ausiliare di Salerno

Durante i funerali, la comunità di Montecorvino Rovella si è raccolta attorno ai familiari di Tina, in particolare ai suoi tre figli nati da una precedente relazione. Il duomo era gremito di amici, conoscenti e residenti, tutti colpiti dall’accaduto e desiderosi di esprimere il proprio cordoglio.

L’omelia di Alfonso Raimo, vescovo ausiliare di Salerno-Campagna-Acerno, ha richiamato l’attenzione sull’emergenza sociale rappresentata dai femminicidi. Raimo ha definito questa realtà come “un volto, una storia, una madre che ha amato i suoi figli e ha visto la propria vita spezzata da violenza inaudita”. Ha sottolineato che la violenza non risolve nulla, né nei rapporti sociali né in quelli personali o familiari, e che le parole devono avere più peso delle mani che colpiscono.

Il vescovo ha invitato a trasformare il dolore in un impegno concreto, chiedendo di passare dalla parola all’azione, puntando su prevenzione, ascolto ed educazione per evitare il ripetersi di simili episodi. Ha ribadito la necessità di interventi più decisi contro la violenza di genere, senza dimenticare la sofferenza delle vittime e dei loro cari.

Interventi istituzionali e lutto cittadino a Montecorvino Rovella

Il sindaco di Montecorvino Rovella, Martino D’Onofrio, ha proclamato il lutto cittadino per commemorare Tina Sgarbini e manifestare vicinanza ai familiari, in particolare ai figli. D’Onofrio ha definito la morte della donna un evento che ha sconvolto la comunità e ha sottolineato l’urgenza di riflettere per evitare il ripetersi di simili tragedie.

Il primo cittadino ha lanciato un appello contro “gli amori malati” e ha annunciato l’intenzione di promuovere iniziative in ricordo di Tina. Ha evidenziato la presenza in chiesa di molti giovani, segno che la consapevolezza del problema deve crescere tra le nuove generazioni. L’obiettivo è impedire che il femminicidio continui a segnare la vita del territorio senza risposte adeguate.

Evoluzione del caso giudiziario e disposizioni della magistratura

Dopo la confessione, Christian Persico è stato arrestato dai carabinieri e portato nel carcere di Salerno-Fuorni. Ha ammesso l’omicidio di Tina Sgarbini, avvenuto in un contesto di dissidi e violenze nella loro relazione iniziata nel 2016. La magistratura ha disposto il fermo e ha seguito l’esecuzione dell’autopsia per chiarire dinamiche e responsabilità.

Il processo si è aperto con le prove raccolte nelle fasi iniziali, che confermano la natura violenta dell’atto. Le autorità mantengono alta l’attenzione anche per prevenire ulteriori casi simili. In Italia, le politiche pubbliche mirano a contrastare la violenza domestica colpendo chi commette questi reati e proteggendo potenziali vittime attraverso interventi sociali e forme di supporto.

Il caso di Tina Sgarbini si inserisce in questo contesto delicato e rappresenta un monito per la società, chiamata a vigilare e intervenire con tempestività ogni volta che emergono segnali di pericolo nelle relazioni private.

Ultimo aggiornamento il 27 Agosto 2025 da Andrea Ricci