L’ex sindaco di Caserta, Carlo Marino, ha dato il via a un contenzioso legale presso il Tar del Lazio contro la decisione del Governo di sciogliere il consiglio comunale per presunte infiltrazioni mafiose. La misura era stata formalizzata con un decreto presidenziale pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 27 maggio e ha scatenato una forte reazione da parte dell’ex primo cittadino.
L’avvio dell’udienza al tar del lazio e le motivazioni del ricorso
Il procedimento giudiziario è iniziato con l’udienza davanti al Tar del Lazio, dove Carlo Marino ha presentato un ricorso contro il Ministero dell’Interno, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Prefettura di Caserta. Il fulcro della contestazione riguarda lo scioglimento deciso nel mese di aprile 2025 sulla base di sospette infiltrazioni criminali all’interno degli organi amministrativi cittadini.
Marino aveva definito quella decisione “abnorme” e “dannosa per l’immagine della città”. Nel ricorso si sottolinea come tale provvedimento abbia avuto effetti immediati sulla vita politica locale senza che siano stati forniti elementi sufficientemente chiari o prove concrete a sostegno delle accuse mosse. L’ex sindaco contesta quindi sia la modalità sia i contenuti dello scioglimento adottato dal Governo.
Le decisioni preliminari prese dal tar
Durante l’udienza iniziale i giudici hanno respinto la richiesta avanzata dai legali di Marino per ottenere una sospensione immediata dell’efficacia del decreto presidenziale. Ciò significa che lo scioglimento resta in vigore almeno fino alla conclusione della causa.
Tuttavia, il Tar ha fissato rapidamente l’udienza definitiva per discutere nel merito tutta la questione: è stata infatti stabilita come data quella del 25 febbraio 2026. Questa scelta segnala una volontà da parte dei magistrati amministrativi di affrontare con urgenza una vicenda delicata che coinvolge direttamente gli equilibri politici locali.
Inoltre sono state accolte altre richieste degli avvocati difensori: è stata disposta un’indagine approfondita sull’intera procedura seguita dal Governo prima dello scioglimento e ordinata massima trasparenza nella consegna degli atti ufficiali riguardanti il caso.
Istruttoria completa e trasparenza sugli atti richiesti dal tar
Il Tar ha imposto alle tre amministrazioni coinvolte – Ministero dell’Interno, Presidenza del Consiglio dei Ministri e Prefettura di Caserta – obblighi stringenti sul fronte documentale. Entro quarantacinque giorni dovranno depositare tutta la documentazione relativa allo scioglimento della giunta municipale senza alcun tipo di censura o omissione.
Questo include anche gli atti classificati come riservati o segreti, elemento cruciale perché permette ai giudici ed agli avvocati delle parti coinvolte un esame completo delle motivazioni alla base della misura adottata dallo Stato centrale nei confronti dell’amministrazione casertana.
La richiesta mira ad assicurare piena chiarezza sulle procedure svolte finora ed evitare possibili irregolarità o errori procedurali che potrebbero aver influenzato negativamente le sorti politiche ed istituzionali della città campana dopo questa pesante decisione governativa presa nell’aprile scorso.